Telenovelas e bestemmioni

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Mentre il campionato si avvia stancamente (e lentamente, troppo lentamente) a una fine deprimente e vuota di significati per i nostri colori, impazza la telenovela allenatore, a dimostrazione della totale incapacità e dilettantismo calcistico di questa compagnia di giro che possiede e “gestisce” il nostro Milan.

Eh sì, perché al 10 maggio 2024 non sappiamo ancora chi sarà l’allenatore del Milan nella prossima stagione, tenendo conto che un ‘Mister’ sotto contratto c’è, ma è il Sig. 6derbypersidifila, quindi meglio accantonare l’ipotesi che possa essere confermato a dispetto di tutto e tutti.

In questa telenovela, che sta impegnando menti cuori voci e tastiere di tutti i milanisti, dobbiamo stare attenti, come scrivo spesso nella nostra chat di redazione annoiando tutti, a non confondere il dito e la luna: il dito è l’allenatore e la luna è la mancanza di ambizione, programmazione e interesse da parte di ‘sta gent(aglia). Non sceglieranno mai un allenatore ‘di rango’ perché è la luna a determinare dove punta il dito e non viceversa.

I soliti saltimbanchi, che fanno la spola tra Centri Sportivi, campi da padel, ippodromi ,You Tube e gli scantinati delle tv locali lombarde (cit.), vogliono far passare il concetto distorto che il tifoso milanista inferocito CE L’AVESSE CON LOPETEGUI in sé, quando invece era palese a chi abbia almeno la terza elementare, che il punto è un altro. Il punto non è Lopetegui in Sè ma Lopetegui IN LORO.

Il tema è che se fino ad aprile inoltrato speri di ripresentarti con Pioli, salvo poi mollarlo dopo i naufragi europei e meneghini, e come piano di riserva hai i vari Lopetegui (e Fonseca), il problema non sta nei nomi e negli individui singoli ma nel nulla cosmico che sta alle spalle delle “”””strategie””””. La montagna di merda (ri-cit.) sta altrove, in degli uffici in cui non si capisce neanche che affrontare un’altra stagione senza un Direttore Sportivo esperto e competente, capace di costruire una squadra (non di affastellare singoli senza un senso logico, vero GEFF Moncada?), sarebbe una avventatezza senza senso.

Quindi dicevamo la telenovela sull’allenatore, che DEVE essere straniero (con esperienza internazionale dicono loro, come se già questa parola non ci evocasse brutture a strisce sbaglaite), perché oh, siamo arrivati noi dallo Yankee Stadium e dalla Bocconi a fare la rivoluzione del calcio in Italia.

La telenovela sulle commissioni, sugli ingaggi e su ‘noi non partecipiamo ad aste’ e nel frattempo gli altri portano a casa giocatori con gli attributi e noi buttiamo 20 milioni di Euro per un ragazzotto simpatico e  volonteroso ma inutile e incollocabile come Musah, giusto per fare un esempio.

Qui tutto è una telenovela, un casting, una selezione di ‘Tu si que vales’. Ma il calcio, l’ambizione, il risultato, il campo, quelli non ci sono mai.

E sempre i saltimbanchi di cui sopra fingono (volutamente) di ignorare che il popolo milanista non viene da 9 scudetti consecutivi (più svariate Coppe Italia e Supercoppe, che al berluscomilanista e a Stadioni fanno tanto schifo) o da un quindicennio di ottimi risultati complessivi in termini di trofei e soddisfazioni. Fingono di ignorarlo perché darebbe una spiegazione assai lapalissiana all’insoddisfazione alla rabbia e alla paura per il futuro della tifoseria. Ci sono ventenni che non si ricordano una finale di Champions giocata dal Milan o diciottenni che han visto vincere un solo Scudetto!

E invece la telenovela continua, imperterrita, e va dritta ignorando tutto e tutti. E si arricchisce del vecchio fidanzato che ogni tanto torna in scena raccontando e stuzzicando la nostalgia, alimentando un ricordo che rischia di dividere ancora di più un ambiente già sotto la buriana.

Non voglio entrare nel dettaglio dell’intervista di Maldini ad Alciato e sapete che in diversi frangenti non sono stato tenero con Paolo (lo chiamo per nome visto che la sua figura mi ha accompagnato praticamente per tutta la vita da milanista, cioè tutta la vita in generale). Mi piace però citare un passaggio illuminante che riassume dei concetti a me molto cari e che avete letto, espressi ovviamente molto peggio, in questo post

“Cosa ha avuto in più l’Inter? “Ha una struttura sportiva che determina il futuro dell’area sportiva, è stata gratificata con contratti a lunga scadenza. C’è stata una strategia. Non è un caso che il Napoli sia andato male con l’addio dell’allenatore e del direttore sportivo. I giocatori devono avere dietro qualcosa o qualcuno che li aiuti a produrre. Hanno bisogno di supporto

E’ comunque un momento rilevante, nella sua oscurità e depressione caspica, nella storia calcistica del Milan: è fondamentale che il nostro popolo, oltre a sfogarsi con legittimi e comprensibili bestemmioni a raffica, rimanga il più possibile unito nel contestare quello che hanno fatto e stanno facendo questi personaggi alla nostra passione. Continuiamo quindi a farci sentire: qui sul Night, sui social, allo stadio, ovunque. E’ il momento di non mollare un cazzo almeno noi visto che non siamo di passaggio a differenza loro che sono solo, o forse neanche, personaggi da telenovelas e catalizzatori di bestemmie

FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO

Raoul Duke

 

Milanista dalla nascita, primo ricordo Milan-Steaua del 1989 e prima volta nella fu Curva Sud in occasione di un derby di Coppa Italia vinto 5-0. Affezionatissimo al Milan di Ancelotti nonostante tutto e fiero delle proprie scorribande in Italia e in Europa al seguito della squadra fino al 2005, anno in cui tutto è cambiato. DAI NAVIGLI ALLA MARTESANA, DA LORETO A TICINESE, TRADIZIONE ROSSONERA, TRADIZIONE MILANESE!