Macedonia amara

7516

E chi ha voglia di scrivere? Quattro pere fanno una macedonia amara. Amarissima. Difficile da metabolizzare. Una roba che ti rimane sullo stomaco e ti fa dormire male. Malissimo. Sbaglia chi dice che la frutta è leggera, nutriente e digeribile. C’ho le prove! Abbasso i vegetariani! Perchè sto qui a digitare sul computer, mentre avrei voglia di fare tutt’altro, tipo prendere a cazzotti il mondo intero? Perchè la faccia bisogna mettercela sempre e il calcio, come la vita, va affrontato di petto. Costi quel che costi. Oggi mi costa moltissimo. Ma tant’è. Si ha un bel dire che non bisogna perdere la speranza. Quando il sole tramonta, si illuminano le stelle. Qui c’è un solo modo per vedere le stelle. Darsi martellate sulle dita. Non importa. Io impugno il martello e resto cocciutamente sul fronte. Sparate pure tutti ad alzo zero. I risultati,del resto, sono quel che sono e inducono a fare fuoco. E la prestazione di ieri sera ha impietosamente dimostrato quanto sia grande il divario con i Gobbi. Sono qui e mi prendo tutti i proiettili in pieno petto. A fianco di Mirabelli. Lo confesso, coltivavo nel mio animo una speranziella. Timida, tremula, sì, ma viva. E resisteva tenace, pur se impaurita, dopo un primo tempo accettabile. Che rabbia il duplice fischio proprio nell’istante in cui Benatia faceva un fallo da giallo intenso su Calha! Già, Benatia… Poi ogni sogno è stato brutalmente spazzato via da ondate che hanno approfittato delle ampie falle nella nostra diga, per disintegrarci.

Difficile pensare che questa tremenda batosta possa rappresentare un punto di partenza. Quasi impossibile. Eppure io lo voglio fare, perché non mi restano altre alternative. La macedonia amara continua ad andarmi su e giù per lo stomaco. Ma non getto a mare un progetto, nel quale continuo a credere. Alla faccia di tutto e di tutti. Fregandomene dei fatti, sicuramente impietosi. Gli anni scorsi non avevo speranze di rinascita. Vedevo solo scempi finalizzati a distruggere tecnicamente ed economicamente il club. Difficilissimo riemergere da una situazione del genere. Ora vedo semplicemente degli errori. Siccome li avrei fatti anch’io, non me la sento di mettere al muro nessuno. Di fronte a un andamento pessimo è doveroso accettare le critiche. Anche le più cattive. Anche le accuse di fallimento. Non resta altro da fare che incassare e mettersi a lavorare a testa bassa. Capire dove si è sbagliato e ripartire da lì , per migliorarsi. Il vocabolario è l’unico luogo in cui successo viene prima di sudore. Certo, bisogna vedere se ci sono le condizioni, nel nostro caso anche economiche, per poterlo fare. Io lo spero, perché, al contrario di molti e pure dei risultati, credo che ora la squadra abbia una buona base. Sarà importante saper vendere bene e fare acquisti mirati. Pure l’accesso diretto alla Uefa League, l’unico misero traguardo che ci resta, adesso sembra un’utopia. La fresca, pimpante Atalanta è un ostacolo durissimo. Tanto più dopo questa devastante batosta. Ma dobbiamo andare a Bergamo a giocarcela, tirando fuori tutto quel che abbiamo e anche quello che non abbiamo. Stop.

Gigio, la mancanza di serenità può mettere a rischio una brillante carriera

Capitolo Donnarumma. Due papere così non si sono mai viste in una stessa partita. Gigio ha fatto anche qualche intervento miracoloso, ma due delle quattro pere della mia indigesta macedonia sono dovute interamente a lui. Non voglio, però, sentire ragionamenti tafazziani. Venderlo per trenta milioni? No, grazie! E’ un’assurdità. Non cedo per quella cifra uno a cui ho elargito 6 milioni netti, diciamo pure 7, di ingaggio. Altrimenti sono un cretino. Proprio come quegli insegnanti che presentano allo scrutinio un ragazzo con un sei meno e poi dicono che andrebbe bocciato perché capisce poco. Chi sta con Raiola guadagna molto e fa guadagnare di più al suo procuratore. Il prezzo che paga è una situazione di continua instabilità emotiva, di difficoltà psicologica nel rapportarsi con l’ambiente che lo circonda. Questo lo porta inevitabilmente a peggiorare le sue prestazioni. Tanto più se è molto giovane. Di gente con il carattere di Ibra ce n’è poca al mondo. Eppure anche Zlatan non ha mai vinto una Coppa europea, un Pallone d’oro e quindi non è entrato a pieno titolo nella Storia dei grandissimi del calcio. Questa è una conseguenza delle sue scelte. Che fare, visto che Donnarumma non capisce il pericolo in cui si trova e non vuole proprio mollare Raiola? Semplicemente tenerlo, a meno che il pizzaiolo non porti un sacco di milioni sull’unghia. Diciamo un’ ottantina. Impossibile? Allora resta. Comunque Gigio, al di là degli errori, ha doti fuori dal comune e il procuratore prende la commissione in base alla cifra della vendita. Il buon Mino è abituato ad avere del sottobanco tanto maggiore quanto meno spende l’acquirente per il cartellino? Il ragionamento poteva valere senza il rinnovo del contratto. Ora Raiola si deve adeguare. Stop.

Hakan, voglio che tu sia il faro del prossimo Milan

Non voglio proprio arrendermi, eh! “Resa” è una parola che fa una fatica immane ad entrare nel mio vocabolario. Potrà trovare uno spiraglio solo se il prossimo Mercato mi deluderà. Non per mancanza di grandi nomi. So che a quelli non possiamo ambire. Voglio semplicemente un Milan costruito intorno a Calha, con un paio di robusti interventi a centrocampo e una punta dalla faccia sporca da affiancare a una nostra faccia d’angelo. Biglia e Kessie a me piacciono. Cosi come Bonucci e Romagnoli. Alessio ha pagato dazio all’infortunio. Sua la colpa sul primo gol di Benatia. E prima aveva lasciato una velenosa palla di testa a Mandzukic. Ma è inutile parlare dei singoli. Dobbiamo crescere come squadra. Lo faremo l’anno prossimo con qualche cessione e qualche innesto ad hoc. Spero nel recupero di Conti. La sua perdita per noi è stata gravissima. Forza Andrea! Quattro pere sono durissime da digerire. Vorrei tanto che sui peri crescessero i prosciutti. Kalinic è riuscito a mettere una palla in rete. Certo che a noi non viene risparmiata nessuna beffa, eh! E dovrei arrendermi per questo? Non ci penso neanche. Faccio mie le parole di Churchill : “ Il successo non è definitivo. Il fallimento non è fatale. Ciò che conta è avere il coraggio di andare avanti.” Il coraggio a me non manca. Spero non manchi a chi di dovere. Forza Milan! Alla faccia di questa macedonia molto, molto amara.

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.