Milan-Sassuolo: presentazione

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Sogni svaniti? Con ogni probabilità sì, ma ciò non significa che siamo allora autorizzati a gettare definitivamente la spugna. La sconfitta di Torino e il seguente pareggio a reti bianche nel Derby hanno frustrato le ambizioni europee del Milan, scivolato a -8 dal quarto gradino utile per la qualificazione al massimo torneo europeo. Uno “scivolone” che ha compromesso quanto di buono sia stato fatto, nonostante già sapessimo quanto fosse complicato, se non al limite dell’impossibile, la rimonta Champions. Non che giocatori e Gattuso non abbiano commesso in questa settimana errori (a volte anche grossolani) che hanno compromesso la rincorsa della squadra, ma la partenza ad handicap nella prima parte di campionato ha pesato fin troppo nell’economia delle ambizioni rossonere.

In settimana Rino ha rinnovato il proprio contratto con il Milan fino al 2021. Una notizia che personalmente ho preso in due modi diversi. Primo: i risultati ottenuti dal Milan parlano chiaro, il rinnovo di Gattuso è meritato. Ha preso una squadra senza identità, risorse, potenzialità, priva di qualsivoglia slancio e senza ambizione. In pochi mesi sono state guadagnate alcune posizioni in graduatoria, si è raggiunta una finale di Coppa Italia, il gioco – pur non spumeggiante – ha una sua coerenza, ma soprattutto i giocatori hanno (ri)trovato uno spirito positivo e funzionale.

D’altro canto, il rinnovo mi lascia invece perplesso. Lasciando per un attimo da parte i discorsi sulla proprietà, quel che tutti noi auspichiamo è un sempre maggior impegno nel far rientrare il Milan nel gotha del calcio europeo. I 200 milioni di euro spesi la scorsa estate devono essere solo i primi, e l’impegno economico – insieme a una programmazione attenta – deve essere costante nel tempo. Da questo punto di vista, se siamo d’accordo che a questa squadra servano grandi giocatori, è vero altresì che serve un grande staff, incluso un grande allenatore. I risultati di Gattuso non sono in nessun modo in discussione, lo è però la sua esperienza, ancora scarsa ad alti livelli. Sono tante le squadre che negli anni hanno tentato di ripetere l’esperienza di Guardiola al Barcellona, ma sono altrettante quelle che hanno nei fatti fallito. Il Milan non può permettersi di aspettare che il suo allenatore faccia esperienza, prima di tornare ai livelli che gli competono. Insomma, temo – e spero di essere smentito – che Gattuso non sia davvero ancora pronto per il ruolo che gli è stato affidato.

Oggi, però, testa al Sassuolo. Dopo qualche stagione di ottimo livello, gli emiliani rischiano quest’anno per la prima volta la retrocessione in Serie B. Una situazione precaria, solo parzialmente mitigata dal pareggio in extremis contro il Chievo Verona. Il cambio di allenatore e la chiusura del “ciclo Di Francesco” ha fatto molto, ma molto di più le continue scommesse su giocatori giovani, cedendo di volta in volta i propri “gioielli”. Una strategia che alla lunga non ha pagato. Contro il Milan mancheranno Magnanelli e Adjapong, espulsi al Bentegodi.
Le formazioni:
Sassuolo (3-5-2) – Consigli; Peluso, Acerbi, Dell’Orco, Lirola; Mazzitelli, Sensi, Missiroli; Rogerio, Babacar, Politano.
Milan (4-3-3) – Donnarumma G.; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessiè, Biglia, Bonaventura; Suso, Andrè Silva, Calhanoglu.

Fabio

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.