INF Bentornato Ringhio - Milan Night

Bentornato Ringhio

29 novembre 2017 | Di | Rispondi Di più

E’ successo, forse quando meno ce lo aspettavamo, ma è successo. Avevo in mente tutt’altro pezzo da scrivere, ma l’evento è tale da passare sopra ogni cosa. Montella è stato esonerato dopo aver praticamente mandato al macero tutte le dichiarazioni fatte (100 giorni per il vero Milan, filotto di vittorie, non perderemo più, ecc.) oltre ovviamente a risultati scadenti.
Quando parla di una tempistica che lo ha sorpreso non ha tutti torti, a mio avviso doveva essere esonerato ben prima, ma quando parla di aspettative troppo alte dovrebbe in primis prendersela con sé stesso dato che fu lui a dire “Noi dobbiamo tornare protagonisti nel tempo, non poniamoci limiti” prima dell’esordio in campionato.

Adesso però si è voltata pagina e la scelta non può che essere condivisa per una serie di aspetti. La nuova dirigenza (Fassone e Mirabelli) gode del credito che giustamente viene dato ai nuovi, i 65.763 spettatori presenti ad agosto contro il Craiova (nuovo record di pubblico per le qualificazioni all’Europa League) sono stata la prova tangibile di ciò, ma i 53.923 spettatori accorsi a San Siro contro il Torino (terza miglior presenza stagionale in serie A dopo Juventus e Roma) rappresentano la prova del nove perché un’affluenza del genere, dopo una serie di risultati e prestazioni indecenti, non ha scalfito i milanisti radunatisi in massa. Con l’ultima proprietà non sarebbe accaduto semplicemente perché avevano un pregresso che i nuovi ovviamente non hanno.
Questo patrimonio non andava intaccato e per far ciò è stata fatta l’unica scelta possibile per non perdere quel credito ricevuto in dote, ma che nell’epoca del “tutto e subito” fa in fretta a svanire, anche se le cose buone spesso richiedono tempo. L’aver affidato la squadra a Gattuso ai miei occhi sembra giustificare un progetto o quantomeno un’idea già in essere per giugno, ma ovviamente solo il tempo ci dirà se questa mia congettura rimarrà tale o meno.

Ringhio per noi tifosi evoca grinta, fame, il brutto anatroccolo diventato cigno, quello che coi piedi quadrati (esaspero il concetto) ha conquistato il mondo col Milan e con la Nazionale. in pratica l’essenza del tifoso. Se qualcuno mi chiedesse cosa può dare Gattuso oltre alla sua proverbiale grinta la mia risposta sarebbe “non lo so” perché le precedenti esperienze sono tutte falsate, se mi passate il termine, da situazioni davvero complicate (vedasi Ofi Creta e Pisa su tutte) che impediscono una completa valutazione delle sue capacità. Sicuramente è un tecnico giovane, caparbio, che vive le partite intensamente, ma credo che sull’aspetto tattico vada scoperto. Io non mi aspetto tantissimo da lui perché prende una squadra non sua, con una preparazione fatta da altri ecc.; io mi aspetto molto dai calciatori, da chi finalmente dovrà dimostrare doti caratteriali e tecniche. Certo lo spartito dell’allenatore è importante, fondamentale, ma per fare poco meglio basterebbe realizzare che non si è dato il massimo, che in fondo ognuno ha coltivato il proprio orticello, cercando di fare il salvatore della patria.
Ciò che mi ha lasciato perplesso è la notizia secondo cui il gruppo avrebbe colto con sorpresa l’esonero del mister. Se così fosse la cosa sarebbe grave perché significherebbe non essere consci delle pessime prestazioni (e risultati) ottenuti finora e di come quella maglia non valga più di tante altre. Su questo Gattuso potrà dare una grande mano.

La conferenza stampa di presentazione ha avuto passaggi più o meno accademici, ma ha offerto degli spunti interessanti che vorrei analizzare con voi:

“Ho giocato per tantissimi anni a San Siro e vi posso assicurare (…) che se non stai bene mentalmente, se non stai bene fisicamente, se non stai bene a 360 gradi, è uno stadio che la palla incomincia a scottare, pesa, e penso che oggi la cosa più importante è riuscire a livello mentale a dare qualcosa in più a questi ragazzi, questa è la priorità oggi”.

“La chiave secondo me è tutto nelle foto che ci sono in giro per Milanello, è tutto quello che è stata la forza negli anni che ho vissuto io che un po’ forse ultimamente si è persa è quella della storia, di non dimenticare il dna di questa società, di come le regole che bisogna rispettare all’interno di un gruppo, le usanze che si usavano non tantissimi anni fa, poco tempo fa, e penso che bisogna avere grande senso di appartenenza, bisogna partire da là

“A me non interessa se il mio giocatore esce con tizio e caio la sera o non si sopportano, in carriera mi è capitato tantissime volte che a livello umano, a livello caratteriale, non mi acchiappavo con un mio collega ma ero il primo in campo quando indossavamo la stessa maglia che mi buttavo nel fuoco per il mio compagno, mettevo la gamba per il mio compagno, io voglio vedere questo. Che dopo qualcuno ancora non capisce l’italiano perché fa fatica perché ancora non parla bene, là dev’essere il gruppo a mettersi a disposizione e fargli capire o spiegargli a chi sa parlare inglese, francese o chi per esso quali sono le problematiche e le cose che danno fastidio”

“Io la cosa che voglio vedere è che tra vittoria e sconfitta c’è una grandissima differenza, quando si perde deve bruciare…mi avete capito. Deve bruciare, ma tanto. Quando si arriva a Milanello bisogna sembrare che ci sia un funerale e deve bruciare. Ripeto, quando si vince siamo tutti belli, occhi azzurri, biondi, due metri e la differenza si deve toccare con mano. E’ questo che voglio vedere”.

A mio avviso Gattuso ha toccato dei temi importanti: problemi a livello mentale (priorità), rispetto delle regole all’interno di un gruppo, senso di appartenenza (bisogna partire da là), il gruppo deve mettersi a disposizione dei compagni (far capire anche le cose che danno fastidio), la sconfitta come qualcosa di immensamente negativo che deve dare fastidio.
Il mancato stupore dei giocatori rispetto al licenziamento di Montella collima con l’ultimo punto, così come la situazione linguistica potrebbe in qualche modo spiegare l’utilizzo estemporaneo di Andrè Silva in campionato, nelle regole del gruppo si potrebbe leggere il calcio di Bonaventura al borsone o l’uscita rallentata di Kalinic (fischiato tra l’altro senza motivo alla lettura delle formazioni da alcune zone dello stadio). Dal mio punto di vista sono ottimi spunti, ciò non significa che in questi ambiti sia tutto sbagliato, probabilmente occorrono anche dei semplici correttivi. Aspetto i vostri pareri.

Infine l’ultimo spunto lo prendo dalla prima dichiarazione sopra riportata e riguarda San Siro: domenica eravamo in tantissimi con tantissime famiglie (guarda caso partita alle 15) ed il pubblico dopo una prima parte in cui ha incitato la squadra si è spento (eccezion fatta per la curva) per poi innervosirsi. E’ stato l’amore di ognuno di noi per quei colori a scatenare quella reazione dopo tanti risultati negativi, spero però che in questa complicatissima stagione San Siro possa diventare un fattore trainante, un volano, perché in fondo siamo milanisti e buttare via tutto ora ha poco senso perché in fondo siam qua per due colori e per gridare Forza Vecchio Cuore Rossonero.

Seal

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Categoria: Comunicazione, Mondo Milan

Sull'autore ()

Ricordo Baresi entrare in scivolata e poi l’ovazione del pubblico, da quel momento ho capito che fare il difensore era la cosa più bella del mondo. Ancora mi esalto quando vedo il mio idolo Alessandro Nesta incenerire Ferrara sulla linea di porta mentre credeva di essere a un passo dalla gloria. Se la parola arte fosse compresa appieno le scivolate del n.13 sarebbero ammirate in loop al MoMA di New York.