A E I O U EBITDA

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Ulrich Bardot, Bardot
Ulrich, jogador, jogador
Na tela do éstadio, todo mundo se afogou

Infantil maravilha, nós gostamos de você
Infantil maravilha, faz mais um pra gente ver

Ay, ay, De Zerbi
Ay, ay, De Zerbi
Ay, ay, De Zerbi
Ay, ay, De Zerbi

E’ capodanno a Casa Milan? Ma no, diciamo che la mia mente fa spesso viaggi strani immaginando scenari surreali quando la realtà raggiunge livelli grotteschi. Il Milan me lo immagino un po’ così, come il trenino di capodanno che parte a cazzo, fa cose alla membro di segugio con gente totalmente a caso di cui non sai nulla ma dal sorriso giulivo perché tanto cosa vuoi che succeda. Alla fine sarei più tranquillo se ogni giorno in sede partissero dei trenini a caso che attraversano tutti i piani al grido “Ulrich Bardot, Bardot” con tanto di trombette, cappellini dell’inter e Geoffrey Joffer re di Zelus locomotiva, almeno avrei una spiegazione a quanto sta accadendo.

Ay, ay, De Zerbi
Ay, ay, De Zerbi
Ay, ay, De Zerbi
Ay, ay, De Zerbi

Vogliam parlare della questione allenatore? E’ meglio di un film trash anni 80, manca giusto il signor Orecchia che prende appunti sulle tattiche di Canà.
Ricapitolando: i giornali sportivi sparano in prima pagina Lopetegui a caratteri cubitali, sui social (twitter in particolar modo) parte un’insurrezione con l’hashtag #nopetegui a farla da padrone, la società sembra fare un’inversione a U degna di un rally. A questo punto della storia partono nomi a casaccio, un po’ come capita, da Fonseca a De Zerbi, da Motta a Farioli, è caos totale. Ora mi direte “ma nessuno ha la certezza che il Milan volesse affidare la panchina a Lopetegui”, ma rimangono due fatti incontrovertibili da osservare ossia la mancanza di una vera forte smentita (i nostri dirigenti quando vogliono sanno essere molto loquaci) e il clamore della vicenda perché l’affaire lopetegui ha varcato i confini nazionali come dimostrano Marca in spagna e The Athletic e Forbes negli states. Ora, se Perdomale ha intenzione di trasformare il Milan in una media company questi articoli non sono una gran pubblicità, anzi danno l’idea di un club gestito alla disco samba che nel mio immaginario è sempre un trenino, anzi un serpentone vista l’alta densità di interisti da quelle parti, in cui Geoffrey Joffer passa da Ulrich Bardot a

Julen Lopetegui, Lopetegui
Julen, treinador, treinador
Na tela do éstadio, todo mundo se afogou

E tutti quelli dietro di lui che ridono beati perché tanto del Milan cosa gli frega!
Lasciando perdere i giri strani che fa il mio cervello, quel che conta non è se Lopetegui sia stato o meno contattato, se fosse o meno la prima scelta e fosse o meno l’espressione di tutto il management o di un singolo, in un mondo basato sull’immagine quel che conta è come ne esci e tu società/proprietà ne esci con le ossa rotte, polverizzate. In patria e all’estero su mass media tra i più autorevoli sei apparsa come uno stagista al secondo giorno di lavoro sbagliando tre cose su quattro e tornando subito sui tuoi passi. E’ vero? Non è vero? Non frega nulla a nessuno, l’impressione rimarrà questa finché non adotteranno strategie forti e ora obbligatoriamente vincenti perché si son messi un bel bersaglio addosso.
Son talmente messi male a livello di personalità che appena arriva una critica ai piani alti compaiono subito notiziole su quanto tizio sia “milanistissimo” o un “milanista di titanio” a cui personalmente aggiungerei anche milanista di adamantio e milanista di vibranio così calo un poker d’assi da bimbominkia. Davvero questa è l’unica arma che hanno a disposizione certi personaggi? Non le competenze, non un piano ben programmato, non un allenatore di spessore da comunicare subito ai tifosi per tranquilizzarli, no il titanio anche se io direi più il titanic.

A E I O U EBITDA

Nel frattempo l’onanismo da indici economici ha ormai raggiunto i livelli bonus da videogioco. Ci raccontano quasi estasiati di come stessimo per fallire (credici) e di come loro dall’alto della loro magnificenza abbiano fatto resuscitare il Milan che se potesse essere condensato in una persona avrebbero fatto uscire da un sepolcro costruito nella collinetta di Milanello. Anche basta con questa storia, da dove veniamo, ecc. va bene giusto per i perdenti ma soprattutto per chi non vuol fare quanto serve per essere vincenti.
Se non siete in grado di gestire una società gloriosa non accampate scuse perché al tifoso non interessano ed interessano ancor meno nel momento in cui il financial fair play è più un paravento per non spendere piuttosto che un reale problema. Basterebbe vedere club come psg, city, barcellona ecc. per capire quanto il peso politico conti molto di più del peso economico che zavorra i bilanci. Invece no, noi siamo quelli speciali, quelli che in futuro (imprecisato e senza scadenza) batteranno tutti per il nostro processo virtuoso. Nel frattempo immagino my name is Giorgio, but everybody calls me mega direttore di titanio guidare il trenino cantando A E I O U EBITDA col sorriso di chi ha vinto l’ennesima coppa bilancio, perché alla fine siamo arrivati secondi e abbiamo messo ben diciotto squadre dietro di noi.

E allora festeggiamo milanisti!

A E I O U EBITDA

Seal

Ricordo Baresi entrare in scivolata e poi l'ovazione del pubblico, da quel momento ho capito che fare il difensore era la cosa più bella del mondo. Ancora mi esalto quando vedo il mio idolo Alessandro Nesta incenerire Ferrara sulla linea di porta mentre credeva di essere a un passo dalla gloria. Se la parola arte fosse compresa appieno le scivolate del n.13 sarebbero ammirate in loop al MoMA di New York.