Le due brocche

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Questa volta si potrà dire che la colpa della sconfitta è di Donnarumma, che ha commesso un errore davvero molto grave. O dell’arbitro Orsato, distintosi come sempre per il suo feroce anti milanismo. Ma non si può affermare che abbiamo perso perché siamo stati troppo alti. Infatti non l’ha detto neppure Gattuso. Lui ha parlato di palla linea linea che non va bene. Non ho capito cosa volesse dire. La colpa è mia che sono un’ignorante e non posso comprendere dotte sfumature tattiche. Sul campo non vedo linea linea. Mi capita, invece, spesso di scorgere una successione di tre punti, tre linee e ancora tre punti. Cos’è? L’ S.O.S. dell’alfabeto Morse. Aiuto! Sembrano chiederlo giocatori che non sanno bene cosa fare. Sono tesi, insicuri, impauriti. La mente è avviluppata da un unico dettame tattico: retrocedere per interporsi sulle linee di passaggio. E poi dare la palla indietro, per ripartire con calma dal basso. Nient’altro ci è concesso, visto i limiti della rosa. Che posso fare di fronte a concetti che mi fanno rabbrividire? Nulla. Mi sono stancata pure di arrabbiarmi. Spesso lancio anch’io il mio S.O.S., annichilita dalle nostre imbarazzanti prestazioni. A Rino ormai non parlo neanche più. Il nostro sarebbe un dialogo tra sordi. Paolo e Leo non mi ascoltano. E’ difficile da fare dopo una partita così, ma non mi resta che calmarmi, per non andare fuori di brocca. Per come sono messa, potrei anche andar fuori da due brocche. Non da una sola.

Pretendo munizioni per il mio Pistolero!

A Genova abbiamo sfoderato l’approccio al bromuro che ci contraddistingue. Meno di un minuto ci abbiamo messo a prendere gol. Abbondantemente superato il record del derby. D’accordo, qui c’è stato lo sciagurato erroraccio di Gigio. Ma è normale che il nostro portiere debba toccare tre palle in 50 secondi, dopo che abbiamo battuto il calcio di inizio? E’ normale che tra i suoi piedi arrivino molti più palloni di quelli dati al nostro centravanti? A me pare che ci sia qualcosa che non va nella nostra filosofia di gioco. Lo dico da tempo immemorabile, abbaiando come un cane alla luna. Certo, quando riusciamo a raccattare i tre punti, sono più serena e abbaio piano. Ieri sera e durante il derby ringhiavo. La rabbia per le due sconfitte è tanta. Ma si può davvero dire che siano giunte inaspettate dopo le avvilenti prove con Sassuolo (soprattutto) e Chievo, che pure ci avevano dato i tre punti? E’ questo il nocciolo della questione. Senza un’apprezzabile organizzazione di gioco, senza schemi offensivi che prevedano movimenti negli spazi, tagli, sovrapposizioni è difficile continuare a fare risultato. E diventa improbabile catturare il sogno Champions. Colpa dei limiti della rosa? Non credo. Nonostante le lacune, penso che, se gestita bene, la nostra rosa sia ampiamente da quarto posto in questo campionato. Ritengo che ci siano alternative a quel 4-5-1 che mortifica il centravanti. Piatek è arrivato bello carico e ha messo dentro, compiendo prodezze, tutte le poche palle che gli sono state date. Ora si sta spegnendo, frustrato dal nostro non gioco. Non possiamo fare pressing offensivo con questi giocatori? Mica vero, secondo me. Certo, bisogna saperlo organizzare. Ma tant’è…

Un falsh-back mi riporta al mio Sabato. La giornata fa capire subito quali siano le sue brutte intenzioni. Mi presenta un aperitivo all’arsenico. La Primavera ne busca tre dall’Atalanta. Il rischio che retroceda in B è più che concreto. Insomma, mai ‘na gioina. La scoppola presa dai nostri virgulti e la formazione anti Samp mi lasciano cattivi presagi. Suso in campo e Kessie in panca. Prevedo grosse difficoltà sulla nostra fascia destra. Ormai non mi arrabbio neanche più. Sapevo che sarebbe andata così. E’, però, fuori luogo pretendere che Gattuso mi piaccia e che le sue scelte mi motivino ad aspettare la partita con voglia ed entusiasmo. Spero semplicemente di sfangarla grazie a qualche episodio. Non mi aspetto che lo possa provocare Suso, checchè ne pensi Rino. La sua presenza mi viene inflitta con implacabile puntualità. Non capisco il perché. Bah. Si vede che sono una zuccona. Devo stare calma e non sbroccare. Mi viene in mente l’indovinello delle due brocche. Dunque, si hanno a disposizione una brocca da 5 litri e una da 3. I due contenitori non presentano segni che permettano di leggere volumi intermedi. Com’è possibile ottenere 4 litri esatti di acqua? La soluzione è facile solo se intuisce che bisogna versare dell’acqua a terra. Noi abbiamo il problema degli equilibri. Una roba che fa perdere la brocca a Gattuso e anche a me. Non so se lui sappia risolvere il facile enigma delle due brocche. Quanto a quello degli equilibri, abbiamo idee molto diverse. A me da tempo è venuta un’intuizione. Evidentemente, però, rafforzare il centrocampo con l’inserimento di Biglia e liberare da pressanti compiti di copertura chi potrebbe aiutare Piatek non è roba da fini strateghi.

Sapremo tra due mesi il futuro di Gattuso. Quando finirà il campionato, ci comunicherà cosa pensa e cosa farà. Ipse dixit. Che dire? Aspetteremo. Da quanto afferma, sembra che la scelta sarà sua. Un rigurgito di orgoglio ferito, che lascia intravedere una stilettata a una Società, della quale non sente probabilmente la fiducia. Sono opportune tali dichiarazioni in questo momento? Dubito. Ma tant’è. L’importante sarebbe vincere con la Samp, per poi mettersi tranquilli in poltrona a vedere Roma Napoli e Inter Lazio. Non so cosa darei per espugnare Marassi. In qualunque modo. La formazione è quella che mi aspetto, perché conosco il mio pollo. E non mi piace. Anch’io inserirei Biglia. Non, però, al posto di Kessie. Lucas sposta Baka dalla posizione in cui rende di più? Non se si cambia modulo. Un bel 4 -2-3-1 con Franck sulla destra. Casti o Paquetà? Dipende dalle condizioni fisiche del Brasiliano. Io, comunque, punterei su di lui. Suso? In panchina. Fosse per me, curerei il deficit di velocità con Conti e Laxalt. Troppo sbilanciati? Forse. Ma sicuramente più vivi. Francamente non sopporto più la flemma macchinosa di RR. E le linee di passaggio? Le vede chi è libero di giocare senza marcatura. Se , invece, si va a fare pressione sul portatore di palla e si sta corti, alzando il baricentro, ci si può difendere meglio che portandosi gli avversari in area e perdendo palloni sanguinosi vicino alla nostra porta. Sono ancora concentrata nel turbinio dei miei pensieri, quando la partita inizia e mi dà subito una pugnalata al cuore.

Mi sei piaciuto, Leo.

Mi rifiuto categoricamente di fare la cronaca. Mi sono piaciute le dichiarazioni di Leo. Apprezzo chi ci mette la faccia, quando si perde. Giusto il richiamo alla calma, visto che siamo ancora quarti. E giustissimo il rilievo sui danni che ci ha provocato Orsato. Due i rigori che poteva e doveva sanzionare. Nessun fischio. Discutibili decisioni sui falli e  solite ammonizioni ingiuste, comminate con arroganza ai nostri. Insomma, il comportamento tipico di chi sembra entrato in campo con la precisa intenzione di danneggiarci. E’ vero che noi giochiamo in modo vomitevole e sappiamo farci male da soli. Non vedo, però, perché dobbiamo continuare a subire le angherie delle giacchette nere. Archiviata la sconfitta, non mi resta che sperare in Napoli e, mi fa senso dirlo, Inter. Nonostante la mia mortificazione, non voglio rinunciare al sogno Champions. Carletto mi fa un bel regalo. Grazie! Per una volta che li volevo vincitori, gli Orrendi perdono. Sarò mica io a portare scalogna, eh! Visto come gioca la Lazio? Simone Inzaghi sarà pure antipatico ma è bravino. Peccato che Rino mi sembri assomigliare al fratello. Poche storie, la Lazio ci ha raggiunti. Tutti, infatti, sappiamo che batterà l’Udinese. E noi cosa faremo Martedì con i Friulani? Chi è sicuro di vincere, alzi la mano. Io la tengo bassa. Scommettiamo che incontreremo una squadra più organizzata di noi? E che le daremo coraggio con il nostro atteggiamento passivo e tremebondo? Colpa della nostra rosa mal assortita? Non credo. Le mie due brocche da 3 e 5 litri sono piene. Andar fuori di brocca è un attimo. Comunque ….. spes ultima dea. Diamo qualche munizione al Pistolero, maledizione al secchio! Forza Milan!

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.