Il dilemma del prigioniero

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Scelta di Bonnie. Confessa. Non confessa. Scelta di Clyde. Non Confessa. -8 ; ; 0. 0 ; ; -1. N.B.: I numeri sono anni di galera; quindi si preferisce il valore più basso

Smaltire la sconfitta nel derby è molto difficile. Non sono ancora riuscita a guardare nessuna trasmissione sportiva. La rabbia passa. Rimangono delusione, frustrazione, preoccupazione. Ma bisogna guardare avanti. Chi si ferma è perduto. Anche chi s’inferma. Su questo versante, per fortuna, le cose stanno andando decisamente meglio. I numeri dicono: 4 punti e mezzo sulla Roma. Probabilmente 3 sulla Lazio. Se il campionato fosse finito, sarei felice. Purtroppo, però, mancano 10 partite. Gettata al vento la possibilità di blindare il sogno Champions e di inguaiare gli Orrendi, resta la speranza di acchiappare il quarto posto. Così come si fa sentire la paura di fallire l’obiettivo. Sapete tutti cosa pensi di Gattuso. Apprezzamento sull’uomo. Probabilmente è la persona più adatta per gestire i momenti di emergenza, di instabilità, di confusione a livello societario. Altri, in condizioni del genere, sarebbero andati alla deriva. Forti dubbi sulle competenze tecnico- tattiche dell’allenatore. E non perché io pretenda calcio champagne. A me sta bene anche vincere giocando male. Il problema è farlo, sapendo controllare la partita. Difendendosi in modo compatto, per poi dare qualche stilettata al momento opportuno. A me sembra che noi, invece, ci limitiamo a subire passivamente, consegnando il campo agli avversari. Quel Piatek abbandonato nella morsa dei difensori è una spina nel mio cuore. Se il mister dice che questo è l’unico modo di giocare per limitare i danni, non ha fiducia nella qualità della rosa. E i giocatori l’avranno in lui? Bah! E’ evidente che il punto focale della questione è quel che pensano loro. E Paolo e Leo. La mia opinione non conta niente.

Datti una calmata, ragazzo.

L’episodio che ha visto per protagonista Kessie è stato molto brutto. Io, però, non mi straccio le vesti. Sarà perché ho un carattere un po’ fumantino, ma non vado certo a contare i neuroni del ragazzo. La sfera emotiva è diversa da quella intellettiva. La razionalità può imporsi solo se si tengono sotto controllo i nervi. Cosa che bisogna sempre fare, per carità. A volte, però, risulta difficile. Frank si è scusato. Non è sufficiente, d’accordo. Lo si punisca con una multa salata. Gli si faccia ben capire che non deve più azzardarsi a tenere simili comportamenti e si chiuda la questione. Trascinarla oltre sarebbe inopportuno e sbagliato. Non voglio più sentire pubbliche crocifissioni.

Che poi, per dirla tutta, vedere Kessie sostituito, subito dopo essere stato  retrocesso a terzino, ha fatto imbufalire anche me. Non solo lui. E credo che Franck abbia bisogno di chi lo disciplini tecnicamente e tatticamente. Spreca troppe energie correndo anche per qualcun altro e spesso a vuoto. La cosa che mi ha dato più fastidio , francamente, non è il litigio tra Kessie e Biglia, ma il modo in cui abbiamo affrontato la partita. E l’analisi fatta a posteriori da Gattuso, per usare un eufemismo, non l’ho apprezzata. Tutte faccende che non mi lasciano tranquilla per il futuro. Mi sento un’impotente prigioniera di una concezione di calcio che non condivido e non ritengo adatta alla nostra rosa. Mi viene in mente il dilemma del prigioniero. E’ un gioco di strategia. Due uomini vengono arrestati per un crimine. La polizia non sa chi di loro sia stato. Concede ai due la possibilità di dichiararsi colpevoli o innocenti. Nessuno sa cosa dirà l’altro. E, a seconda del combinarsi delle dichiarazioni, ognuno dei due può essere liberato, beccarsi 10 anni di prigione o pene più lievi. Penso alle strategie di due allenatori che si devono affrontare. Ecco, il nostro a me sembra un libro aperto. Fossi nell’altro, in Giampaolo in questo momento, non mi lacererei nel dilemma del prigioniero. Studierei in tutta calma le mosse da fare, senza temere sorprese. A dire il vero, se considerassi la solita formazione titolare la migliore possibile, starei anche calma. Invece…. Io non desidero Casti al posto di Suso, anche se sarebbe già qualcosa. Vorrei Biglia per Suso, con conseguente cambiamento di modulo. Un bel 4-2-3-1 con Kessie, Calha e Paquetà ( o Samu) oppure, ma solo in seconda battuta, un 4-3-1-2 con Hakan o Lucas trequartisti.

Il passeggiator cortese

Non si può cambiare modulo a 10 giornate dalla fine, dicono i saggi. C’è un però. Dunque, non si prova mai niente di diverso, anche solo per garantirsi una possibile alternativa. Poi si dice che non lo si può fare perché è troppo tardi. Sembra una presa in giro. Si era giocato qualche volta con le due punte, ricorda il tifoso attento. Suvvia, si è trattato di qualcosa di epidermico, estemporaneo, improvvisato di malavoglia, subito cassato con estremo piacere. E allora avanti con il passeggiator cortese, anche se non sta in piedi. Calha e Paquetà corrano, coprano fino a sfiancarsi, alternandosi in posizione decentrata. Perchè non devono essere poi lucidi in fase offensiva? In fondo si tratta solo di percorrere 70 metri in avanti. Tanto Piatek fa reparto da solo….. E Kessie corra sempre come un matto. Quello è il suo lavoro. Lui non ha i piedi, anzi il piede, raffinato di Suso. I punti fatti al momento sono discreti, anche se non tantissimi. Io , al contrario di molti, penso che la rosa ne valga qualcuno in più. Sottolineo qualcuno, per carità. Non vorrei che qualche burlone mi ribattesse che con un altro allenatore saremmo vicini ai Gobbi. Non è, comunque, che i punti si ottengano necessariamente giocando male, eh. Si possono più facilmente conquistare senza essere sempre in soggezione e tremare fino alla fine. Senza farmi temere che non riusciremo a raggiungere l’obiettivo, anche se ora siamo quarti. L’Inter è più forte di noi sostengono in tanti, tra cui Gattuso. Giusto. Ma non in questo momento. Non senza Icardi e Nainggolan e con la pesante situazione del caso Maurito. Non dopo essere stati eliminati tre giorni prima dalla Uefa League. Erano moribondi. Li abbiamo rivitalizzati. Non siamo riusciti a trovare un accorgimento tattico per fermare il trequartista Vecino. Letture delle partite? Zero. Che amarezza.

Leggo che Gattuso deve recuperare Suso. Sbagliato. Rino deve panchinare Suso. Tutt’al più può metterlo nel finale, quando gli altri, stanchi, non hanno un passo troppo superiore al suo. E’ inutile che mi faccia il sangue cattivo. Mi aspetto la solita formazione. Giampa, tu non hai certo bisogno di scervellarti con il dilemma del prigioniero. Calha è limitato da una fragilità caratteriale. Ma ha qualità nei piedi e visione di gioco. Accentrarlo e sgravarlo un po’ da pressanti compiti di copertura, no, Rino? L’hai visto nel secondo tempo del derby, pur con la squadra squilibrata? Solo Suso può tranquillamente passeggiare per il campo, giocando nel suo ruolo e fregandosene di tutto e di tutti. E il povero Kessie…. Non ho parlato della Nazionale? Certo. E neppure ne parlerò. Il motivo è semplice. Non me ne frega niente. Il mio pensiero va a Genova. Vincere ci darebbe ossigeno ed entusiasmo. Perdere….. Brrr!!!!!!! Non mi angustio con il dilemma del prigioniero. Sono semplicemente prigioniera di una situazione che a me sembra illogica e sulla quale non ho alcun potere di intervento. Paolo e Leo, voi, però…. Forza Milan!

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.