Udinese-Milan presentazione

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Alla ricerca della continuità in uno stadio che ha sempre riservato partite complesse. Il Milan si appresta a disputare il match della Dacia Arena contro l’Udinese con l’obiettivo di dare appunto continuità alle proprie prestazioni: delle ultime cinque partite ne ha vinte quattro, con l’ultima sconfitta datata 9 dicembre (Atalanta-Milan 3-2). Vuoi per mancanza di maturità, vuoi per mancanza di carattere o convinzione, ma è questo che è mancato troppo spesso al Milan in questi anni, i filotti di vittorie consecutive che spezzano le reni agli avversari. L’unico vero filotto decisivo è stato quello delle ultime partite dell’anno dello Scudetto, quando dopo il sorpasso all’Inter la squadra di Pioli si è dovuta difendere vincendo i propri match. Vincere aiuta a vincere, sempre. Per questo è così importante la partita di oggi, anche e soprattutto per chiudere il prima possibile il discorso qualificazione Champions, che al momento vede il Milan a +9 sul quinto posto.

Se la continuità è sempre mancata al Milan di Pioli, l’emblema di questa difficoltà è Rafa Leao. Al momento il portoghese ha segnato in Serie A solo tre gol, servendo cinque assist. Troppo poco, se contiamo che hanno segnato lo stesso numero di reti Okafor, Tomori, Jovic, Theo, tutti giocatori che hanno disputato meno minuti o che giocano in ruoli arretrati. Il numero 10, con il rinnovo del contratto, aveva ricevuto l’investitura ufficiale di leader tecnico della squadra, ma da allora ha dimostrato molto poco di quel che ci si aspettava da lui. Da lì nascono i fischi di San Siro, e per come la vedo io sono più che comprensibili. Il tifoso si aspetta da lui che faccia la differenza più volte possibile, che nei momenti di difficoltà prenda in mano la squadra, che faccia le scelte giuste, ma raramente Rafa ha dato questa impressione in questa stagione. È ancora molto acerbo sotto questo punto di vista, se paragonato al numero 10 e leader dei nostri dirimpettai, Lautaro Martinez.

Davanti a noi stasera l’Udinese di Cioffi, contro cui abbiamo perso all’andata alcuni dei punti più sanguinosi in assoluto. I friulani navigano in una zona della classifica particolarmente rischiosa, a +1 rispetto al Verona terzultimo, in piena lotta per non retrocedere. Cinque giocatori out per la sfida di oggi: Davis, Ebosse, Vivaldo, Bijol e l’ex Deulofeu. Escluso anche Samardzic, in partenza. Discreta la fase offensiva dei bianconeri, meno irreprensibile quella difensiva. Due sole vittorie per i padroni di casa nelle ultime dieci: un 3-0 casalingo contro il Bologna e appunto lo 0-1 di San Siro. Attenzione a Pereyra in appoggio a Lucca: entrambi si stanno rendendo protagonisti di una stagione discreta, specie il giovane attaccante italiano, già a quota sei reti e due assist in stagione. Aspettiamoci una squadra pronta a ripartire e in grado di occupare bene l’ampiezza del campo con il suo 352, con cui cercherà di raddoppiare gli esterni rossoneri. Probabile formazione (352): Okoye; Ferreira, Perez, Kristensen; Ebosele, Payero, Walace, Lovric, Kamara; Pereyra, Lucca.

Nel Milan confermata la formazione vittoriosa contro la Roma. Theo ancora a sinistra e Adli ancora metronomo a metà campo. Assenti Thiaw, Tomori, Kalulu, Pobega, Bennacer e Chukwueze. Probabile formazione (4231): Maignan; Calabria, Kjaer, Gabbia, Theo; Adli, Reijnders; Pulisic, Loftus, Leao; Giroud.

Vincere per la Champions e basta. Nessun grillo impossibile per la testa: lo Scudetto è fuori dalla nostra portata, purtroppo i sette assurdi punti persi tra Udinese, Lecce e Napoli hanno deciso la nostra stagione in modo irreparabile. Forza Milan!

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.