La centralità di Pioli

9675
Il prossimo allenatore

Ruben Loftus-Cheek è intervenuto direttamente dalla pancia dell’Allegiant Stadium di Las Vegas, questa notte teatro della sfida amichevole tra Milan e Barcellona, e ha parlato in conferenza stampa anche di quello che Stefano Pioli sta chiedendo alla squadra in questi giorni. Le sue parole: “In queste settimane stiamo imparando a mettere in campo quel che ci chiede, lui vuole un calcio molto aggressivo e offensivo, una manovra fluida. Vogliamo la palla tra i piedi, abbiamo le qualità per costruire tanto come ci chiede il Mister: più giochiamo, più riusciamo ad affinare gli automatismi e il feeling tra di noi”. 

Fonte Milan News

Un pensiero per Rebic

Il terremoto che ha colpito i vertici rossoneri, subito dopo la fine del campionato, ha prodotto un effetto alquanto significativo: Pioli, da allenatore aziendalista, si è ritrovato ad essere di colpo il centro del mondo rossonero: Furlani e Moncada scelgono i giocatori, ma l’ultima parola è del nostro allenatore. Si è voluto dare un taglio con il passato, allorquando Maldini & Massara facevano tutto e Pioli allenava. Lo stesso terremoto evidentemente non ha interessato il tecnico, colpevole quanto i primi due per il pessimo andamento in campionato.

Tuttavia RedBird non ha ritenuto di cercare un nuovo tecnico, anzi ha incoronato l’attuale quale fulcro di quello che sarà il nostro cammino nella prossima stagione. La proprietà ha messo sulla bilancia il pessimo anzi disastroso mercato della scorsa stagione e scagionato il tecnico da ogni responsabilità; vi dirò di più, lo hanno premiato. Nessuno, tantomeno io, vuol nascondere che lo scorso anno sono arrivate una pletora di pippe vomitevoli, ma io sulla bilancia metto anche le scelte sbagliate, l’intestardirsi di questo tecnico su moduli e uomini, la gestione spesso folle ai limiti del TSO di alcune gare. Se si doveva rifondare, come si è fatto, si doveva partire dal tecnico.

Vi dirò di più, l’arrivo di tanti giocatori nuovi e disparati, l’abbondanza in ogni reparto imporranno scelte e turn over, che il Dio del calcio ci aiuti e illumini Pioli; tutte le volte che ha dovuto scegliere si è suicidato. Ma anche qui viene in nostro aiuto la bilancia: hanno pesato di più le pippe vomitevoli della panchina, specie Rebic e Origi che sono stati quanto di più schifoso ci potesse capitare; Ricardo Oliveira era un Dio a confronto. Sono state più dannose le scelte di Pioli prima durante e dopo o le scelte di mercato? Il nostro futuro, ahimè gira proprio sulla risposta a questo dubbio. Io credo che un buon 65% sia stato il mercato, il resto è stato Pioli e il suo staff. O ci vogliamo dimenticare della lista infinita di giocatori infortunati?

Detto questo Pioli è il nostro allenatore, va sostenuto e non messo in croce alla prima difficoltà che sicuramente arriverà. Però i primi a doverlo pensare non siamo noi tifosi, ma la proprietà che, secondo me, molto furbescamente lo ha messo a capo del progetto tecnico. Leggo di un Pioli felice e contento, beato lui! Forse non ha capito che questi qui non si fanno scrupoli, ci mettono poco a defenestrarlo e a mettere un allenatore di baseball che allena da remoto. Mi auguro che il buon Stefano torni umile, ma non negli atteggiamenti, ma soprattutto nella sostanza, cercando di percorrere sempre nuove strade, senza intestardirsi su giocatori e moduli poco redditizi. E per favore, basta con questi cambi al sessantesimo, non si possono sopportare. Io certi giocatori li caccerei a pedate già al decimo del primo tempo.

Gianclint

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.