Questo è il Milan di Elliott e Furlani, quello che gioca in borsa e non sul campo

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Onestamente non ho nemmeno più tanta voglia di perdere tempo dietro a questa roba qui. Scrivere di questo Milan è una sofferenza continua, perchè da tifosi, in primis soffriamo a vedere questo scempio ogni settimana ma, soprattutto, personalmente, mi sento impotente di fronte a questa proprietà che ci costringe a stare alle proprie regole che sono costantemente, laconicamente ed evidentemente perdenti. Il ciclo Elliott/Furlani ha portato a questa squadra uno scudetto miracoloso e una serie di umiliazioni sportive che raramente hanno un paragone a livello nazionale. Ostaggi di questa gente che non ha nessun interesse sportivo nel Milan, potremo solo sperare di limitare le nostre sofferenze staccandoci sempre di più e lentamente da una passione che ci stanno rendendo un’ossessione. Questi signori, Singer padre e figlio, o prendono i soldi che hanno prestato, da RedBird, da PIF, da pinco pallo, oppure non se ne andranno e ci costringeranno ad accettare questo scempio in nome del loro interesse economico.

L’eliminazione dalla Europa League, ennessimo obiettivo dichiarato ai quattro venti e poi perso, era già stata apparecchiata questo lunedì sera con l’intervista di Furlani a DAZN. In molti si sono sperticati in insulti o giustificazioni su alcune dichiarazioni, sembrerà assurdo, ma proprio ascoltando le parole dell’ AD rossonero ho capito che non saremmo mai riusciti a superare il turno e che il futuro sarebbe stato molto complicato. Giovedì sera ho sperato in un colpo di coda e di orgoglio da parte dell’allenatore e della squadra, ma, purtroppo, il disastro (l’ennesimo) era già ampiamente impostato. Le parole di Furlani sono state molto chiare, almeno dal mio punto di vista. Aldilà delle frasi di circostanza sulla stagione, su altri argomenti quali stadio, allenatore e crescita tecnica della squadra, il passaggio clou dell’intervista e che inchioda le nostre ambizioni sotto lo zero, riguarda l’assetto della “nuova” dirigenza. Ibra e Moncada si occuperanno della parte sportiva, io (Furlani) della parte finanziaria. Requiem. Ma visto che loro sono americani è meglio dire, period. C’è poco da interpretare o da aggiungere, è la dichiarazione cristallina, forte ed evidente che la priorità sarà e rimarrà la continuità economica aziendale e non la competitivià sul campo. Possiamo considerarla la pistola fumante. Provo a spiegarmi, salvo clamorosi sviluppi tra RedBird e PIF, il prestito non verrà saldato a stretto giro e RedBird rimarrà la parte debole della società. Pertanto se Ibra avesse in mano una promessa di contratto con Conte (nome non a caso) da 7M netti l’anno per tre anni (totale operazione 42M lordi), il veto finale a questa operazione sportiva (a mio modo di vedere impeccabile perchè sarebbe un upgrade importante) rimarrebbe sempre in mano a Furlani (Elliott) per la fattibilità economica. Quindi piuttosto che mettere sul tavolo quella cifra, che se ragioniamo come Elliott manco riprenderai più come investimento economico, la risposta sarà una sola, “Non si può fare” e si cercheranno profili più adatti alla esigenza economica di Elliott, ribadisco più adatti alla esigenza economica (profilo alla Pioli per intenderci), ovvero un profilo low cost e non un upgrade, un profilo possa accedere alla Champions League con una squadra futuribile e giovane, anche con fatica ma che ci arrivi ogni anno. Non è un caso che, ad oggi, sia proprio Furlani il più grande oppositore di un approdo di Conte al Milan, tanto è vero che, nonostante Ibra e l’entourage di Conte siano pronti a sedersi al tavolo, è proprio lui che non è interessato ad intavolare una trattativa. Anche perchè, oltre alla questione economica, si aprirebbe uno scenario molto complicato per Elliott, ovvero la gestione di una personalità forte come Conte, che non è proprio uno yes man, uno di quelli che amano molto in via Aldo Rossi.  Lo stesso discorso varrà per l’acquisto dei giocatori. Fateci caso a cosa dice Furlani a DAZN. Non facciamo colpi tanto per farli, ovvero il nome importante non lo compro perchè mi sballa i conti. Basta leggere i nomi che girano, sempre e solo scommesse, mai una certezza. Il famoso centravanti sarà scelto non per le caratteristiche tecniche sul campo ma solo per la fattibilità economica dell’operazione e la futuribilità, ovvero la possibilità di monetizzare con una sua cessione. Stop. Siccome ad Elliott piace molto gestire questa squadra come un assett finanziario, studiando i numeri e vincolando tutto ai numeri, provate a leggere questi. 11 scontitte in 46 partite giocate. Nella stagione europea 17 gol subiti in 12 partite giocate. Sempre in Europa 5 sconfitte in 12 partite. In campionato 37 gol subiti in 32 partite giocate. Ma loro di che parlano? Più 12 punti rispetto alla stagione scorsa. Questo è quello che ci aspetta e che abbiamo già visto in questi anni di “ciclo Elliott”.

“Ce devi dà li sordi”

Non parlo di ciclo Pioli perchè non esiste nessun ciclo Pioli. I cicli si basano su qualcosa che è stato costruito durante un ciclo appunto, si basa su vittorie, perchè un ciclo si alimenta anche di quello. Questo allenatore ha disfato, non ha costruito niente. Se ci pensate bene, cosa lascia in eredità questa guida tecnica di diverso rispetto al 2019 quando arrivò? Uno scudetto, direte voi. Non vinto da lui ma sotto tutela di Ibra e Maldini. Oggi, a mente fredda in 5 anni, ci ricordiamo di 10 partite giocate con raziocinio rispetto alle altre letteralmente improvvisate. Ha completamente distrutto la fase difensiva, ha azzerato la fase offensiva limitandola agli 1vs1 di Leao, non ha voluto un solo centrocampista incontrista, ha annientato l’ambizione di potersela giocare con chiunque. Nel 2019 post Bergamo egli diceva che “i giocatori non conoscono la differenza tra vincere, perdere o pareggiare”, oggi siamo ancora lì e lo si vede da come la squadra affronta le partite. Che problema c’è se prendi 2 gol a Reggio Emilia in 10 minuti? Nessuno, chi se ne frega dobbiamo giocare il quarto di Europa League il giovedì. Che problema c’è se prendi 2 gol in 20 minuti contro la Roma? Nessuno, chi se ne frega dobbiamo giocare il derby lunedì. Che problema c’è a perdere il sesto derby consecutivo? Chi se ne frega, siamo già qualificati alla prossima Champions League in anticipo rispetto all’anno scorso. Questa è la mentalità infusa dall’allenatore e supportata, appoggiata e condivisa dalla società. Pensare che sento ancora tifosi del Milan che hanno il coraggio di dirmi che Conte è un gobbo di merda e non lo vogliamo al Milan per il suo passato? Ma per piacere, usciamo dalle trincee che la guerra è finita da tempo e noi siamo indietro da troppo tempo. Qui serve (servirebbe) gente con mentalità vincente che abbia la repulsione totale per la sconfitta sportiva. Serve (servirebbe) gente che infonda una mentalità perchè la società non è, nè in grado, nè interessata a farlo. Ibra da solo, e vedremo quanto e se durerà il suo ruolo, non basta più. Ma, come detto, la nostra priorità non è il campo ma il bilancio, quindi vedremo ancora delle rivoluzioni a metà, come l’estate scorsa. Le vere rivoluzioni costano tempo, soldi e teste. Le rivoluzioni che mette in piedi Elliott sono scenette per puntare il dito contro qualcuno e spostare l’attenzione su altro, tanto ci pensa la stampa “amica” ad avvallare queste scelte facendo un pò di brainwashing sulle ambizioni sportive. Perchè, oggi va detto, ci sono stati e ci sono tuttora, giornalisti vicini alla società che continuano a lavorare per “giustificare” queste cose e sono gli stessi che mettono in giro (imbeccati) le voci su Lopetegui e Fonseca, perchè durante un conflitto la disinformazione è un’arma fondamentale per abbassare l’umore delle truppe. Se ti propino come alternativa Lopetegui, è ovvio che il tifoso si fa andare bene la conferma di Pioli…Ma tanto nel 2024, con i social e la visibilità sui media che ha il calcio, le bugie hanno le gambe corte. Se c’è disponibile un certo allenatore e non lo prendi, loro te lo faranno passare come uno dalle richieste “impossibili” ma in verità non ci hanno nemmeno voluto provare perchè non gli frega e non vedono un ritorno economico.

Il mio amico fraterno Raoul Duke mi ricorda sempre una cosa che è una verità assoluta. Nella sua totale dissafezione del tempo, il Milan di Berlusconi e Galliani, l’indomani del triplete dell’inter prende Ibra e Robinho per mettere un punto conclusivo all’egemonia neroazzurra. Oggi, dopo due anni come questi, una proprietà veramente interessata al campo, farebbe follie vere per partire nel 2024/25 con un unico obiettivo, vincere. Invece siamo al 20 aprile e nessuno ha preso una decisione sull’allenatore perchè Ibra vuole Conte, Furlani vuole tenere Pioli, Moncada spinge per Farioli e D’Ottavio contatta Italiano, questa è cronaca, non sono fantasie. In questo contesto come è possibile fare calcio? Nel mentre, a breve, Cardinale si renderà conto che in Italia le cose non vanno per il verso che uno si immagina, anzi, questione stadio e indagini della procura (a chiamata) sono lì a dimostrarlo, ci sarà una continua opposizione. Il progetto Milan o prende velocemente una certa strada sul campo, o economicamente e fuori dal campo si arenerà a stretto giro. Il tifoso di calcio non è il tifoso della NBA o della MLS, vuole vincere, non gli frega nulla andare allo stadio a mangiare le chicken wings con il tabasco, urlando “defense, defense” nel garbage time. In Italia se vuoi generare cassa devi prima vincere sul campo, o quanto meno essere competitivo. Dal campionato, alla coppa Italia, dalla Champions all’Europa League. I risultati economici positivi di questi ultimi due anni sono frutto dello scudetto vinto e dell’illusione del tifoso di poter tornare ad essere competitivo dopo anni di stadio mezzo vuoto e delusioni sportive. Ma aspettiamo di vederci festeggiare in faccia la seconda stella da quelli là e vedremo poi cosa succederà se non dovessero esserci forti cambiamenti durante l’estate. It’s up to you Mr. Cardinale. You know what I mean?

La chiosa, doverosa, va anche ai giocatori che sono sempre la parte più “furba” del calcio, hanno sempre un parafulmine che è l’allenatore. Il problema è che qui il parafulmine ormai è al capolinea. Quest’anno o il prossimo non sarà più qui, pertanto io prego (spero ma mi illudo) che arrivi un bel martello in panchina che li faccia impazzire in settimana e durante le partite, così vedremo per bene chi è degno di andare sotto la Curva o chi invece merita di andare a testa bassa via da Milanello. Troppi esami falliti, soprattutto da certi “senatori” che sui social sono dei leoni e poi in campo sono degli agnellini che si fanno mangiare da un Celik qualunque. Vedere il solo Matteo Gabbia soffrire per l’andamento delle gare è avvilente ed è la dimostrazione che non è una fascia che fa il leader o regala il carattere. Questi ragazzi non hanno nerbo o forse lo hanno e deve solo essere fatto sbocciare, ma avviso Elliott che durante il calciomercato con l’algoritmo non si comprano esperienza, grinta e dignità, non sono in vendita. Quando e se sono in vendita, lo sono solo grazie a certi giocatori, che però vanno pagati bene ma che poi ti portano risultati. Se ci fosse umiltà in Furlani & C potrebbero semplicemente guardare la recente storia del Milan. Investimento su Ibra nel 2020 e cosa ha portato in termini sportivi e di esperienza, di cultura del lavoro. Ma l’umiltà non è in Casa Milan, in Casa Milan c’è solo il conto economico. Andate a giocare a Wall Street perchè solo lì potete fare i fuoriclasse.

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.