Comunque c’è di peggio

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No, non sono un ottimistone. Penso tuttavia che per puntare bene la critica e sparare nel modo giusto sul bersaglio giusto non si possa prescindere, a volte, dall’osservare bene il campo largo.
Io spero che questo sia il primo e ultimo Milan targato Furlani-Cardinale, e lo spero per lo stesso motivo per cui ho accolto positivamente il ricambio estivo, poi in realtà molto più nel mercato che nella gestione: perché questo mostriciattolo a due teste non può andare da nessuna parte. Come, del resto, il Milan post-scudetto, non solo comandato da più fazioni ma anche con più anime in esso: perciò certamente fallimentare. Spero che al più presto possibile il chiaccherone americheno prenda il controllo pieno della sua nominale proprietà, con i suoi uomini, e amen, andiamo avanti.
Premesso ciò, bisogna ammettere che c’è anche di peggio rispetto a questo accrocchio di dirigenti e giocatori.

Sotto il video degli highlights del match contro la Lazio, su youtube, ci sono diversi commenti negativi rispetto alla prestazione offerta. Mi ha colpito in particolare quello di un tifoso polacco che in soldoni scrive: “Il Milan di Pioli e Cardinale non lo seguo, perché non mi piace la mentalità, non riconosco il MIO Milan e gioca in modo confusionario da molto tempo”.
Caro amico polacco, non potrei essere più d’accordo: faccio talmente fatica a seguire il Milan che, per correttezza, spesso evito di scrivere e tiro il pacco agli amici del Night.
Tuttavia parliamo di una squadra che è abbastanza saldamente terza in classifica nell’autoproclamatasi “Marotta League” quindi, in buona sostanza, seconda per gli standard sportivi (certo se poi consideriamo il VAR a intermittenza e altre ‘agevolazioni’, terza). E’ agli ottavi di Europa League dopo essere scesa dalla Champions per un rigore inesistente assegnato al 96esimo ai beduini parigini; e soprattutto, tutto sommato è uscita e anche abbastanza bene, dalla potente risacca post-scudetto. Il management perennemente sotto esame di Pioli ha portato nell’arco di 4 anni a risultati più che buoni: un ciclo da 4 (probabili) qualificazioni Champions, 2 (probabili) podi, 1 scudetto, 1 semifinale di Champions in 5 anni; dopo 7 anni che, come spesso analizzato, hanno rappresentato il massimo down storico per il Milan, fatto salvi i primi anni ’80 con le due discese in B. Sempre il parmense, l’unico allenatore negli ultimi 30 anni che riesce a proporre un calcio che mi impedisce quasi totalmente il godimento delle partite della mia squadra (e voi direte giustamente ‘cazzi tuoi’, ma tant’è), è dato per morto, finito, sbroccato. Eppure è uscito dalle sacche pericolosissime del novembre nero, ed è riuscito bene o male a far fruttare praticamente tutti gli acquisti del (va detto!) buon mercato estivo. Che sia realtà o facciata, c’è di peggio, anche perché per reggere (eventualmente) una facciata ci vuole comunque un livello di professionismo e dedizione che, spesso, non attribuiamo ai nostri.

Ibrahimovic, l’operazione di facciata per coprire le magagne? Si si, di supercazzole ne abbiamo lette per carità, e lo svedese probabilmente sta facendo i propri interessi bellamente e grassamente. Tuttavia se vogliamo semplificare enormemente (e ci piace farlo quando contestiamo) dal rientro dello svedese a Milanello, pur con veste poco chiara (per noi) la squadra è uscita dallo stato di catastrofe. Detto fuori dai denti, con un novembre appena appena dignitoso un certo turco che si crede Seedorf scoreggerebbe di meno; in quel momento lì però sembrava tutto perduto. Com’è, come non è, sono arrivati 14 risultati utili (11 vittorie) in 17 partite, con rimonte, successi allo scadere e in generale un livello di cazzodurismo e resilienza maggiore rispetto all’inizio del torneo. Poi, a mio avviso, la squadra è buona e i risultati sono sempre alla portata. Ma, senza fare paragoni sull’uomo o sulla Leggenda, se attribuivamo poteri taumaturgici a Maldini perché non a Ibra, a fronte sempre dell’evidenza dei numeri? Non voglio dire che è iniziata una nuova Era. Ma che c’è di peggio, sicuramente.

L’Inter ha scelto i risultati e la politica sportiva come mezzo per restare competitivi nel mondo, e non finire a gambe all’aria schiacciata da costi troppo elevati. Siccome è anche una scelta, un mood, molto familiare a noi over 30, non possiamo che guardare rimbecilliti la loro potenza e superiorità e sperare che Marotta faccia anche qualche cazzata, esageri e venga rimesso al suo posto (come palesemente è accaduto nel 2022, altrimenti non avremmo vinto proprio un bel niente), oppure che quest’anno si siano gonfiati talmente tanto da esplodere. Non pensavo un giorno di provare qualcosa di diverso dallo schifo per i cugini (l’Inter di MouMou fu l’effetto di una costipazione del sottosuolo islandese, praticamente un grande peto, né più ne meno), eppure mi tocca citare capitan Calabria: giusto fargli i complimenti*.

*ma anche giusto dire che questo campionato se lo sono accomodati peggio della juve moggiana e della juve ’11-12. MAI cedere su questo, possono vincere 30 campionati in fila reinventando il gioco del calcio: oggi stanno barando, va detto e ribadito.

Il Milan ha scelto invece un modello di gestione sostenibile che centralizza gli obiettivi di bilancio, che punta per lo sviluppo futuro ad uno stadio in solitaria, per provare ad autodeterminare il proprio destino in tutto e per tutto. Sportivamente il successo non è la mission aziendale, è un obiettivo certo (io su questo non mi smuovo: se non vuoi vincere, non vinci, non è che ti casca uno scudetto addosso perchè non riesci a scansarti…), ma è da ottenersi con mezzi poco ortodossi ed estremamente complicati da replicare.
Se dovessi mettere 10€ per farne 10000 su chi vincerà di più nei prossimi anni, non avrei dubbio alcuno. E ciò fa male, perché comunque va considerato che negli ultimi 15 anni abbiamo vinto meno del Napoli, e juve e Inter si sono spartite tutto e di più…noi abbiamo fatto un exploit e nulla più: è triste.
Tuttavia: in primis non possiamo sfogare le nostre ansie e frustrazioni su questo nuovo management; la ‘Tradizione’ va bene quando ci solletica il pancino con le Storie e i Miti, ma ricordiamoci chi ci ha fatti sprofondare e perché. Poi oh, c’è anche chi ha acquistato una squadra in Italia da anni e non ha vinto un cazzo, e non ha progetti per costruire un cazzo. C’è chi ogni anno davvero vende i migliori e compra la fuffa o i giovanissimi; noi alla fine (penso che dopo 8 mesi si possa anche dire) abbiamo venduto un giocatore che forse riprenderà l’attività in agosto prossimo venturo per acquistare 3 titolari e 2 riserve di tutto rispetto. E lo dicono i rendimenti, non la carta.
Anche qui, cosa voglio dire, che va tutto bene e dobbiamo solo sorridere e gioire? No. Semplicemente, che c’è di peggio.

Perché è importante essere consapevoli che ci sono situazioni e rendimenti peggiori? Perché pur subendo il periodo d’oro delle Merde (indiscutibilmente sotto il profilo del rendimento, vedremo nei risultati…se si fermano a 2 scudetti, una finale di Champions e un po’ di argenteria varia FIRMO), pur stanchi di Pioli, pur perplessi dal management…dobbiamo essere pienamente consapevoli che questo Milan NON è il peggio gestito ed il peggio allenato di sempre, e migliorare sarà più difficile che peggiorare.
Poi in questo preciso momento vale tutto, non è cambiato molto da agosto quando scrissi che (come suggerisce lo Sun Tzu): bisogna conoscere il nemico, e il terreno, prima di muovere battaglia. E no, non lo conosciamo, perché a parte la spaccatura Redbird-Elliot che è facilmente intuibile, e non significa che si pestano in assemblea ma semplicemente che hanno scopi diversi, non saprei davvero cosa dire PER CERTO su questo management, sulle loro idee, sul futuro.
Tocca attendere, sperando nel mentre di avvelenare la torta dei cugini con un exploit europeo.
C’è anche di peggio.

Larry

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.