Benvenuti alla Piolese AC

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Avrei potuto anche evitare di scrivere un post, il titolo racchiude tutto quello che penso da tempo e che da domenica, se ci fosse stata necessità, ormai è assodato. Siamo diventati la Piolese AC (Associazione Circense), in mano ad uno scellerato che gode di una credibilità illimitata da più parti e che sta appiattendo l’ambizione di questa squadra, equiparandola a quella di gran parte della società. Sia chiaro, l’allenatore della Piolese non ha interesse nelle sorti del Milan, ha interesse solo alla sua permanenza milionaria sulla panchina del Milan, cosa peraltro probabile se il management rimarrà questo dopo la fine della stagione. Purtroppo, se ci fossero mai stati dei dubbi domenica sera si è potuto vedere il manifesto più fulgido della Piolese, sia dentro che fuori dal campo, ai microfoni.

Partiamo dalla dichiarazioni sconcertanti del presidente Stadioni che senza esitare, e con tanto di ragionamento annesso, racconta di come la partecipazione alla competizione è il massimo interesse di questa società, che, pertanto, essere nei famosi parametri che annunciava anche Maldini a suo tempo, è l’unico obiettivo concreto di questa Piolese. Ovvio che se intendi partecipare, provare a limitare i danni economici e azzerare il rischio di investimenti monstre per sostenere le ambizioni della squadra e dei tifosi, non c’è soluzione migliore dell’attuale allenatore della Piolese. Uno che non ha ambizione se non per se stesso, uno che venderebbe anche il suo staff per portare avanti la sua panchina, uno yes man che non ha capacità tattiche  e che sta perpetrando ai danni del Milan le peggiori azioni possibili, azzerando le capacità tecniche dei giocatori che in mano a lui non crescono. Mai. Davanti ad una ambizione azzerata della gang Singer, Scaroni, Furlani è normale che poi ci si presenti a Monza per una scampagnata domenicale e se ne esca con le ossa rotte. La Piolese è anche quella società che il sabato dichiara urbi et orbi di presunte ambizioni sportive, per bocca di RedBird, mentre la domenica Elliott, per bocca di Scaroni, mette subito in chiaro che le ambizioni sono quelle di avere fidejussioni da parte delle banche per garantire gli incassi, in caso di chiusura di San Siro, oppure ricorda a tutti i tifosi che nessuno aveva programmato di vincere lo scudetto, questa stagione. Immaginate il futuro… Il grande punto di forza della Piolese è un appoggio mediatico mai visto così compatto. Una unione di intenti per sostenere il coach, le sue idee, facendo passare come miracolose le sue “imprese”, scaricando sui giocatori la mediocrità dei risultati. Egli è il leader assoluto della parte sportiva ma continua a dimostrare dei limiti evidentissimi in ogni frangente tattico e motivazionale. Anzi, la forza della Piolese è proprio quella di riuscire a far ricadere le colpe sempre su qualcun altro. I giocatori, i dirigenti che non assecondavano i voleri del coach, gli infortuni che sono nati da una maledizione voodoo lanciata dalla mamma di Lukaku. Ma mai colpa del coach.

La Piolese nel suo splendore. Grazie per la foto alla pagina FB Forza Milan

La Piolese riesce anche a far pensare ai tifosi stessi che il problema di una sconfitta come quella di Monza non è dovuta ad un incapace ma, bensì, ai giocatori che non sono adatti e alle seconde linee scarse che “tradiscono” il proprio allenatore. Qui entriamo nel piacevole e succolento capitolo del turnover. Premesso che il turnover è una cagata pazzesca come la corazzata Potiemkin, farlo anche in maniera esagerata non fa altro che convalidare la mia tesi. Il maestro Fabio Capello ha sempre dichiarato di non essere un fan del turnover, anzi ha sempre preferito basarsi su un blocco compatto di giocatori e da lì fare eventuali cambi in corso d’opera. Parliamo di uno che le partite in corsa le sapeva cambiare spesso. Sempre a suo favore. Ma veniamo a domenica, quando il coach ha pensato bene di preparare la partita di Monza come se fosse una amichevole estiva oppure una partita di Coppa Italia. Ovvero non la prepara affatto. Partiamo dalla scelta di Thiaw che meriterebbe una denuncia all’Aia per violazione dei diritti umani. Un giocatore reduce da un infortunio del genere, che gioca 20 minuti scarsi giovedì sera, a risultato acquisito, senza ulteriori allenamenti, non può avere 90 minuti nelle gambe la domenica sera. Eh si, perché quando giochi il giovedì sera, il venerdì se va bene fai un defaticante e il sabato fai rifinitura. Quindi se 20 minuti hai di autonomia, sempre 20 te ne rimangono. Oddio, poi è vero che una rifinitura in mano ad Osti & C. è paragonabile ad una preparazione all’IronMan, quindi può succedere di tutto. Comunque tornando a Thiaw, è immorale mandare al macello un giocatore in quella maniera. A che pro? Se non quello di dimostrare al Mondo che è la sua idea di gioco vincente e non i giocatori. Avendo a disposizione Kjaer e Simic è quantomeno bislacco scegliere un reduce da un infortunio. E se proprio deve essere scampagnata, perchè non dare spazio a Simic che è giovane e almeno la butti totalmente in vacca? Inoltre che senso ha avere Simic a disposizione e toglierlo alla primavera quando stai rovinando sia la prima squadra che la primavera? Domanda inutile, è la Piolese.
Andiamo avanti con il turnover e parliamo del tridente schierato senza una logica, ma con la giustificazione del post partita che ne avvalla l’immonda scelta. Assodando, se necessario, che non c’è criterio nelle scelte. Penso sia chiaro a tutti che sia Leao che Pulisic non avessero nulla. Zero. Nada. Nemmeno un mal di testa pre mestruale. Eppure egli vuole farci credere, dall’alto della sua supponenza, che erano entrambi affaticati ma disponibili per la panchina. Affaticato che nel dizionario della Piolese significa ad un passo dalla tumulazione. Quindi anche se sei mezzo rotto, ti porto in panca, non si sa mai che vada storto qualcosa. E infatti erano così affaticati che sul 2-0 li ha messi dentro più veloce della luce. La Piolese è quella squadra che schiera Okafor, Jovic e Chukwueze che non avevano mai fatto un minuto insieme con la seguente situazione: Okafor reduce dai soliti infortuni muscolari che va avanti a spezzoni. Jovic che ha dimostrato di essere letale a partita in corso e inutile dall’inizio, e il nigeriano che è sceso dall’aereo post coppa d’Africa una settimana prima e non si allenava con la squadra da settimane. La ratio dietro a tutto questo è un mistero, se non quella di essere scollato dalla realtà. Tralascio il centrocampo senza logica con Adli e Bennacer, perchè dopo averci raccontato che non si poteva giocare a calcio senza Krunic, non ha più senso sprecare inchiostro per il centorcampo. Peraltro area del campo che al coach non interessa minimamente. Eppure è stato tradito dai giocatori, questa è la versione preferita dei soldati della Piolese. Inoltre la Piolese, con questo turnover scellerato ha anche dimostrato uno dei suoi più grandi limiti, ovvero non avere il benchè minimo schema d’attacco. Tolta l’arma Leao, il gioco in avanti è sterile, basato solo sulle invenzioni individuali, come il gol di Pulisic. Mentre dietro prende gol a vagonate, regalando almeno 12/13 tiri a partita agli avversari, avendo un barcientro totalmente sbilanciato e professando una preghiera ormai in disuso nel grande calcio, “segno un gol in più degli altri”. Fallo alla Giana, non al Milan. Ah scusate, qui siamo alla Piolese.

Il Monza non aveva mai fatto 4 gol in serie A. Game, set and match. Altro record (l’ennesimo) del coach, che sta inanellando una sequela di perle da ricordare negli annali. Eppure a fine partita nessuno della Piolese ha detto una parola. A parte Ibra che andando negli spogliatoi avrà ben compreso lo stato di decomposizione fisica e mentale della squadra. Ma la domanda che tutti si sono posti domenica sera è stata, personalmente anche prima del fischio d’inizio, come mai dopo un 3-0 che ti mette discretamente al sicuro sulla qualificazione in Europa League, si è scelto stato un turnover così massiccio? La risposta è così semplice che solo un perfido conoscitore della mentalità del coach come me, può darvi. Lui sa benissimo che per stare sulla panchina della Piolese un altro anno, deve portare a casa un trofeo. Arrivare secondo, terzo o quarto a 10-15-20 punti dai rivali dell’Inter (per i quali tifa) poco importa a lui,  perchè non gli garantirebbe il lauto compenso per un altro anno. Per gli smemorati ricordo che ha un ingaggio di 4.5M l’anno fino al 2025, poi ci chiediamo perché gente come Conte ne chiede 12M. Ma non tergiversiamo. Dicevamo che lui deve vincere un trofeo, quindi essendo il coach della Piolese, le scelte le fa per tutelare la competizione che gli garantisce un lavoro, rispetto ad una competizione come il campionato che invece gli garantirebbe un ritorno all’anonimato tra Chievo e Palermo. Lui allena per se stesso, come ho già scritto, non allena il Milan. Non ha interesse ad una coppa da mettere in bacheca, ma gli interessa solo la sua posizione. Non dimenticate cosa è successo l’estate scorsa, nella quale non ha pensato un minuto a “pugnalare” alle spalle coloro che l’hanno fatto entrare in un mondo a lui totalmente sconosciuto. Un’altra caratteristica della Piolese è quella di essersi ingraziato il pubblico, soprattutto la curva, andando a salutare e a festeggiare per un 3-0 al Frosinone di turno, senza rendersi conto che è tutta una facciata come il “Pioli is on fire”, perchè se avesse lui e i giocatori un minimo di nerbo e serietà, eviterebbero certe figuracce. Ma purtroppo l’appiattimento che annunciavo prima è proprio frutto della mentalità della Piolese AC. Si festeggia per un quarto posto.

Tenetevi la Piolese AC, io non sono interessato a questa roba qui. Mi dispiace solo non vedere concorrere questa squadra per qualcosa di importante. Quest’anno non avremmo vinto lo scudetto (le merde sono oggettiva forti, sia in campo che a livello politico) ma ce la saremmo giocata almeno fino a qualche giornata dalla fine, perchè lottare per vincere sarebbe stato nel DNA del Milan ma purtroppo nel DNA della Piolese c’è solo tanta arroganza, incompetenza e mediocrità. Prepariamoci a festeggiare il prossimo filotto di 5 vittorie con peana e trionfalismi da tutte le parti, per poi trovare l’ennesimo scoglio che ci garantirà una sana e sonora sconfitta. Insomma la storia in breve della Piolese AC.

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.