Il cacciavite

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Sta per andare in scena l’ultimo atto di questa disgraziata stagione, costellata di molti dolori e pochissime gioie. Siamo ai titoli di coda. Staremo a vedere se davanti alla certezza Uefa League ci sarà scritto oppure no “ Preliminari”. Si consumasse anche l’ultima beffa, sarebbe atroce. Tempi duri per i Casciavit. E’ una vitaccia, disse il cacciavite. Non si batte chiodo, rispose il martello. Noi siamo troppo spesso incudine. Ci tengo al sesto posto. E’ poca cosa? Certo, ma io sono come un Tom Tom. Continuo a riaggiornarmi ogni volta che sbagliamo strada. Ora l’obiettivo è evitare la settima piazza. Appartengo al partito di quelli che… piuttosto che niente è meglio piuttosto. Le mie speranze, i miei sogni erano ben diversi ai nastri di partenza. Il Mercato mi era piaciuto. E come! Fremevo di Milan. Tentavo inutilmente di mettere le briglie al mio entusiasmo. Ero convinta che ce la saremmo giocata con Inter e Roma per i due posti dietro Gobbi e Napoli I sogni si sono presto scontrati con una realtà che mi sembrava troppo brutta per essere vera. Poi segnali di risveglio che hanno riacceso emozioni sopite. Altre docce gelate le hanno mortificate. Magari ora potrei subire anche la mazzata degli Orrendi in Champions. Questa ipotesi mi sembra tutt’altro che peregrina. E, purtroppo, le loro mosse di Mercato mi piacciono. Non ho sensazioni precise sul futuro prossimo. Così mi rifugio nel condizionale. Poco importa. Il mio problema è un altro. La Società ha le idee chiare per il futuro e una sufficiente solidità economica per poterle attuare o deve ripiegare sul gerundio? Spero tanto nella prima opzione. Ma sono preoccupata. Resto convinta che un progetto sia iniziato. Ora va corretto e potenziato. Il mondo è bello perché è vario. Molti tremano per la clausola rescissoria di Suso, peraltro pretesa dal giocatore come conditio sine qua non per il prolungamento del contratto. Dicono che 38 milioni sono pochissimi per un ottimo calciatore come lui. Qualcuno ce lo porterà sicuramente via. Sarà. Io ho un timore di tutt’altra natura. Ho paura che non si presenti nessuno e che noi rimaniamo prigionieri di un equivoco tattico.

In omaggio ai principi di onestà e lealtà

Buffon giocherà la sua ultima partita con la Juve. Non si sa se appenderà le scarpette al chiodo o se affronterà un’esperienza all’estero. Ciao, Gigi. Vedi, chi è stato vittima del gol di Muntari si inquieta un pochino nel sentirti parlare di onestà e lealtà. Abbi pazienza. Saluta, per ora solo a livello internazionale, anche Tagliavento, l’arbitro di quel Milan Juve e di tanti altri scempi. A fine anno l’addio si estenderà pure ai campi nostrani. Che dire? Si tratta di due perdite gravi per i Gobbi. Ciao, Taglia. Ah, no. Questo l’ha già detto Allegri. Ciao anche a Donnarumma? Mi spiacerebbe molto perderlo. Secondo me, nonostante i suoi errori, è l’unico prospetto di campione che abbiamo in rosa. E Reina non mi piace. Già non mi piaceva prima. Figuriamoci ora che ha 36 anni. Poche storie, il suo acquisto è propedeutico alla cessione di Gigio. D’altra parte, se il ragazzo non si stacca dal suo procuratore…. Ma non voglio che sia venduto per meno di 80 milioni, al netto delle commissioni per Raiola. Quelle se le deve accollare l’acquirente. Evitiamo contestazioni sugli spalti, per favore. E’ proprio ciò che desidera il pizzaiolo. Non portiamo acqua al suo mulino, per piacere. L’amore per Gigio è finito da tempo e solo per colpa sua? D’accordo. Cerchiamo, però, di usare l’intelligenza. Non dobbiamo deprezzare un patrimonio. La famiglia Donnarumma, per la quale non nutro una grossa stima, si accorgerà prima o poi di aver gettato il ragazzo in un meccanismo perverso in grado di stritolarlo. Al momento non gliene frega niente, perché è attratta solo dalle montagne di denaro. Già, ma i soldi, e tanti, si possono guadagnare anche crescendo in un ambiente sereno che ti permetta di diventare un campione. Bruciando le tappe e assecondando voluttuosamente le brame di un procuratore avido e privo di scrupoli, si rischia di rompere il giocattolo. Il mio sogno? Che Gigio finisca per capire come stanno le cose. Ma l’ho già derubricato alla voce “utopia”.

Sarà un’utopia anche quella di avere un Milan in zona Champions l’anno prossimo? No, maledizione al secchio! Il cacciavite che è in me vuole avvitare il palcoscenico europeo più importante. Quando mi chiedo quale sia il modulo per il quale abbiamo una buona base di partenza, mi do sempre la stessa risposta: il 4-3-1-2. Sono proprio una zuccona. E’ chiaro che in questo modo prescindo da Suso e Bonaventura. Non vedo il problema. Anzi, lo ritengo un’opportunità se, siccome sono buoni giocatori, riusciamo a venderli bene. L’uscita di Maiorino? Ridicola, grottesca e patetica, in perfetto stile Giannino. A dire il vero, io Jack lo terrei pure . Ma solo nel caso in cui accettasse di non partire titolare. Nel centrocampo i miei punti fissi sono Kessie e Biglia. Li vorrei integrare con una mezz’ala sinistra forte e di impatto fisico, alla Dembelé del Tottenham. Affiancare ai due Jack o Calha vorrebbe dire costruire una squadra troppo morbida e fragile. Hakan lo vedrei ottimamente dietro le due punte. Quali? Una è da prendere. A me Belotti piacerebbe, ma bisogna vedere le pretese di Cairo. Se restano folli, come non detto. Mi andrebbero molto bene pure Dzeko o Mandzukic. Cavani? Un sogno che cozza con un muro da 14 milioni di ingaggio. E la seconda punta? Quella, secondo me, ce l’abbiamo in casa. E’ Andrè Silva. In molti storcono il naso? Lo so. Il primo anno è stato tutt’altro che fantastico. Io, però, scommetterei sul ragazzo. Peccato che RR non si sia rivelato il giocatore che credevo, quando esultavo per il suo acquisto. Non immaginavo fosse così lento e macchinoso. Asamoah, per esempio, non mi sarebbe spiaciuto. Ma si può anche ricominciare con Ricardo titolare. Nessuna squadra è perfetta. Se Conti recuperasse in pieno, la difesa sarebbe forte. Certo, poi ci vorrebbe anche qualche riserva a centrocampo. Lì riciclerei Borini e prenderei uno o due giovani alla Pellegrini e alla Barella. Il 4-3-3 implicherebbe l’acquisto di una punta centrale e di una esterna, ammesso che si voglia puntare ancora su Suso. E servirebbero i ricambi sugli esterni. Che ne sarebbe allora di Calha? Affiancarlo a Kessie e Biglia, lasciarlo fuori o farlo giocare al posto di Lucas mi sembrano scelte poco opportune. Potessi decidere io, costruirei la squadra intorno ad Hakan. In ogni caso, qualunque sia il modulo, dobbiamo acquistare una buona mezz’ala sinistra, per dar vigore e consistenza al centrocampo. I pensieri mi rimbalzano in testa, turbinano in ogni angolo del mio cervello e non fanno i conti con l’oste. Devo tenerli a freno, perché ora conta solo domani. Suso si è infortunato. Borini e Montolivo sono squalificati. Due le alternative. Avanzare Jack a esterno destro e inserire Loca o giocare con le due punte. Ma, se Rino fa fare l’ala a Cutrone, allora mi arrendo all’assoluta divinità di un modulo. Io sono il tuo 4-3-3. Non avrai altro modulo all’infuori di me. Sono un cacciavite stressato dalla sua vitaccia. Tra lo stress e la noia, però, preferisco lo stress. Comunque sia, andrò a S. Siro con il mio Orrendo al seguito. E, in ogni caso, prima e durante la partita dirò due sole parole: Forza Milan!

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.