Bolla e derby

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Allora come state dopo l’interessantissima settimana di Nations League? Una competizione durante la quale, in piena pandemia, i giocatori vengono sparati in giro per l’Europa e il cui interesse principale è la speranza di non vedere i calciatori della propria squadra di club tornare da positivi al covid?

Se in Uefa e dintorni avessero un minimo di sale in zucca fermerebbero da subito questo delirio, liberando peraltro spazio in calendario ai vari recuperi che inevitabilmente si accumuleranno sia in ambito nazionale che in quello delle coppe europee.

Un’altra proposta che Ceferin e compagnia cantante potrebbero mettere in campo, qualora la situazione sanitaria rimanesse questa o addirittura peggiorasse, potrebbe essere quella di un taglio lineare e generalizzato dei compensi di calciatori e tecnici delle squadre militanti nei principali campionati europei. La voce ingaggi è sempre quella più pesante nei bilanci (disastrati) dei club ed è ora che anche i calciatori contribuiscano concretamente al mantenimento in vita del sistema che li nutre. Come dice l’amico Johnson, per fare questo ci vorrebbero dei manager capaci e decisi. Che dite, ce li abbiamo? Io non sono esattamente ottimista sul tema, non so se la cosa traspaia da queste righe.

Un’altra idea che sta iniziando a circolare per salvare il salvabile della stagione appena iniziata, è quella della BOLLA in cui far disputare i vari campionati e far vivere gli atleti stessi, sul modello dell’NBA appena terminata col trionfo dei Lakers di Lebron James. Teoricamente a questa soluzione dovrebbe essere affiancata quella dei playoff: vista così tutta la faccenda mi sembra davvero troppa roba per la macchina organizzativa e decisionale del calcio, sia nostrano sia europeo.

Sta di fatto che rimane difficile pensare che questa stagione, stante la situazione generale, possa arrivare linearmente alla fine senza che gli alti papaveri della politica, calcistica e non, mettano in atto qualche slancio di fantasia e di managerialità che non siano le sole porte chiuse e i tamponi agli atleti ogni 20 minuti.

In tutto questo tra 48 ore abbondanti affronteremo il primo derby della stagione, per fortuna con Ibra negativizzato a guidare l’attacco. Le statistiche dicono che in campionato non battiamo i dirimpettai dal gennaio 2016 (Alex, Bacca, Niang), quindi se non dovessimo sfangarla nemmeno questa volta ci ritroveremmo a festeggiare (si fa per dire chiaramente) un lustro senza battere l’inter in serie A. Male, anzi malissimo.

Sulla carta, anche quella di identità, l’inter è squadra più matura, fisica e che mira chiaramente a vincere lo scudetto. La rosa dei nerazzurri è completa e molto profonda, e Andonio Gonde può cambiare totalmente le partite coi subentranti, grazie anche alla regola dei 5 cambi.  Sulla carta quindi si parte sfavoriti ma la mia speranza è che prima o poi nelle stracittadine la ruota giri anche per noi e ci restituisca quello che ci ha tolto negli ultimi anni. Sia ben chiaro che anche il Milan ci ha messo del suo per non meritarsi la fortuna, date le innumerevoli vicissitudini tecniche e societarie che ci hanno visto protagonisti dal 2012 in poi.

L’assenza di Rebic pare ormai quasi certa e a spanne sarà Leao a sostituire il croato nella formazione di partenza: speriamo di imbroccare una delle serate ispirate del portoghese. Se così non fosse ci ritroveremmo a giocare in 10. E se contro il Rio Ave di turno, non si sa come, l’abbiamo sfangata, temo che contro l’inter odierna non avremmo troppe speranze.

Un Romagnoli al rientro dopo diversi mesi lascia un filino perplessi ma tra covid (Duarte e Gabbia), infortuni di lunghissimo corso (Musacchio) e il mancato intervento sul mercato, non abbiamo troppe alternative per quanto riguarda il compagno di avventure di Kjaer.

Il derby sarà, senza nessuna scala di grigio in mezzo, il primo scontro di alto livello da inizio stagione ad oggi, dato che il calendario ci ha offerto un agosto e un settembre molto soft. Non è facile prevedere come sarà l’impatto di un big match su una squadra così giovane e che viene da una serie positiva così lunga. Staremo a vedere ovviamente con le dita incrociate e coi cuori gonfi di speranza per una volta di portarla a casa.

Quindi in alto i cuori e tutti pronti per il derby

FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO

Raoul Duke

 

Milanista dalla nascita, primo ricordo Milan-Steaua del 1989 e prima volta nella fu Curva Sud in occasione di un derby di Coppa Italia vinto 5-0. Affezionatissimo al Milan di Ancelotti nonostante tutto e fiero delle proprie scorribande in Italia e in Europa al seguito della squadra fino al 2005, anno in cui tutto è cambiato. DAI NAVIGLI ALLA MARTESANA, DA LORETO A TICINESE, TRADIZIONE ROSSONERA, TRADIZIONE MILANESE!