Il derby del fuoco… che non deciderà nulla. Arriva il primo regalo

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Che noia la pausa nazionali. Certo, non in Italia ci superiamo. Se già, di per sé, la pausa nazionali è solo una pausa dalla propria squadra del cuore, in Italia è solo l’ennesima occasione per sfoggiare altisonanti proclama mentre, intorno al movimento nostrano, tutto crolla inesorabilmente senza che nessuno se ne accorga, o meglio, ponga rimedio. L’arrivo di Spalletti – contraddistinto dalla querelle della clausola contrattuale con il Napoli in pieno stile ‘italico’ – è stato un buon modo per riaccendere nuovamente una fiamma che, piaccia o non piaccia, non si riaccenderà mai a meno che non torni una degna credibilità a 360 gradi. E, se per le alte sfere del movimento, il nemico è unicamente da ritrovarsi nella pirateria o nei cattivoni dalle offerte basse per i diritti tv, la realtà è ben altra. La stessa realtà che, dalla pandemia (ma anche prima), ha offerto spunti di riflessione profondi e svariate opportunità di cambiamento, cui i nostri vertici hanno sempre risposto con passività e, soprattutto, interesse nel salvaguardare quello che non ha mai funzionato. Per dirla alla Longanesi: siamo conservatori in un paese che non ha nulla da conservare. Amen.

Dopo questo evitabile sproloquio sui soliti problemi del calcio italiano, torniamo alle vicissitudini del nostro caro Milan. La prossima settimana sarà quella che accompagnerà al prossimo impegno di campionato della banda di Pioli, nonché il primo step di una bella escalation di match dall’alto coefficiente di difficoltà. Il primo vero giro della morte della stagione del Milan. Al ritorno dalla sosta, infatti, ci sarà l’atteso derby contro i cugini. Mancano ancora 8 giorni alla Stracittadina ma la tensione è già salita e, come un colpo di sole estivo, accende l’iperattività di pensiero di tutti. Perché si sa: il derby di Milano è il derby di Milano. In un battito di ciglia, si è già attivato il tran-tran maniavantista dei cugini. Il più classico dei: “No ma siete forti quest’anno. Eh mi sa che vincete voi, vi hanno dato pure tre rigori in tre partite. Avete comprato chiunque quest’estate, se non vincete è un fallimento”.

Milano si prepara al derby tra Inter e Milan. Le due squadre meneghine si affrontano per la prima volta nella storia entrambe da capolista.

Ci siamo abituati ormai. Ricordate la ‘pretattica su Leao prima dell’Euroderby’. Ci sarà da divertirsi in questi 8 giorni. Intanto, però, questa sfida sarà caldissima. Ben più di quanto dovrebbe essere, visto che è appena alla quarta di campionato e, le scorse stagioni, ci hanno ben insegnato quanto (poco) valore possano avere queste partite. Non a caso, sia nell’anno dello scudetto di Antonio Conte, sia in quello recente appena passato, il Milan ha vinto i derby d’andata con prestazioni anche convincenti. Peccato che poi non siano servite ad evitare di star seduti a guardare gli altri festeggiare. Ricordate il 3-1 della scorsa stagione? Che Milan. Chi, al termine di quella partita, poteva immaginare che poi avrebbero vinto Supercoppa, derby di ritorno e doppia sfida in Champions League?

Dzeko segnò il primo dei tre gol complessivi che ci condannarono nell’Euroderby della passata stagione.

Certo, tre punti non farebbero schifo, così come battere i cugini, ma sempre ricordando che la stagione sia ancora tutta da scrivere. L’Inter ci arriva con la forza del suo carattere, con la solidità delle sue idee e con l’intraprendenza della ‘faccia nuova’ Marcus Thuram. Il Milan ci arriva con l’entusiasmo delle prime vittorie, la voglia di migliorarsi e l’apporto sorprendentemente efficace dei nuovi arrivi. Si intende quelli diventato subito titolari e fondamentali: Loftus-Cheek, Pulisic e Reijnders. Che dire, ci sono tutti gli elementi per una bella partita, sperando di godercela e, possibilmente, senza prendere gol nei primi dieci minuti come di consueto ultimamente. Grazie.

Intanto, per tornare in tema di nazionali, la prima uscita dei nostri titolarissimi ci ha già presentato il conto. Il primo regalino. Infatti, nel corso del match di qualificazione europea tra Francia e Irlanda (vinta 2-0 dai galletti, ndr), il centravanti rossonero Olivier Giroud è stato costretto a lasciare il campo anzitempo al 26° minuto per un problema alla caviglia. Nel post partita, il ct Didier Deschamps, ha parlato di una caviglia troppo dolorante per continuare. Poi, ci ha pensato lo stesso Oli a (provare) rassicurare tutto dicendosi fiducioso di esserci al derby. Gli stessi media francesi hanno detto che, la caviglia dell’ex Chelsea, non si sarebbe gonfiata. Un sospiro di sollievo, ma senza perdere la giuste dose d’ansia. Ci siamo abituati a queste cose. Speriamo ci sia, già me li vedo i cugini a parlare di ‘pretattica per Giroud’. Speriamo bene. Forza Milan.

Joker

Un bisbiglio, un nuovo gioco. Una poesia da imparare, due colori che inebriano la mente ancor prima della vista. Uno spettro di emozioni da cui imparare a essere uomo. Questo è stato il Milan nella mia vita: il silenzio più profondo della passione, l'urlo più solenne e selvaggio dell'anima.