E siamo ancora qua…

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Essi vincono prechè credono... credono in quello che fanno !

Slap…  Slap… uhi… uhi… uhi… Slap…
“piantala Elsa, non è ancora ora, non è ancora suonata la sveglia. A cuccia da brava, poi appena suona ti porto giù…”
Così inizia il mio lunedì mattina, con il cane (la cana in realtà…) che spinta da pressione vescicale torrenziale mi strappa inopinatamente dal sonno. A parte che il lunedì mattina sono rincoglionito per default e faccio fatica a mettere insieme un pensiero coerente, è che… stavo dormendo profondamente e stavo facendo un sogno bellissimo. Di quelli che non vorresti mai svegliarti da tanto che in quel sogno stai bene…

Pensate; stavo sognando che dopo ben otto partite di campionato, per quanto uno strano campionato che si gioca in stadi senza pubblico (ma perché? Boh, vabbè, i sogni sono strani…), il nostro Milan era in cima alla classifica. Immaginate… sei vittorie e solo due pareggi, zero sconfitte. Tre scontri diretti, contro tre delle altre sei pretendenti ai quattro posti “CL” già giocati con due vittorie, di cui una, il derby, che ha sempre un sapore particolare, ed un pari. Due pareggi che, per di più, stanno stretti come “una prima di reggiseno” indossato dalla Cucinotta.

in due parole: “Anche noi”

Ma questo è solo l’inizio, sapete come sono i sogni. Scorrono vorticosamente e spesso vanno avanti ed indietro nel tempo in modo un pò confusionario poi, magari, si fissano su un particolare. Nel mio caso era appena finita una partita contro il Napoli al San Paolo. Vinciamo, questo l’ho già detto, ma lo facciamo con il piglio della grande squadra. 25 minuti di gran gioco fino al vantaggio, un gol splendido, di quelli che, per l’appunto, puoi solo sognare. Discesa di un Theo incontenibile, cross, ed Ibra, manco a dirlo, che anticipa Koulibalì (forse il centrale più forte di questo strano campionato) con la leggerezza ed il tempismo di Van Basten incornando con una testata alla Gullit. Gol; meraviglioso. Poi, come è logico, subiamo la reazione dei partenopei ma senza mai disunirci, lottando con le unghie e coi denti, chiudendoci il giusto, soffrendo il giusto, ma conservando il vantaggio fino alla fine del tempo complici un pò di fortuna (che nei sogni non deve mai mancare), una traversa ed un paio di interventi miracolosi di Zizzo (ma per quelli non c’è bisogno di sognare).

Poi, sempre come fa una grande squadra in una partita difficile contro un avversario importante, all’inizio del secondo tempo si raddoppia per chiudere la partita. Ancora Ibra, non avevo dubbi, ma stavolta il cioccolatino glie lo serve Rebic. Rientrato da poco e ancora non al massimo, mette sul piatto la grinta di sempre, la classe e la mobilità con cui fa letteralmente impazzire gli avversari che giocano sulla sua fascia sia in fase di attacco che quando pressa o recupera. Mette un assist al bacio e Sua Altezza Zlatan non può esimersi. Pure Theo, con Ante sulla sua fascia di competenza, può permettersi di imperversare a piacimento con la consapevolezza di avere il sedere parato ed il risultato si vede (e si vedrà in seguito…).

Ok, va bene sognare ma forse questa volta ho esagerato.

Poi, perché i sogni di devono complicare altrimenti sarebbero troppo scontati, subiamo l’1-2. Un po di leggerezza dietro ma anche un rimpallo fortunoso che pareggia quanto la dea bendata ci aveva concesso nel primo tempo. Si prospetterebbe un finale al cardiopalma ma, tempo poco, ci pensa di nuovo Theo. All’ennesima scorribanda in contropiede costringe Bakaioko a fermarlo con le cattive. Giallo, che sommato al precedente, fa rosso. Bakka è fuori e noi in superiorità numerica. Da lì in poi cerchiamo di gestire tenendo palla, facendola girare per rischiare il meno possibile e fare scorrere il tempo senza sprecare energie come sanno fare le squadre consapevoli della loro forza. Cambi di qua e di la ma non succede nulla di eclatante nonostante i partenopei ci provino ma in iveriorità numerica si limita il tutto ad un paio di corner e qualche palla buttata dentro. Il tutto fino a che Ibra riesce a farsi male. E ti pareva che andasse tutto bene? Ma porco il mondo… pure in sogno deve andarmi qualcosa di traverso?

Durante una sortita sulla sinistra si fa male per calciare un pallone verso l’area. Al momento non sembra così grave anche perché sul rovesciamento di fronte i ciucci si guadagnano un corner ed Ibra, che per nulla al mondo rischierebbe i tre punti di questa partita, si fa 80 metri di campo tenendo rigida la gamba sinistra infortunata per non peggiorare il danno e si posiziona in mezzo all’area conscio, questo sì, che sulle palle ferme non siamo i migliori del mondo e lui diventa ancora più indispensabile (non fosse che per la presenza). Lo fa ma poi appena può si accascia e deve lasciare. Lo sostituisce Hauge il nostro “hombre del norte”, lo scrivo così perché per come gioca sembra più sudamericano che nordico. Come in qualsiasi sogno che si rispetti il giovane principe entra con il piglio giusto e la mette, altrimenti che sogno sarebbe? 1-3 partita finita.

Già così sarebbe sufficiente ma… in un flash back rivedo tutti gli articoli scritti qua e là. Chi diceva che con il Napoli eravamo sfavoriti e credeva fosse tutto dovuto al caso, chi parla di stadi vuoti che, non si sa bene perché, aiuterebbero solo noi, chi parla di coincidenze fortunate, chi di calendario favorevole (e fa niente se siamo quelli che hanno giocato più di tutti…), chi di combinazioni astrali. Insomma, nel sogno non ci considera quasi nessuno (a parte lo zio Bergomi che pare si sia infatuato) una squadra che può lottare per qualcosa. Tutti che si affannano a celebrare liquidamente le rivelazioni calcistiche del Mastropirlo, lo scintillio della supernova capitolina, la putenza di suning che prima o poi arriverà a conquistare il mondo, il calcio solido della Lazzie, l’Atalentus che parte sempre in sordina ma poi spaccherà il mondo e ci farà a fettine, ed il Napule che… è solo un episodio. Come quello della sbracciata di Ibra su Koulibalì che, per RAI e SKY a reti unificate (mezz’ora a testa di servizio), avrebbe meritato l’esecuzione sulla pubblica piazza con esposizione del cadavere al pubblico ludibrio, mentre sui quattro denti lasciati sul campo da CaterKessie (per la gomitata di Politano) silenzio. Nel sogno vedo un Caressa piuttosto attapirato e mi chiedo il prechè… Siamo in testa ma per noi quasi il nulla, siamo destinati ad essere considerati solo una specie di fenomeno passeggero, un incidente di precorso fastidioso. Non importa, mi dico, è solo un sogno e non mi faccio il sangue amaro, anzi, tutto sommato sgodicchio al pensiero delle rosicate altrui.

“Ok Elsa, va bene, mi tiro su ma piantala di slappazzarmi. Lasciami un secondo per un bisogno corporale urgente e ti porto al parchetto, promesso”. Mentre mi siedo apro il cellulare per leggere qualche novità. E’ lunedì, apro un sito sportivo a caso e, non credo ai miei occhi. I sogni si dice siano desideri ed i desideri a volte si avverano e… e siamo ancora qua… eeeeeh già!

FORZA MILAN 

Axel

Puoi cambiare tutto nella vita. La fidanzata, la moglie, l'amante, la casa, il lavoro, la macchina, la moto e qualsiasi altra cosa che ti viene in mente. Solo una cosa non potrai mai cambiare. La passione per questi due colori. "il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari". Grazie mamma che mi hai fatto milanista, il resto sono dettagli.