L’emozione

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Incredibile! Dopo tempo immemorabile il Milan mi ha fatto emozionare. Stendiamo un velo pietoso sul primo tempo. Lì di emozioni neanche l’ombra, more solito. Ma nel secondo…. Insomma, ho visto una squadra viva. Piena di difetti, d’accordo. Con troppi spazi lasciati a un’ottima Udinese. I Friulani potevano anche vincere, non fosse stato per il fatto che è salito in cattedra Gigio. Tutto vero. E il gol di Lasagna ci aveva inchiodato ad un pareggio, che non avrebbero demeritato. Ma eravamo vivi! Abbiamo riconquistato palla sulla loro trequarti. Lancio pronto per Conti, che dal fondo alza la testa e la mette perfettamente rasoterra per l’accorrente Rebic. Rasoiata decisa e la rete si gonfia! Sìì!! Eccola, l’emozione che si scarica quasi pudicamente in un urletto. Corner per noi. Io temo il contropiede…. Respingono di testa. Bomba al volo di Theo, appostatato nei pressi del limite. Gollasso! Sìììì!!!! Eccola, l’emozione. Si manifesta con urlo non prepotente, ma che sa il fatto suo. Manca un sospiro alla fine. Il pareggio sembra ormai scritto. Rebic la smorza di petto per Ibra, che la difende da par suo e gliela ridà. Ante la prende, entra in area, si destreggia fra un nugolo di avversari! Sinistro! Goooollllll!!!!!Sììììììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!! Eccola, l’emozione. Stavolta esplode in un urlo potente, liberatorio, espressione di una gioia irrefrenabile. Cosa dicevi, Adriano Celentano? L’emozione non ha voce? Col cappero! La mia ce l’ha! E come! Parecchia. Parecchissima! Insomma, per una che era diventata l’impersonificazione dell’apatia non è poco, eh!

A chi non è capitato di fermarsi con l’auto, per dare la precedenza a un pedone un po’ bizzarro, che attraversa la strada in diagonale? “ Pedone che attraversi in diagonale, ricordati che non sei un alfiere!”, gli dici. E la cosa finisce lì. Ma, se sei tifoso del Milan, ci sono degli strascichi. Già, perchè pensi ai tuoi pedoni che si muovono lentamente, stancamente per il campo. Alfieri? Manco l’ombra. Cavalli? Niet. Torri? Quando mai? Non è che abbiamo dei corazzieri, noi! E ti fai prendere dallo sconforto. Se sei una tifosa della tipologia mia, poi, ti viene pure una potente crisi di rigetto da 4-3-3. Dal Mercato non vuoi sentir parlare di merce da 4-3-3, a prescindere dal valore del giocatore. Under? No, grazie. Insomma, sono arrivata ad odiare Montella, Gattuso, Giampaolo, in cui riponevo infondate speranze, e Pioli, perché mi hanno inflitto costantemente il 4-3-3 sbilenco con Suso titolare inamovibile e Calha impiegato fuori ruolo a sinistra. Una bestemmia tattica. Adesso non voglio più sentir parlare di questo schifo di modulo. Sono arrivata pure a smettere di scrivere per nausea e sfinimento. Basta, maledizione al secchio! Ma anche il 4-4-2 con Casti e Calha ai lati non mi entusiasma. Bene che non ci si sia il pedone spagnolo, per carità. Però io voglio dentro Piatek e Paquetà. Per far giocare Lucas e sfruttare le caratteristiche di Theo e Conti, la soluzione c’è ed è semplice: 3-5-2. Continuo ad abbaiare alla luna. Senza nessun risultato, come mi capita sempre. Qui bisogna accontentarsi di quel che passa il convento. E il convento oggi passa il 4-4-2, con la conferma di Samu e Leao e Bonaventura che prende il posto di Calha come laterale sinistro. Quello per me non è il ruolo nè di Jack né di Hakan. Neppure di Paquetà, se è per questo. Ma tant’è. A Cagliari abbiamo vinto. Però…. Si gioca alle 12.30. L’orario storicamente non ci è amico. E’ pur vero, comunque, che di orari favorevoli non ne abbiamo da una vita. Sconfitte e non gioco sono da anni e annorum il nostro doloroso viatico.

Giù il cappello, Ante!

Ciò non toglie che inciti la famiglia a svegliarsi dal consueto torpore, dalla solita pigrizia da mattina domenicale. “ Sveglia! Qui bisogna anticipare il pranzo. Devo vedere in pace il Milan, io! Orrendi e Gobbi li voglio a tavola sul far del mezzogiorno Non posso mangiare all’una e un quarto. Non si interrompe un’emozione.” Detto, fatto. Pollo arrosto, patate al forno e carciofi alla giudea. Poi in poltrona davanti alla Tv. Sul primo tempo preferirei sorvolare. L’errore di Gigio è evidente. Uscita laterale sulla trequarti inopportuna, esattamente come era accaduto a Cagliari. Là era riuscito poi a rimediare, tornando rapidamente in porta. Qui no. Ma non ci penso neanche a metterlo in croce. Si tratta di scelte emotive sbagliate. Le qualità del ragazzo non le discuto. Per me è un campione e farei di tutto per non privarmene. Subire un gol all’inizio non dovrebbe essere un problema per una squadra in gamba. C’è tutto il tempo per recuperare e capovolgere la situazione. Già, ma… Arrivo all’intervallo con il morale non altissimo. Di gioco, di velocità, di pericolosità ho visto ben poco. Sul cellulare leggo il messaggio di Buona Domenica che in mattinata mi aveva mandato il mio amico Andrea. “ Purtroppo qui non si prospetta una buona Domenica”, gli rispondo. Mannaggia. Penso che io sostituirei un Bonaventura che non sta in piedi non con il mio Calha ma con Rebic. Dobbiamo recuperare e quindi bisogna rischiare, diventando più offensivi. Quasi mi commuovo, vedendo che Pioli fa questa sostituzione. Non è mai successo a memoria d’uomo che un allenatore mi scodelli la mossa che avrei tentato io. Incredibile!

Sei una meraviglia, Theo!

L’Udinese inizia con pericolosità e Gigio si comporta da grande portiere qual è. Ma noi siamo vivaci. Diamo finalmente l’impressione di poter far male. La partita diventa bellissima con la nostra supremazia, le nostre occasioni e i nostri rischi sui rapidi ribaltamenti di fronte friulani. Lo spettacolo mi cattura ed entro in empatia con la squadra. Ma guarda un po’ che Rebic! Stupenda, ficcante l’azione del primo gol. Il miracolo di Gigio ci evita di ripassare subito in svantaggio. Sarebbe stata una mazzata tremenda. La gara scorre via piacevole, dispensando emozioni. Cos’hai fatto, Theo! Sei meraviglioso!Lasagna ci punisce, come gli capita spesso. Troppo spesso, purtroppo. Ma una squadra viva può avere guizzi che quelle morte non hanno di certo. Stavolta ci spero come non ho fatto mai. E Ante mi confeziona uno splendido regalo all’ultimo respiro.

Vedi che la Domenica non è poi così brutta come pensavo? L’ho dipinta con i colori dell’emozione. Quando vince il Milan, tutto mi sembra più bello. Non c’è niente da fare. E poi ci pensa pure Mancosu a portarmi un raggio di sole. E vai! Io non ho particolari competenze tecniche. Sono semplicemente una tifosa. Non un’addetta ai lavori. Noto, comunque, una cosa abbastanza inquietante alla quale cercherei porre rimedio. Sui rilanci a casaccio della nostra difesa o di quella degli avversari sono sempre gli altri a prender palla in mezzo al campo. Sempre. Di chiunque si tratti. Allora c’è qualcosa che non va nella disposizione o nelle attitudini tecniche o fisiche dei nostri centrocampisti. Non sarebbe il caso di provare a metterci a 5? Di Mercato non voglio parlare. Gli Orrendi possono permettersi di prendere Eriksen, pagandogli 10 milioni netti di ingaggio e andando pure a soddisfare le richieste economiche del Tottenham e le commissioni. Noi no. Mica vivo sulla luna, io. A me basta che non ci avviciniamo a roba da 4-3-3. Non riusciamo proprio a vendere Suso per mancanza di acquirenti? Mannaggia… Ma pazienza. A me basta che lo lasciamo in panca. Sorgono intoppi sulla cessione di RR, uno che mi ha profondamente deluso per la sua esasperante lentezza? Amen. Intanto ci sarebbe da sostituirlo e poi io non lo vedrei male come centrale di sinistra di una difesa a 3…. Certo, si potessero fare un paio di cessioni e di conseguenza realizzare l’acquisto di un centrocampista di quelli che fanno sentire la loro presenza in campo, sarebbe meglio. Molto meglio. Le mie priorità, però, sono il recupero di Piatek e Paquetà, che, a dispetto di tutto e di tutti, continuo a ritenere buoni giocatori.

Da Tunnel a tunnel il passo è breve.

Penso a te, particella, che, pur non avendo l’energia necessaria per risalire un muro, lo puoi fare, perché la Meccanica Quantistica ti assegna una piccola probabilità di successo. E’ l’effetto Tunnel, bellezze. E penso a te, Milan. Qualche tunnel ben fatto in campo può regalarci scampoli di bel gioco che portino alla regina di tutte le emozioni. Lucio, mi perdonerai, ma le tua emozioni scompaiono di fronte a quella di un tifoso rossonero che vede gonfiarsi la rete avversaria. Qui, anche in tempi grami, si raggiunge la catarsi. Rebic, titolare della nazionale croata vice campione del mondo, non poteva essere una pippa immonda. Si tratta anche di dare fiducia ai giocatori e di impiegarli in un canovaccio tattico sensato. Se li bocci inesorabilmente per 10 minuti fatti male, finisci inevitabilmente per perderli. A Brescia per noi non sarà facile. Inutile nasconderlo. Vediamo come ci presentiamo al Rigamonti. Quando l’emozione sale in cattedra, anche una classifica che resta molto deficitaria non riesce a mortificarti. Anche i problemi di equilibrio tattico non ti sembrano così gravi. E, per quelli inquietanti dell’assetto societario, può nascere pure una timida speranziella. Miracoli dell’Emozione.

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.