Milan: cambiare tutto, per non cambiare niente

9911

Il titolo dice molto di quello che è la realtà attuale in casa Milan. Nonostante si voglia cercare di trovare un punto di rottura, non c’è nessuna differenza con quello che è successo negli ultimi anni. Assodato che ormai la spaccatura nel tifo rossonero rimane reale e ben visibile, anche qui all’interno del blog, rimango sempre più perplesso sulle motivazioni generali. Partiamo subito dal concetto che come sempre la verità sta nel mezzo, pertanto mi sembra inutile continuare a difendere le proprie posizioni, a volte, arrampicandosi sugli specchi, solo per dare contro a chi la pensa diversamente. Anche perchè, il paradosso è che tutti vorremmo il bene del Milan, pertanto stiamo facendo le barricate veramente per nulla. La mia posizione, per esempio,  è precisa e non devo stare a ribadirla, non sono mai stato un fan della proprietà americana e non lo sono dai tempi Elliott e Gazidis, non lo sono tuttora. Però non faccio e non riesco a fare l’associazione che spesso viene fatta “cacciata di Maldini” = ridimensionamento. Se guardiamo in maniera neutra la situazione rispetto ad un anno fa, a due anni fa, a tre anni fa, NON E’ CAMBIATO NULLA.

Il licenziamento di Maldini, doloroso quanto si voglia, non ha portato una gestione diversa rispetto a pochi mesi prima. I soldi sul tavolo li mette la proprietà, Elliott o RedBird che si voglia, e nel più classico dei motti americani “I pay, I play”. Tolta la parte iniziale (sciagurata) di Leonardo con Maldini dove le casse furono ulteriormente appesantite da acquisti come Higuain, Caldara e Paquetà, Elliott ha settato dei parametri, precisi, chiari e sempre rispettati, anche da Maldini stesso. Pertanto, racchiudere a “pezzente” RedBird quando l’anno precedente e quello prima sono state fatte le stesse cose, per me è riduttivo ma soprattutto non è una critica costruttiva. Sopra certe cifre il Milan non va, piaccia o non piaccia, dovremmo averlo ormia imparato. Con o senza qualificazione in Champions, con o senza vittorie sul campo. Il budget è quello e con quello bisogna arrangiarsi. La grande novità che ha messo in campo RedBird è stata quella di una grande cessione per aumentare il budget di mercato e questo è stato uno dei punti fondamentali della disputa con Maldini. Dò l’onore delle armi al capitano rossonero che non ha voluto piegarsi a questa situazione ma allo stesso tempo, per il ruolo che ricopriva, non posso assecondare la decisione di non accettare una direttiva aziendale precisa che non può essere peggiorativa a prescindere. Inoltre si era già scontrato con la realtà dei fatti sulle regole stringenti del mercato, quindi non ci sarebbero state novità.

Quando dico che non è cambiato nulla, vi invito a ricordare quando, per esempio, l’anno scorso il Milan trattava Botman e la richiesta era 35 e l’offerta 20? Che differenza c’è oggi con la trattativa per Rejinerds, così per dire? Che non c’è Maldini a farla e al posto suo ci sono degli emissari? Sempre 20 l’offerta sarebbe rimasta. Vi ricordate quando ci si spellava le mani per applaudire Maldini che non cedeva alle cifre di certi procuratori e club? Ora lo fanno Furlani e Moncada, qual è il problema? La politica di Elliott è precisa, si individua un calciatore con o senza algoritmo (come prima), si fa una offerta che si ritiene congrua e si aspetta la risposta, poi si valuta se alzare o meno. Niente di diverso. O vengono al Milan, alle condizioni economiche del Milan o andranno altrove. Gente che perde Maldini e Tonali, secondo voi, si straccia le vesti per un qualsiasi giocatore che non si riesce a prendere? Chi oggi pensa che le trattive si possano fare come ai tempi Berlusconiani, rimane in un mondo che non esiste più. Ma poi, chiedo umilmente, quando comprate una casa voi non fate un’offerta al ribasso e si aspetta la controproposta? Perchè dovrebbe essere diverso? Perchè RedBird ha i soldi? Ma tanto li vuole spendere, quindi di che parliamo?

Io continuo a ricordare che è così, pensare che cambino atteggiamento solo perchè una parte della tifoseria ha il mal di pancia è utopistico, anche perchè, mi pare che circa 60M€ siano stati spesi, teoricamente ne mancherebbero circa altri 50/60M€, anche se penso che la “quota Tonali” non sarà totalmente reinvestita. Mi strapperò le vesti per questo? No di certo. Ho imparato, mai come negli ultimi anni che sarà il campo a dare o togliere a questo nuovo corso. Rimango convinto che se le cose dovessero andare male, ci sarà il putiferio ma se dovessero andare bene, a dicembre neanche ci si ridorderà più di questa pazza estate. Anche perchè la cosa che più mi dispiace in tutto questo bailamme, è che non ci si sta focalizzando sul vero ed unico problema che abbiamo e che avremo, ovvero un allenatore scarso e fortunato che oggi è stato promosso a “coach” ma senza paracadute e il rischio di uno schianto è elevatissimo. L’averlo riconfermato è una colpa ma ricordo sommessamente che qualcun altro l’avrebbe sostituito con Pirlo, quindi non stapperei troppe bottiglie. Ma la squadra la sta costruendo con la società, pertanto se ci saranno dei cessi come CDK, non ci saranno più scuse, l’incapace sarà lui.

FORZA MILAN

Johnson

p.s. Come sia possibile che al premio Ricardo Oliveira non ci sia in finale CDK un giorno me lo spiegherete.

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.