Il percorso

6773

Ogni squadra ha un percorso da compiere, il Milan da l’impressione di aver svolto il suo in Europa nonostante l’eliminazione. L’urna è stata inclemente e l’arbitraggio devastante di Cakir nella “partita della vita” contro l’Atletico a San Siro potevano chiudere già un mese e mezzo fa la questione; invece la speranza è rimasta viva fino quasi all’ultimo. Bisogna applaudire i ragazzi.
Certo, a guardare questo Liverpool pieno di riserve giocare a gatto contro topo a casa nostra, con una superiorità schiacciante mostrata con nonchalance prima, durante e dopo il match girano un po’ le balle. A caldo, la sensazione data dai nostri è quella che già altre volte ci hanno lasciato le sfide di cartello: manca quel qualcosa. L’approccio è giusto, sia mentale che tattico, la partita è ben preparata e, nonostante le assenze, siamo in grado anche di cambiare a match in corso. Ma la sensazione, badate è sensazione dunque soggettiva, è quella di avere sempre il campo leggermente inclinato a sfavore; di dover faticare di più, per dunque poi arrivare trafelati al momento decisivo.
Contro il Liverpool tutto ciò lascia però, complessivamente, indifferenti. Erano più forti e comunque nemmeno un successo colto nel finale, se magari Kessie non avesse calciato il 2-2 su Allison, sarebbe servito visto il successo largo dell’Atletico.
In campionato però questo qualcosa dovremo trovarlo. Si avvicina la resa dei conti, contro Inter e juve ma anche contro il gruppone della classe media: dovremo essere più pronti nei momenti decisivi. A questa squadra prima che un trofeo, e forse proprio per raggiungerlo, manca un momento di cattiveria pura, di shock, di potenza.
Inizia la fase-2 per Pioli e per i leader di questo gruppo, che ha già dimostrato di non volersi accontentare del piazzamento. L’Inter di Conte dopo l’eliminazione dalla Champions mise insieme 22 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte di cui 1 a torneo già deciso (il campionato iniziò tardi), anestetizzando il campionato e poi finendolo con crudeltà negli scontri diretti contro juventus a gennaio e Milan a febbraio. Noi non abbiamo le stesse qualità e metodi di quella squadra; dobbiamo però essere consapevoli che i risultati da ottenere per vincere sono questi.

Quando penso a quel ‘qualcosa’ che manca quasi sempre nei big match, penso anche a lui

Il vero avversario è comunque interno, e sono gli infortuni. Sono al momento 5 i giocatori titolari o quasi fermi ai box, più Castillejo e Pellegri. Questi infortuni uniti agli altri 15 casi di stop avvenuti nel corso della stagione rappresentano il nemico numero 1 delle nostre ambizioni. Di questi 20 infortuni ben 13 hanno causato tre o più gare consecutive di indisponibilità. Le giornate con meno assenze: la prima e la seconda, assenti solo Ibra e Kessie; da lì in avanti il numero di assenze medio è stato di quasi 6 indisponibili a match. L’Inter, escludendo Eriksen e Brazao, ha accusato 11 stop in totale, e solo in 4 casi i giocatori infortunati hanno saltato più di 2 match consecutivi; ed anche il Napoli nonostante il pianto greco dei suoi giornalisti di casa non ha accusato questa quantità di problemi.
Insomma la priorità al Milan secondo me è quella di tornare ad avere, soprattutto in attacco, ampiezza di scelta e di ricambi. Diversamente il nostro cammino si farà sempre più complesso, fra giocatori usurati ed altri mancanti di ritmo partita, senza mai poter disporre del gruppo al completo.

Il trittico che ci attende è di quelli decisivi per indirizzare il percorso in un senso o nell’altro. Arrivare a Natale da primi in classifica in queste condizioni sarebbe fantastico, eccezionale; ma anche cedere il passo all’Inter, senza sconfitte, e restarvi attaccati andrebbe bene. I cugini sono in forma strepitosa e purtroppo le avversarie non fanno abbastanza non solo per ottenere risultato ma anche solo per farli trottare; scandalose in tal senso le partite di Venezia e Spezia, parcheggiate per 40 minuti nella propria area in attesa del 1-0 dei nerazzurri. Arrivo a dire che se l’Inter perdesse più di 2/3 punti fra qui e il derby, sarebbero di quelli decisivi.
Detto che l’attesa della sosta per recuperare i pezzi inizia a sembrare un po’ stucchevole (l’ultima sosta ha generato le defezioni attuali), la pausa dopo Empoli è l’unico momento in cui sperare per potersi rigenerare mentalmente e fisicamente, preparando il back-to-back contro ladri e bisce a cavallo di gennaio e febbraio, secondo me il momento clou di una stagione davvero bella e intensa.

Larry

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.