Sassuolo-Milan presentazione

4708

Tre mazzate nel giro di una settimana sono difficili da digerire, ma le stagioni del calcio e della vita sono così, sempre. Non si può mai pensare o peggio ancora preventivare che le cose andranno bene a prescindere sempre – o male a prescindere sempre, certo. Shit happens, la vera differenza la fa come si reagisce a ciò che accade. E quanto velocemente. La reazione, insomma. La passività è chiaramente da evitare, pena la mancata risoluzione dei problemi accaduti, ma anche agire troppo in fretta: si rischia in questo modo di trovare le soluzioni sbagliate. Il Milan si trova in questa situazione, con due pareggi in rimonta in due partite, tra l’altro contro compagini di basso valore e bassa classifica. Quattro punti persi, abbandonati nel cammino a prescindere dalle assenze, perché Parma e Genoa dovevano essere battute con o senza Ibra e Kjaer. Due pareggi che, soprattutto, hanno dato morale alle inseguitrici, Inter in primis, che nel giro di un battito di ciglia si è ritrovata da -5 a -1.

È evidente che il Milan abbia sofferto i tanti impegni e gli acciacchi, e fisiologicamente pareggi del genere possono anche starci, nell’economia di 38 partite. In fin dei conti ogni squadra potrebbe recriminare su punti persi su questo o quel campo o peggio in casa contro avversari ridicoli. Questo non vuol dire che le palle abbiano smesso di girare o che si stiano cercando attenuanti, ci mancherebbe. Anche perché il destino ha deciso di metterci ancora più difficoltà con la terza mazzata: il nuovo infortunio di Ibra, che dovrà stare fuori altre tre settimane e con ogni probabilità saltare anche il match della Befana contro la Juve. Ecco, il momento in cui va trovata una soluzione in tempo zero, senza cincischiare o sperimentare, è arrivato una volta per tutte.

A complicare i giochi anche la defezione di Rebic, il vice Ibra preferito da Pioli ma che non ha brillato nelle ultime uscite. Stesso dicasi per Leao, che è chiamato a rifarsi, sperando abbia ricevuto le strigliate di rito. Ingressi in campo tanto molli non li vedevamo dai tempi di Niang. Indisponibile – oltre al già citato Kjaer e Gabbia – anche Bennacer, sostituito da Tonali. Questa la probabile formazione: Donnarumma; Calabria, Kalulu, Romagnoli, Hernandez; Kessié, Tonali; Saelemaekers, Calhanoglu, Hauge; Leao. Occhio ai diffidati in previsione della sfida contro la Lazio: Kessiè e Theo dovranno fare particolare attenzione. Particolare attenzione alla difesa: da diverse giornate il numero di reti subite è in aumento. Romagnoli dovrà essere bravo a coinvolgere e guidare il baby Kalulu, terzino adattato a centrale per l’emergenza infortuni. E in generale Tonali, sostituto di Bennacer, dovrà dare in fase di filtraggio quel qualcosa in più che l’algerino non garantisce.

Match di oggi molto complicato perché l’avversario del giorno, il Sassuolo, si sta rendendo protagonista di una stagione di tutto rispetto, dopo due annate che definire anonime sarebbe un complimento. De Zerbi comincia a convincere non solo in termini di gioco, ma anche di risultati, e soprattutto alcune individualità stanno crescendo a vista d’occhio sotto la sua guida, altra discriminante che rende un allenatore davvero di livello. Anche gli emiliani saranno comunque privi di alcune pedine importanti, su tutte Locatelli e Caputo. L’ex rossonero sarà sostituito da Bourabia, la punta da Defrel. Consigli; Toljan, Chiriches, Ferrari, Rogerio; Lopez, Bourabia; Berardi, Djuricic, Boga; Defrel.

I neroverdi giocano bene, a memoria e stanno portando a casa ottimi risultati, almeno finora, la pericolosità offensiva è data dall’ampiezza del gioco che De Zerbi vuole dai suoi e dalle costanti sovrapposizioni dei terzini. Sotto un certo punto di vista, le due squadre si somigliano molto come impostazione tattica, con una maggiore oliatura dei meccanismi per quanto riguarda gli emiliani, ma con una qualità media più alta per i rossoneri. L’assenza di Locatelli potrebbe pesare più di quanto immaginiamo, unico motivo di ottimismo in questo pre partita. Per il resto, dobbiamo essere pronti a soffrire e a subire il gioco avversario: insomma, non dobbiamo vergognarci a giocare da piccola, se dovesse mai servire. Il risultato è quello che conta, e oggi non possiamo permetterci di non portare a casa tre punti.

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.