La statua di sale

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Eh, be’, se una non muore, si rivede prima o poi. Vero? Cappero, provo ad uscire dal torpore calcistico in cui mi hanno fatto cadere e il Milan che fa? Pena. Come al solito. Vederlo giocare mette tristezza. Svuota e avvizzisce l’anima. Fa sì che anche chi era un vulcano, un crogiolo scoppiettante di passioni si sintonizzi in modalità statua di sale. Mi aspettavo qualcosa di diverso? No. Il tempo delle ingenue illusioni in cui ero caduta anche all’inizio di questa stagione è finito da un pezzo. E allora perché ho detto ai ragazzi del blog che avrei voluto scrivere per una volta ancora? Bah! Effetto Ibra? Bah! Dieci anni fa ero letteralmente impazzita per il suo arrivo. L’ho adorato. La sua cessione è stata una ferita che non si è mai rimarginata. Ora…. Sì, Zlatan conserva un suo fascino, nonostante i 38 anni e la rottura del crociato. Certe emozioni, certi amori ,quando si concedono al brivido di un incontro inaspettato, tendono a riemergere dal passato. Non più, però, con la forza dirompente di un tempo. Ibra non può essere quel che era. La speranza , comunque, è che porti nello spogliatoio la cultura del lavoro, dell’impegno, della rabbia agonistica, della meritocrazia. Magari che attacchi anche qualche lavativo al muro.

Bentornato, Zlatan.

Ho cercato di guarire dal mio mal di Milan, astenendomi dal calcio. Non ho più guardato niente, tranne le nostre partite. Guardicchiate, più che altro. Ho continuato a scrivere, sì, ma di tutt’altre cose, sfogando in ambiti diversi le mie pulsioni. Poi accade un fatterello di per sé insignificante. Parlo del più e del meno con un amico e lui a un certo punto mi dice: “ Ti manca? “ E io: “ No.” “ Invece sì, perché altrimenti mi avresti risposto “chi?” Il ragionamento mi sembra ineccepibile. Glielo riconosco. E divento un fiume in piena. Certo che mi manca il Milan. E mi manca pure il blog. Ma mi hanno ucciso qualcosa dentro, togliendomi la speranza. Si può vivere facendo a meno di tutto, tranne che della speranza. Una donna senza sogni è come un fiore senza acqua. Muore. La proprietà praticamente non esiste. Non sono neppure sicura che Elliot sia il vero padrone. Il fondo, per caso, ha qualche investimento in miniere di fosforo? Dove sei, Arnault? Dobbiamo attendere il tuo ruggito, come aspettammo quello di Huarong? La dirigenza? Bah! Non dico di essere tornata ai tempi di Galliani, quando dicevo. “ Credevo che dirigente fosse un participio presente. Invece è un idiota imperfetto.” Però la fiducia in Maldini l’ho persa e anche quella in Boban si è incrinata. Arriva Ibra? Va bene. Ma non è che possa fare salti di gioia. Dai, magari con lui si abbandona il 4-3-3 senza ali che mi fa tanto schifo e mi ha allontanato dalla squadra. Magari giochiamo con due punte e Suso, che io proprio non sopporto, sta in panca. Se così fosse, comincerei a riprendere colore. Però, frustrata come sono da tante, brutte esperienze, ci credo poco. Figuriamoci. Infatti mi giungono notizie raggelanti. Pioli è intenzionato ad insistere con il 4-3-3. Suso titolare inamovibile. In campo la squadra che ha così ben figurato a Bergamo. Ballottaggio Ibra – Piatek. E allora comincio a sbottare. L’apatia se ne va e torna a scatenarsi per un attimo l’antica rabbia. Ma sei proprio scemo! E Boban e Maldini sono uguali a te. Perchè devo continuare ad arrabbiarmi per questi imbecilli? Poi mi placo e mi pento di aver preso l’impegno di scrivere. Questi mi tolgono ogni voglia di Milan, maledizione al secchio!

Ecco un titolare inamovibile per meriti indiscussi e indiscutibili.

Seguo la partita in modello statua di sale. Come la moglie di Lot, che fu punita per aver disubbidito a Dio, voltandosi indietro a guardare Gomorra. Ma io quali colpe devo scontare? Gli insulti agli espertoni di calcio che dicono che questa è la miglior formazione possibile, perché la rosa è scarsissima e Suso resta l’elemento più forte. Ora, secondo me, l’unico campione che abbiamo è Gigio. Ci sono, però, anche dei buoni giocatori che rendono al di sotto delle loro possibilità. Colpa loro? Sì. Difettano in personalità. Nessuno è in grado di far da guida ai compagni, di caricarsi la squadra sulle spalle. Ma è anche colpa di un’idea tattica sbagliata. Di un ambiente depresso e rassegnato. Come fai a giocare con tre mezze punte che sono lente, non hanno il gol in canna e non coprono? L’unico che si dà da fare in fase di copertura, con risultati peraltro non esaltanti, è Calha. Suso non solo è inutile. E’ dannoso. Rallenta il gioco in modo esasperante. Imbarazzante. Perchè gioca sempre? Perchè? Piatek l’hanno distrutto esattamente come hanno distrutto me. E’ irriconoscibile. Paquetà sempre in panca. Fallo giocare come centrocampista avanzato dietro le due punte, no?

Niente da fare. Sempre la solita minestra. 16 gol in 18 partite, ma non si cambia sistema di gioco. Bisogna preservare gli equilibri, perbacco. Quali, di grazia? Quelli che ti tengono in bilico tra un dirupo e una scarpata? Quelli che rendono il nostro gioco lento, prevedibile, noioso, inefficace? Si è mai visto cercare di risolvere dei problemi continuando a fare le stesse cose? La nostra miserevole situazione paradossalmente ci dà dei vantaggi. Non avendo più obiettivi, possiamo sperimentare. Possiamo tentare di costruire qualcosa di diverso dall’orrendo 43-3 senza ali. Perchè non provare il 3-5-2, per esempio, schierando l’ottimo Teo e Conti laterali e inserendo RR, improponibile da terzino, come terzo centrale di sinistra? Perchè non mettere Gabbia, visto che Caldara non sembra mai essere pronto e Musacchio è quel che è? Cos’abbiamo da perdere? Bofonchio tutte queste cose, mentre la partita scorre lenta, senza catturarmi. Un sussulto me lo dà l’ingresso di Ibra. Mi arrabbio per l’uscita di uno spento Piatek, ma almeno mette Leao per un brutto Bonaventura. Suso? Lasciamo perdere. Zlatan qualcosa fa, eh! Dà quella meravigliosa palla che Krunic spreca, passandola praticamente al portiere. Se Ibra facesse gol, verrebbe giù S. Siro e il mio cuore batterebbe all’impazzata. Altro che statua di sale. Anche se segnasse qualcun altro, la cosa andrebbe benissimo. Ovviamente non accade niente. E portiamo a casa il nostro insipido pareggino. Abbiamo rischiato pure di perderla, confezionando graziosamente assist per gli avversari, more solito. Gli altri volano. Noi ci dibattiamo nel pantano. Sursum corda!

Ibra, pensaci tu. E’ chiaro che non ti si può chiedere di correre. A quello dovrebbero pensare altri. Ma puoi avere comunque un impatto significativo in campo. Prova a far capire che bisogna cambiare modulo. Che Suso deve stare in panchina. O, meglio ancora, da un’altra parte. Che non si può giocare con tante mezze punte allergiche al gol, senza fisico e senza carattere. E’ inutile che mi diciate che Calha è come Suso. Non è vero. Gioca male, ma lui non vincola la squadra a uno schema di gioco, oltretutto assurdo. Anzi, si rende disponibile, pur se con scarso profitto, ad occupare il ruolo che gli viene imposto. Deve stare in panchina? E sia. Ci stia pure Bonaventura. Proviamo a mettere un po’ di cm e di Kg lì in mezzo, affiancando Kessie e Krunic a Benna. Zlatan, vedi di insegnare calcio, di disciplinare tatticamente Franck. Diamo un po’ di fiducia a Paquetà, facendolo giocare con continuità dietro le punte. Certo, se la Società volesse cedere Suso e sostituirlo con un buon centrocampista… Anche gli Esquimesi preferirebbero acquistare ghiaccio piuttosto che sua evanescenza spagnola? Allora scaldi la panca. Invece so che, per legge divina o, per meglio dire, diabolica, la formazione di Cagliari sarà composta da Suso più altri 10. Sembra una maledizione. E allora, Ibra o non Ibra, chi avrà voglia di guardare la partita e di scrivere un pezzo? Non sono la moglie di Lot, anche se avere un marito Orrendo è pure peggio. Mica posso essere trasformata permanentemente in una statua di sale!

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.