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Scrivere dopo che è trascorsa una settimana dalla sconfitta di Udine ha aiutato. Molto. A caldo sarebbe stato un disastro, non sarei riuscito a mantenere la lucidità e sarebbero usciti i veri pensieri su questa stagione, su questa società ma soprattutto su questo allenatore. Mi sto sforzando, e non poco, di non scrivere tutto quello che penso perchè non ho voglia di sentire i soliti commenti su carri, ceste e tastiere. Ma va detto che ci sarebbe da scrivere per settimane, diciamo solo che riuscire a fare così male dopo uno scudetto era impensabile ma soprattutto impossibile, la possiamo girare come vogliamo ma i dati dicono questo, il campionato vinto ha fatto più male che bene. A tutti i livelli. Portiamo a casa quel che resta della stagione, poi ne parleremo.

Sosta per le nazionali che nella sciatteria della stagione siamo riusciti a rovinarci ultreriormente, due settimane nelle quali tra giorni di riposo (da cosa!?!), mercato sbagliato, classifica complicata, ci accompagneranno nella preparazione di una trasferta che con un pò di raziocinio avrebbe potuto rappresentare la svolta decisiva del campionato. Invece andremo a Napoli per le prove generali prima del doppio scontro in Champions League, per una derby italiano che potrebbe dare o togliere ancora tanto. Personalmente il sorteggio con gli azzurri non mi è piaciuto per nulla, tra il loro momento storico, un loro campionato che è da considerarsi una rifinitura per la Champions, arrivano alle dua partite molto meglio di noi (non che ci voglia molto ad oggi). Noi, invece, arriviamo con la tracotanza della storia che ci dovrebbe aiutare, che poi la storia quando hai Pino in campo viene bruciata all’istante, ma vabbè…ma soprattutto arriviamo sapendo che la qualificazione per la prossima Champions (vitale) passando per il campionato,  non è per nulla garantita. Il sogno della finale di Istanbul con chiusura romantica è molto bella ma la sogni solo sei un leone senza scrupoli della finanza, che gioca a tennis il venerdì a mezzogiorno oppure se sei un poveraccio come me, speri di fare il meglio possibile e provi a portare a casa le ossa in una stagione ormai troppo compromessa. Vedendo anche che la capacità di PepdiParma di preparare i due impegni settimanali è praticamente la stessa di trovare l’acqua sul Sole, sarà un’agonia anche in campionato.

La squadra è stata smascherata da Ibra, dopo Udine. Anche se la reputo la componente che ha meno colpe in assoluto, però sicuramente sta alternando le prestazioni in maniera preoccupante ma scientemente. Lo scrissi già tempo fa ma non penso sia un caso che questa squadra abbia completamente smesso di giocare a calcio dopo Milan-Salisburgo a novembre, conquistata la qualificazione agli ottavi di Champions. Appena conosciuto il rivale uscito dall’urna, la testa è stata messa solo sulla Champions. Basta guardare i risultati e trarne le conclusioni. Ricordiamoci Dubai e le amichevoli invernali, affrontate con la stessa voglia di una idrocolonterapia. Milan-Roma è stata solo la deflagrazione del corto circuito mentale che ha afflitto la squadra ma il problema arrivava da lontano. Milan-Roma ha solo certificato, nella testa del gruppo squadra, l’impossibilità di poter raggiungere lo scudetto (erroneamente secondo me) e ha portato alla situazione attuale. L’input aziendale, che va detto è cambiato in corso d’opera, è passato dalla seconda stella a fare bene in Champions perchè “la Champions è sempre stata la nostra casa”. Questo è stato l’origine del male. Soprattutto quando hai una squadra fragile mentalmente e deve ancora formarsi caratterialmente. Non fai prestazioni come quelle di Londra e poi ne fai altre come Udine e Firenze. È proprio un approccio mentale (e aggiungo io di squilibrio tattico). La partita di sabato è stata persa già venerdì a pranzo, dopo il sorteggio con il Napoli. Il pensiero è andato lì, perchè viene ritenuta un’avversaria più abbodarbile di City o Bayern, vero ma non scontato. Io che sono un sacro difensore del Milan Ancelottiano, ho sempre mosso una critica a quella squadra, ovvero di aver vinto troppo poco per il suo valore, ma perchè? Sceglieva lei quando e con chi giocare, quasi sempre in settimana e in notturna. Ma avevi Nesta, Seedorf, Maldini, Inzaghi e andiamo avanti…gente che poteva decidere quando accendersi e sapeva gestire forze e risorse. Questo gruppo, che escluso Ibra, non ha mai vinto nulla di importante non ha idea di come gestire una situazione così, l’unico che si sta gestendo in maniera divina e Theo, ma parliamo di uno che a Madrid ha assaporato la vita di un grande club. Tranne Maldini, anche in tutta la società, le altre componenti dirigenziali e tecniche non hanno idea di cosa sia concentrarsi su una Champions e decidere di vincerla. Quindi Ibra, ancora una volta, ha ragione, squadra giovane porta a queste situazioni, mettiamoci che anche in panchina siamo in stato confusionale e la fritatta è fatta. Anche se una soluzione era stata trovata, ma ci torneremo in futuro.

Questo ci porta al mercato e al futuro di Maldini. Il mercato è deficitario perchè paghiamo il lungo innamoramento per uno che deve ambientarsi da mesi e che sembra non aver mai giocato a calcio prima. Paghiamo la non sostituzione di un Kessie…e attenzione non ho detto che andava rinnovato Kessie a qualsiasi cifra, ma tra non rinnovare un giocatore importante e prendere un biondino che manco ci azzecca con il ruolo, ce ne passa. Maldini, per esempio, ci aveva visto lungo, Botman serviva per mettere pressioni ai centrali Kalulu e Tomori. Ma la politica è chiara e i frutti sono questi. Io credo che a fine stagione Maldini saluterà, per sua volontà. Troppo complicato tenere fede ad un progetto in una città come Milano. La gente si ingolosisce e vuole risultati, l’amore e il “Pioli is on fire” dura il tempo di una luna di miele, poi, dopo un pò però, rompe il cazzo.

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.