Frosinone-Milan presentazione

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Aggiungiamo altri due punti alla lista dei rimpianti. Dopo le rimonte subite da Lecce e Napoli e la sconfitta in casa contro l’Udinese, ecco il pareggio ancora a San Siro contro il Bologna suggellato da due rigori sbagliati. Oltre ciò, come troppo spesso stiamo notando, ancora una volta la squadra di Pioli manca nei momenti decisivi della stagione, quando c’è da dare una direzione decisa agli obiettivi rossoneri, un po’ come la sconfitta subita in casa contro il Borussia Dortmund, anche lì, guarda il caso, propiziata da un errore dal dischetto. Il problema del Milan non è di uomini o di mercato, ma tecnico, tattico, mentale e motivazionale, fisico, di continuità. Tutto ciò dove deve e può fare la differenza la guida tecnica. La nostra è però una guida tecnica stanca, con ormai poco o nulla da dare all’ambiente e ai giocatori. E hai voglia a dichiarare che “i giocatori sono con Pioli”, se poi quando c’è da quagliare si squagliano. Guardare il Milan oggi è una lunga attesa della fregatura, delle occasioni perse, dell’assenza di leadership e guida quando più servirebbe. E anche qui, hai voglia a chiamare Ibra: è in panchina che tutto questo va garantito.

In queste occasioni il rischio è sempre quello di parlare di “episodi” che vanno nella direzione sbagliata. Se qualcosa si ripete con continuità allarmante non si può parlare di episodi, ma di forma mentis debole. Il Milan non dà la sensazione di essere una squadra decisa e forte, esattamente come il suo uomo simbolo Leao. Un giocatore che costringe i giornalisti, per dare un senso alle sue partite, a capriole del tipo “il gol è stato propiziato da un passaggio di Leao”. Poi vai a guardare e si tratta del passaggio prima del passaggio prima dell’assist. Lo score del portoghese, nella stagione che sarebbe potuta essere quella della consacrazione o della maturità, è fermo a tre reti in Serie A. Lautaro è a 19. Il confronto non è corretto perché l’argentino gioca più vicino alla porta? Ok, a 9 troviamo Berardi, Gudmundsson e Soule. Se il giocatore da cui ti aspetti di più non rende, allora va trovata una soluzione. Il problema è che pare che per Pioli il rendimento di Leao non sia una problema.

Questo pomeriggio il Diavolo vola a Frosinone. La squadra di Di Francesco, dopo un inizio col botto, si è acquietata in una posizione di classifica tuttavia rischiosa, a +5 sulla zona retrocessione. Troveremo di fronte una squadra che avrà l’obiettivo di mettere in cascina punti vitali per una salvezza serena. Molti assenti tra i ciociari: Marchizza, Oyono, Baez, Cuni, Kalaj, Bonifazi, Zortea. Fatica la squadra dell’ex mister della Roma soprattutto dietro: lo score finora è di 41 reti subite, il secondo peggiore della A. Più verve davanti con Kaio Jorge e soprattutto Soule; a far loro compagnia il nuovo acquisto Seck nel tridente del 433. Probabile formazione (433): Turati; Monterisi, Okoli, Romagnoli, Valeri; Mazzitelli, Barrenechea, Gelli; Soule, Kaio Jorge, Seck.

Nel Milan solita formazione delle ultime uscite, tutti confermati al 100%. Ancora out Pobega e i tre difensori, dietro Gabbia continua a far coppia con Kjaer. Adli in vantaggio sul recuperato Bennacer dal primo minuto. Probabile formazione (4231): Maignan; Calabria, Gabbia, Kjaer, Theo; Adli, Reijnders; Pulisic, Giroud, Leao.

Cerchiamo di portare a casa i tre punti in una partita che somiglia a un gran trappolone. La sensazione è che possa essere un match più importante di quel che sembra a prima vista, anche considerata la situazione in classifica al momento “tranquilla” dal punto di vista della qualificazione Champions. Cerchiamo di non rovinarci (ancor di più) con le nostre stesse mani. Forza Milan!

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.