Povero mercato

2007

Per una volta non vorrei parlare con voi solo di Milan ma spenderei due parole sul calciomercato di gennaio, una sessione che ha confermato quanto il calcio italiano sia praticamente morto e sepolto. D’altronde con la vergognosa non elezione del Presidente della Federcalcio si è raggiunto l’apice della vergogna, oramai siamo alla fine, in pratica si è scelto di commissariare la Federcalcio, idea rifiutata mesi fa ed ora “scelta” dai presunti candidati alla Presidenza.

Sul fronte mercato vi do un dato che dovrebbe far riflettere: lo Swansea quartultimo in Premier (possiamo paragonarlo al Crotone) ha riportato in Galles Andre Ayew dal West Ham spendendo 20 milioni di euro, bene, tutta la Serie A ha speso 24,5 milioni di euro per fare acquisti. Solo questo dovrebbe far capire lo stato del nostro calcio dove oramai comandano agenti e dove regna la non programmazione e l’improvvisazione.
Alcuni dati per farvi riflettere sperando di non annoiarvi: nella sola sessione di gennaio la Premier ha speso 452 milioni di euro e la Liga 276 a dimostrazione di come oramai solo questi due campionati possono permettersi dei top player.
Al terzo posto staccatissima viene la Bundesliga con 72 milioni spesi, al quarto la Chinese Super League con 60 milioni, al quinto, abbastanza incredibilmente la Primera Division Argentina con 44 milioni. Vabbè, direte voi, dopo l’Argentina verremo noi, no, neanche per sogno, siamo infatti preceduti dalla Ligue 1 francese sempre con 44 milioni investiti e dalla MLS americana che di milioni di euro ne ha spesi 28.
All’ottavo posto arriviamo noi con 24 milioni, un milione in più della massima serie brasiliana e della Championship inglese. In pratica la nostra serie A ha speso quanto ha investito la serie B inglese. Pazzesco.
Queste sono le cifre ma se poi andiamo ad analizzare anche i nomi che circolavano in questa sessione di mercato c’è da mettersi le mani nei capelli.
Noi abbiamo ceduto Zanellato e risolto con Paletta e non abbiamo giustamente regalato Gomez, i tempi dei doni sono finiti e se vieni nel mio negozio il prezzo lo faccio io e non te. Di solito quando vado a comprare il pane, il prezzo lo fa il panettiere, non lo faccio io.
Trovo imbarazzante il mercato dell’Inter, un vero mercato degno del peggior Giannino, hanno preso Lopez panchinaro del Benfica e poi Rafinha, scarto del Barcellona. Intendiamoci, il brasiliano non è male ma all’Inter serviva altro, serviva per esempio Pastore, seguito e inseguito senza poterselo permettere. Poi una miriade di nomi, senza senso alcuno, hanno inseguito chiunque ma almeno hanno ceduto Nagatomo che comunque è un bel passo in avanti.
A Roma, sponda giallorossa, hanno pensato bene di tenersi Dzeko, Emerson è stato ceduto al Chelsea ma su quel lato sono ben coperti con Kolarov. Mi pare scontata la partenza di Radja a luglio con conseguente distruzione di Trigoria.
Due paroline vanno spese anche sul Napoli che ha avuto un mese per prendere Politano e ha effettuato l’offerta giusta quando era troppo tardi, Younes li ha lasciati col cerino in mano però avevano bisogno di un altro esterno e trovo inconcepibile che abbiamo aspettato l’ultimo secondo per poi clamorosamente non acquistare nessuno.
E la Juve? Beh è stato un mercato faticoso come sempre quello di Marotta, intento a controllare le strategie della società bianconera e delle società alleate, manovre di disturbo in quasi tutte le operazioni che si prospettavano.
Il buon Mino Raiola non ha fatto mancare la sua intervista, la sua intromissione in vicende di mercato, alleandosi con alcune società fregandosene altamente di prevaricare gli altri agenti.
Insomma non ci siamo fatti mancare nulla: siamo senza un euro, senza un presidente federale, senza idee e senza programmazione. Normale che poi ai mondiali ci vada la Svezia…

MattLeTiss

"Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione". Per questo ho amato alla follia Dejan Savicevic e Matt Le Tissier. Milanista da generazioni, cuore Saints grazie a "Le God". Sacchi mi ha aperto un mondo, Allegri me lo ha chiuso. Sono cresciuto col Milan di Arrigo, quello per me era il gioco del calcio, tutti gli altri prendono a calci un pallone.