La biglia numero 8

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Ditemi che non è vero! Ditemi che è solo un incubo. No, non è possibile avere 6 punti dopo 6 partite e non possedere la minima idea di gioco. Non è possibile, dai. Già, ma invece, purtroppo… Dopo il derby pensavo che, ad allenatori invertiti, non avremmo perso. Stavolta no. E non perché stimi JP. Cappero, pure da Montella abbiamo preso lezioni. Da Montella! Squadra torpida e senz’anima. Senza fiducia, senza attributi. Dilettanti allo sbaraglio. Sempre palle in orizzontale o all’indietro. Sempre insopportabilmente lenti, svuotati. Sempre con l’uomo addosso. Un’armata Brancaleone. Perchè, maledizione al secchio? Perchè? Perchè Benna e Theo sembrano controfigure dei buoni giocatori che sono? Perchè Calha ha fatto quel passaggio sciagurato che ci è costato il primo gol? Perchè Matusalemme Ribery è guizzante e i nostri fanno la figura dei paralitici? Perchè? Si vocifera che ci sia una proposta di legge per modificare il codice penale. Prevede una pena alternativa per i tifosi rossoneri, giudicati colpevoli di reati. Invece che al carcere saranno condannati a guardare le partite del Milan. I progressi che si erano visti a Torino, pur nel non trascurabile dettaglio della sconfitta, sono clamorosamente crollati. Abbiamo giocato una partita raccapricciante. Una roba abominevole. Noi non giochiamo a calcio. Noi ruminiamo calcio.

Almeno ci hai messo la faccia. Però….

E non venitemi a parlare, come Maldini, di squadra giovane. I giovani possono perdere per ingenuità, inesperienza, d’accordo. Tanto più se non appartengono alla categoria dei fenomeni. Ma sono freschi, vivi, pugnaci. Quanto meno lottano, prima di mollare i pappafichi sopraffatti da un senso di disarmante inferiorità. Noi abbiamo una squadra morta. Non è possibile farsi surclassare in questo modo dalla Fiorentina. I nostri ragazzi non sono campioni? Ok. Le sconfitte non sono di per sè uno scandalo o un disonore. Però bisogna avere un minimo di organizzazione, di senso del gioco, di conoscenza di ciò che si deve fare. Se questo non accade, è difficile non trovare grosse responsabilità nel manico. Paolo, almeno, stavolta ci ha messo la faccia. Vogliono dar tempo a questo allenatore? Facciano pure. Sono state dichiarazioni di prammatica? Ci credo poco. Io, la prima volta in cui JP parlò di Suso come di un campione, non detti troppa importanza alla cosa. Pensavo che volesse semplicemente valorizzare una merce in vendita. Invece…. Secondo me la fragilità emotiva non dipende solo da carenze tecniche individuali e da mancanza di personalità. Vedo nella squadra il senso di impotenza, la rassegnazione di chi non crede in ciò che fa e si trova allo sbando. Di chi si sente un ingranaggio di una macchina che non funziona, perché i pezzi sono assemblati male e manca il lubrificante della consapevolezza di potersi inserire in un progetto sensato.

Io non darei tempo a chi non sa cosa farne.

Di una cosa sono sicura. Qui non è questione di tempo. Sono le individualità a fare una squadra o è la squadra a permettere alle individualità di esprimersi al meglio delle proprie possibilità? Di solito non vado di mezze misure. A torto o a ragione mi schiero sempre con tutta me stessa da una parte. Stavolta, però, probabilmente la verità sta nel mezzo. Ora siamo una biglia posta su un piano inclinato. Galileo aveva dimostrato che la discesa diventa sempre più a rotta di collo, in quanto gli spazi percorsi sono direttamente proporzionali non semplicemente ai tempi ma addirittura ai loro quadrati. Quindi non c’è tempo da perdere. Siamo già in grosso ritardo Bisogna intervenire subito, per cercare quanto meno di salvare il salvabile. Come? Non ci sono tante alternative. O si cambia l’allenatore o si cambiano i giocatori. Visto che la seconda ipotesi è impraticabile, volenti o nolenti, bisogna virare sulla prima. In questo modo non si risolve niente? Tutte le colpe sono della Società? Può darsi. Ma si ha il dovere di tentare. Non per far risalire la biglia alla sommità del piano inclinato. L’impresa è impossibile. Ho capito dolorosamente che le mie speranze erano illusioni. Occorre semplicemente cercare di frapporre qualche ostacolo ad una caduta vertiginosa, che non si sa in quale orrendo baratro ci possa portare.

L’uomo frastornato, sudaticcio, distrutto che vediamo in conferenza stampa, non può essere la guida di un arcipelago di giocatori smarriti. In me provoca solo un’immensa tristezza. E’ pur vero che Milanello si è rivelato un tritacarne che ha mandato in depressione un sacco di allenatori. Oddio, Montella rideva. Si vedeva, però, che era una risata nervosa e sforzata. Non come quella radiosa di ieri sera. Già, ma chi prendere adesso? Restano a disposizione solo gli scarti. E’ sempre la solita domanda che torna implacabile ad ogni inizio di autunno. Io vorrei un uomo sereno, esperto, pragmatico, di poca filosofia e tanto buon senso. Un Ranieri, insomma. Come dovrebbe giocare, secondo me? Con le due punte e un centrocampo con Bennacer, Kessie, Krunic, che proponga in Paquetà l’ uomo di classe, facendogli sentire fiducia e svincolandolo da compiti di copertura troppo onerosi. Mi spiace per il mio Calha, ma un po’ di sana panchina a questo punto ci sta. Piatek lo vorrei sempre in area o vicino ad essa, magari pronto a portare pressing sui difensori avversari, coadiuvato dai compagni avanzati. Come sarebbe bello vedere qualche recupero alto della palla ottenuto con un minimo di aggressività organizzata. Leao, bellissimo il suo gol, merita fiducia. Anche Rebic a me non sembra così male. Evidentemente a JP non piace. A sinistra insisterei con Theo. Incredibile vedere come ora giochi timoroso e bloccato. Sono i miracoli di Milanello. Sembra che li ci sia un buco nero capace di fagocitare tutto e tutti. A destra proverei Conti, insistendo un po’ , per capire se può essere recuperato. Duarte prenderà il posto dello squalificato Musacchio. Non deve sostituire un fenomeno, eh! Staremo a vedere come si comporterà. Su Suso sapete già cosa penso.

Vedo la biglia che rotola implacabilmente sempre più veloce verso il basso e sono terrorizzata. Cerco di ridere , di buttarla in vacca, ma non è facile. A proposito di biglia, mi viene in mente una faccenduola. Dunque, un signore passeggia con una scimmietta sulla spalla. Entra in un bar e dice al titolare:” Mi permetta di lasciar libera la mia Cloe nel suo locale. Sa, è depressa. Voglio farla divertire. Non si preoccupi dei danni che farà.” Il barista è perplesso, ma acconsente. La scimmietta si scatena. Salta sui tavoli e sul banco. Rompe bicchieri e piatti. Mangia e beve. Sparpaglia le biglie del biliardo e riga il tappeto. Un’ira di Dio. Il povero barista sbianca e protesta. “ Non si preoccupi, signore. Mi dica a quanto ammontano i danni.” “ Non so. Almeno 10.000 euro. “ “ Va bene. Eccone qui 15.000 e grazie. ” Poi se ne va felice con la sua scimmietta. Dopo 15 giorni si ripresenta. “ Rieccomi. La mia Cloe e’ ancora triste e depressa. Ha bisogno di sfogarsi. La prego, glielo permetta. Sarò ancora più generoso dell’altra volta. Ho qui 20.000 euro pronti per lei. “ Ok, dai.” La scimmietta fa ancor di più il diavolo a 4. Un vero putiferio. Ad un certo punto il barista sbotta. “ Va bene tutto, ma che schifo! Non è possibile! Si è messa una ciliegia nel sedere, l’ha tirata fuori e poi l’ha mangiata. “ Vede, Cloe è stata solo previdente. Ha voluto fare le prove. L’altra volta aveva ingoiato la biglia numero 8….” Lo so che voi fate illazioni malevole nei miei confronti per via del numero della biglia, risultata assai difficile da espellere alla povera Cloe. Ma vi assicuro che ho riproposto la storiella esattamente come me l’hanno raccontata. Certo, magari, se il numero originariamente fosse stato il 9, forse avrei potuto cambiarlo. Quien sabe? Non si fanno i processi alle intenzioni. Quali sono le intenzioni della nostra proprietà? Ecco, al proposito si potrebbe fare davvero un bel processo. Sarebbe, però, un esercizio inutile.

La verità è che siamo nella…..melma. Non si vede la luce in fondo al tunnel, manco fosse solo una fioca candela. D’altra parte, bisogna pure andare avanti. E’ una legge del calcio e della vita. Adesso ci aspetta uno scontro diretto con il Genoa. Sento vociferare che sulla loro panchina possa sedere Gattuso. Farci battere anche dal buon Rino, sarebbe un colpo troppo forte pure per una donna robusta come me. Mi ammazzerebbe. Società Milan, se ci sei, batti un colpo. Possibilmente non sugli zebedei di coloro ai quali li hai già crudelmente frantumati.

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.