La sosta non mi piace

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“Scudetto? È un sogno, ma sognare mi è sempre piaciuto” non sono parole mie ma di Paolo Maldini poco prima della partita casalinga contro la Sampdoria e per continuare a sognare assieme al capitano, a Cagliari vittoria doveva essere e vittoria è stata. Il risultato non deve trarre in inganno perché a differenza della partita con l’Empoli i ragazzi non hanno mai mollato e continuato a giocare per tutti i 90 minuti. Tre punti fondamentali per continuare a sognare e a sentire sempre più intenso il profumo di un qualcosa che poco più di due anni fa sembrava pura utopia. Se ripenso a quel pomeriggio di Bergamo, alla partita di Rio Ave il percorso di crescita di questo gruppo è stato incredibile.
Ora c’è la sosta e personalmente a me le soste non piacciono per due motivi. Il primo è che ci siamo fermati per far giocare l’Italia, una nazionale che non mi rappresenta perché essa è l’emblema di una federazione che ha permesso a squadre di partecipare e vincere scudetti senza potersi permettere di pagare i giocatori. Ha permesso e sta permettendo a squadre con bilanci disastrati di poter fare mercato quando non ne ha le possibilità. Una federazione che ha permesso di truccare esami per poter ottenere passaporti o plusvalenze farlocche per aggiustare i bilanci, tutti parlano nessuno paga. Vogliamo aggiungere la Lega? Ma si aggiungiamo anche lei che non prende mai una posizione anche sul razzismo, vedi Cagliari sabato sera, una cosa indecente che finirà a tarallucci e vino come sempre. Ecco la nazionale non mi rappresenta e mi dispiace perché i miei primi ricordi di azzurro risalgono ai mondiali del 78 ed è sempre stato motivo di aggregazione e di vivere un qualcosa di bello in compagnia.
E da questo carrozzone il Milan si toglie fuori e ne sono molto orgoglioso, perché ha iniziato un percorso di gestione economica virtuoso, certo la strada è lunga ma forse necessaria. Molto probabilmente all’inizio non eravamo abituati a pensare e a veder gestire una società di calcio in questo modo. Diciamoci la verità siamo sempre stati abituati a pensare ai grandi acquisti, a prendere il giocatore costoso e di richiamo.
Ma Maldini, Massara, Moncada e Gazidis, a cui va dato atto di aver fatto un passo indietro sulla vicenda Rangnick e di aver capito molto probabilmente che stava sbagliando, hanno iniziato a cambiare modo di gestire la costruzione della squadra. Permettetemi un parere personale che può anche non essere condiviso, secondo me in questo Milan c’è anche molto di Zvone Boban, che ha sbagliato i modi e i tempi con quella intervista, ma lo ha fatto per difendere il suo operato e il suo Milan.
L’area tecnica prima dei nomi altisonanti vogliono inserire giocatori funzionali al sistema di gioco, che oltre alla tecnica siano dentro al progetto anche con la testa. Si è voluto dare una impronta europea nello stile di gioco, nel modo di pensare. Come nel 1989, di cui Paolo è figlio di quella immensa squadra, siamo ancora noi a dettare il cambiamento di mentalità, ma questa è una costante nella nostra centenaria storia. La scelta dei ragazzi da inserire non è causale ma frutto di un grandissimo lavoro di scouting, non solo tecnico ma anche umano, dove si va a conoscere la famiglia e si cerca di capire se il ragazzo ha la testa giusta e i suoi obiettivi personali si sposano con gli obiettivi della società. Insomma nulla lasciato al caso.
Per riprendere delle parole di Sacchi dei giorni scorsi, “dove non si arriva con i soldi ci si deve arrivare con le idee” e credo che il Milan le idee le abbia molto chiare.
Mi sono sempre fatto una domanda e la giro anche a voi: ma Elliott non vuole veramente spendere, oppure sta cercando d’investire in modo oculato perché il sistema calcio italiano è imbalsamato da un modo di operare vecchio e stantio??? Basta vedere la situazione dello stadio, dove la politica fa sempre da tappo ad un miglioramento perché molto probabilmente essa non ha nessun interesse da ricavare? Lascio a voi i commenti. Io da parte mia posso dire che per come si stanno mettendo le cose sono molto contento per ora di avere questa società rappresentata da un autentico leader come Maldini.

Il secondo motivo è perché i giocatori verranno chiamati dalle rispettive nazionali invece di rimanere a Milanello. Quando leggo che gente come Tomori o Calabria non viene convocata io faccio i salti di gioia, perché così possono riposarsi ed allenarsi nell’atmosfera ovattata del centro sportivo milanese. A dire il vero c’è anche un terzo motivo perché non amo la sosta, i giornalai per riempire le loro pagine vuote, e i tempi morti ricominceranno a parlare di calcio mercato ed è l’ultima cosa che noi abbiamo bisogno, anche perché sono vere ed autentiche chiacchere da bar, perché anche in questo il Milan è diverso, zero comunicazione.Mancano ancora otto partite di campionato, la strada è ancora lunga, ed usando una metafora del ciclismo mancano ancora dei tapponi difficili come le trasferte di Verona e Torino sponda granata. La scorsa settimana scrivevo che c’era bisogno di una vittoria spartiacque, una vittoria che dà sicurezza, una vittoria che mi faccia dire ok è l’anno buono. Non so se quella vittoria è stata Cagliari, ma in campo ho visto gli sguardi giusti, la convinzione giusta, la cattiveria necessaria per poter ambire a quel sogno. Tutto questo lo dobbiamo avere anche con il Bologna, anche questa partita non banale, perché il mio primo ricordo di quella partita è legato ad un signore che indossava una maglia a strisce sottili rossonere tutte uguali senza sponsor con il dieci sulle spalle. Se avete qualche capello bianco come me avete capito che parlo di Gianni Rivera, che invitava la gente a spostarsi dalla zona pericolante di San Siro, era la partita della tanto sospirata Stella, oppure il Milan Bologna del 90/91 vinto 6-0 con tripletta di Van Basten ma per parlare di questo abbiamo tempo, abbiamo un sosta da riempire.

FVCRN

Harlock

"Quando il Milan ti entra nelle vene avrai sempre sangue rossonero" Ho visto la serie B, ho visto Milan Cavese, ho toccato il tetto del Mondo con un dito e sono ricaduto ma sempre rialzato. Ho un papà Casciavit....Grazie per avermi fatto milanista.