Milan-Napoli presentazione

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La Serie A ha una nuova capolista, sempre milanese, ma non ha i colori rossoneri. La cavalcata dell’Inter delle ultime settimane somiglia molto allo strappo che i cugini diedero qualche mese fa in concomitanza con la sconfitta dei ragazzi di Pioli a La Spezia e il Derby di fatto dominato dalla squadra allora allenata da Conte. Unico fattore positivo rispetto alla scorsa stagione è che di tempo per recuperare ce n’è tanto. Ulteriore fattore che potrebbe aiutare i rossoneri è la possibilità di investire qualche spicciolo nel mercato invernale al fine di rimpinguare la rosa a disposizione di Pioli, continuamente funestata da infortuni e contrattempi fisici più o meno seri. Rimane il fatto che il gap tecnico coi cugini sarà difficilmente colmabile, ma magari, complici i maggiori impegni dei nerazzurri ancora in corsa in Europa, qualche punticino si potrà comunque rosicchiare.

Il Milan di Udine è stato molto brutto, salvato solo da una prodezza di Ibra nei minuti finali. Troppi gli errori banali, troppe le seconde palle perse, troppa sofferenza patita con i contropiede bianconeri, brutto impatto sul match di Bennacer e Bakayoko su tutti. Il Milan non ha mai dato l’idea di poter ribaltare la gara, mai è stato davvero padrone del gioco. Certo, molto hanno inciso l’impegno in Champions e la maggiore freschezza dei friulani, ma era lecito aspettarsi molto di più, nonostante, come già ripetutamente ribadito, le pesanti assenze. A livello tattico il 4231 funziona, i risultati sono lì a dimostrarlo, ma forse, in alcuni casi, Pioli rimane troppo fedele al sistema di gioco che tante soddisfazioni gli ha dato finora. Gli stessi cambi hanno inciso relativamente, Messias a parte. È tuttavia chiaro che se per cambiare le partite bisogna contare sul pur volenteroso e guizzante brasiliano, qualcosa non va.

Il Napoli non è certo messo meglio del Diavolo. Dopo un inizio di stagione elettrizzante, diverse sono state le battute d’arresto dei partenopei. Spalletti si presenterà alla Scala del Calcio senza alcuni dei suoi pezzi da novanta: basti pensare a Koulibaly, Rui, Ruiz, Insigne, Osimhen. Formazione di fatto scontata, dove l’estro offensivo dovrà essere garantito da Politano, la costruzione della manovra da Zielinski e la pericolosità offensiva da Mertens. Avremo davanti una squadra forse un po’ più schiacciata in basso rispetto al solito, proprio a causa della mancanza di un metronomo davanti alla difesa (Anguissa e Demme in mediana, non esattamente due dai piedi dolci). Il tecnico toscano è tuttavia un maestro delle gare in trasferta contro squadre abituate a imporre i propri ritmi, basti pensare alle diverse vittorie portate a casa proprio a Napoli quando sedeva sulla panchina della Roma. Occhio quindi ai contropiede generati dalle ali Lozano e appunto Politano, oltre che dal belga Mertens. Probabile formazione (4231): Ospina; Malcuit, Rrahmani, Juan Jesus, Di Lorenzo; Anguissa, Demme; Politano, Zielinski, Lozano; Mertens.

Nel Milan in dubbio Romagnoli e Theo, febbricitanti. Calabria, Leao e Rebic ancora ai box. Giroud invece recuperato almeno per la panchina. La prestazione opaca di Krunic a Udine lo farà accomodare verosimilmente a bordo campo, con Messias promosso dal primo minuto. Davanti ancora Ibra, con Saelemaekers e Diaz a comporre il tris di trequartisti alle sue spalle insieme al brasiliano. Dove si deciderà il match sarà tuttavia con ogni probabilità proprio a metà campo, dove Tonali e Kessié avranno il compito di reggere fisicamente contro i due omologhi azzurri e di ingabbiare Zielinski, che arretrando andrà spesso a cambiare il modulo campano in un 433 più conservativo. Probabile formazione (4231): Maignan; Kalulu, Tomori, Romagnoli, Ballo-Touré; Tonali, Kessié; Messias, Diaz, Saelemaekers; Ibrahimovic. Dare una spallata agli avversari già frastornati sarebbe favoloso: il pareggio serve a poco e nulla. Ritroviamo coraggio e noi stessi, da subito. Forza Milan!

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.