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Sadici e masochisti

9 dicembre 2017 | Di | Rispondi Di più

Gennaro, qui c’è bisogno del santo tuo omonimo.

Ma allora ditelo che siamo nati per soffrire! E soffrire molto! Passiamo dalle forche caudine del Sannio al naufragio nel Fiume. E in questo fantastico viaggio veniamo cullati da gradevoli musichette che suonano al ritmo di voluntary e settlement agreement. Anche i parrucconi dell’Uefa ci pigliano per i fondelli, lasciando trapelare notizie del tipo “ Domani la richiesta del Milan è stata bocciata.” Insomma, la nostra situazione potrebbe essere riassunta in una semplice frase: “ Se tutto andasse bene così come va male, andrebbe benissimo.” E allora? E’ proprio in condizioni tremende come queste che io rimango vicina, avvinghiata all’oggetto del mio disperato amore. Non rinnego nulla. Non il Mercato, che mi era piaciuto e mi aveva regalato speranze e sogni. Non il Mirafax, al cui fianco continuo a schierarmi, mostrando il petto. Mi lascio trafiggere da tutte le frecce scagliate da schiere di nemici che godono con compiaciuta perfidia. E di amici o supposti tali che si macerano o gongolano nel gioco del “ Io l’avevo detto.” Be’, invece, io non l’avevo detto. E neppure lo pensavo. Neanche nei miei peggiori incubi.

Ma la realtà è questa, purtroppo. Inutile arroccarsi dietro complotti o destini cinici e bari. Bisogna mettere in conto di ricevere cannonate ad alzo zero, quando i risultati sono così negativi. Magari sono anche meritate. Occorre rinserrare le fila e cercare di salvare il salvabile. Non mollare mai. Fare di tutto per risalire. Non mi scaglierò di certo contro Fassone e Mirabelli, perché mi sono sempre sentita in sintonia con loro. Hanno sbagliato? Io avrei fatto altrettanto. La conferma di Montella? L’ho rimpianta con il senno del poi. Ma anch’io sarei ripartita con Vincenzino nostro. La differenza tra la vecchia e la nuova dirigenza per me si riassume in un semplice esempio. Mi ero inviperita al momento degli acquisti di Essien o di Sosa, per dirne solo un paio a caso. Col senno del prima sapevo che erano operazioni scellerate dal punto di vista sia tecnico che economico. Ho invece accolto con gioia gli acquisti di Calha e Biglia. Giocano male? E’ vero. E la delusione è enorme. Ma resto convinta che si tratti di ottimi calciatori. Così come tanti arrivati in estate. Risultati e gioco, però, sono mortificanti. Quindi sono stati commessi degli errori. Rivoluzione non completa che ci ha lasciato in un’insidiosa Terra di Mezzo. Giocatori sopravvalutati o non messi in condizione di esprimersi al meglio. Forse un insieme delle due cose. Preparazione atletica molto discutibile. Incomprensioni con l’allenatore. Lui credeva in una tipologia di gioco, mentre il Mercato andava in un’altra direzione. Molti parlano di una strategia completamente errata. Si dovevano prendere solo tre, non ben identificati, top players. Non li seguo. Ogni opinione, però, ha diritto di cittadinanza.

Dopo un inizio non entusiasmante ma comunque discreto, c’è stato il crollo. Ricordo che da S. Siro, in occasione della gara con la Spal, ero uscita abbastanza contenta. Qualcosa di buono l’avevo visto. Molto bene Biglia e Kessié. Ottimo Kalinic. Pensavo non potessimo far altro che migliorare. E cullavo i miei sogni. Che dire? Non sono una veggente. E’ ufficiale. Cos’è successo, maledizione al secchio? Ruminiamo calcio a ritmi che sarebbero imbarazzanti perfino in una partita tra scapoli e ammogliati. Una notte ho sognato di essere una masochista. Imploravo così la squadra: “ Ti prego, fammi male!” Lei, da vera sadica, ha risposto: “No!” Se il calcio è una faccenda di spazi e di tempi, noi riusciamo nell’incredibile impresa di dilatarli entrambi. Einstein ci perdona. La dea Eupalla no. Ed ecco allora che un portiere ci fa gol al novantacinquesimo e uno sconosciuto Croato azzecca una punizione alla Maradona. Questione di testa o di gambe? Io credo che sia la condizione fisica precaria ad influire sulla mente. La modestia delle prestazioni e dei risultati crea poi un impatto psicologico devastante. Vengono a mancare la fiducia, l’autostima e il maledetto circolo vizioso è confezionato. Uscirne diventa difficilissimo. Si gioca con le gambe pesanti, paralizzati anche dalla paura. Tutti conosciamo i tanti difetti di Abate. Nulla, però, gli si è mai potuto imputare sulla corsa. Abbiamo visto come D’ Alessandro gli sia andato via a velocità doppia. Lo stesso è capitato a Zapata con un attaccante croato sul quale era in vantaggio. I nostri non si smarcano, non corrono. Ricevono palla sui piedi, con le spalle girate alla porta e sempre controllati da uno o più avversari. In fase di non possesso, viceversa, lasciano gli altri liberi di impostare e di scendere in velocità verso le nostre retrovie. Non conosciamo il significato di parole come “pressing” e “raddoppio”. Non essendo reattivi, arriviamo sempre in ritardo sulle seconde palle. Purtroppo siamo lo spot dell’anti calcio.

Sbagliato esonerare Montella? Non si poteva fare nient’altro. Magari si sono un po’ ritardati i tempi. Gattuso inadatto? L’etichetta è ingenerosa e le alternative non pullulavano. Rino si trova in una situazione difficilissima. Merita comprensione e sostegno. A dire il vero, io sono stata la prima a scocciarmi, perché a Benevento ha schierato Montolivo e non ha messo le due punte. Non mi era piaciuta la formazione di chiaro stampo montelliano. Be’, il mondo è pieno di gente che predica bene e razzola male. Comunque devo stare più calma. E liberarmi dalla fissa dei due attaccanti. Una parola. A Rijeka non hanno prodotto un solo tiro nello specchio della porta. Io, però, me ne frego. Insisterei comunque. Dipendesse da me, con il Bologna giocherebbero Kalinic e Andrè, con Cutrone pronto in panchina. Fa’ quel che vuoi, Rino. Scegli e vedi di non cambiare ogni volta uomini e moduli. Spero che in allenamento siano stati fatti dei carichi di lavoro pesanti. Una roba di quelle che ti imballa sul breve. Poi, però, si vedono i benefici. Spero……. Non so più neanche io che cosa. Ma in qualcosa devo sperare.

Com’è difficile scrivere di Milan. Sul campo si vedono solo disastri. Fuori….. è una sofferenza. La mancanza di chiarezza sulla proprietà è un cappio che permette a tutti di stritolarci il collo. Io sono preoccupata, ragazzi. Yonghong è solo un prestanome. E’ ininfluente il fatto che abbia oppure no le miniere di fosforo. Ho capito. Ma chi c’è dietro allora? Gradirei saperlo. Così, tanto per mettermi un po’ tranquilla di fronte a settlement, fair play, problemi economici acuiti dalla mancanza di risultati sportivi. Io sono masochista e continuerò a seguire il Milan. Non vorrei, però, far godere troppo i tanti sadici che ci circondano. Me ne frego di quali siano le abitudini dei Cinesi. Certi silenzi, di fronte ai continui attacchi dei nemici, diventano assordanti e inquietanti. E fanno scorrere gelidi brividi di paura lungo la schiena. Altro che storie! In tutto questo, se non fossi inchiodata a casa dalla mia solita bronchitaccia, Domenica sarei a S. Siro. Ragazzi, la squadra molle e brutta che ci troviamo di fronte ora ha bisogno di noi. Sosteniamola, anche se gioca male. Appoggiamola, anche se è ben lontana dalle nostre aspettative e la cosa ci fa girare tutti gli ammennicoli. I fischi tiriamoli fuori, tutt’al più, alla fine . Ma durante i 90 minuti proviamo a vedere se l’urlo “ Milan! Milan!” dagli spalti riesce a creare un’empatia capace di scuotere un po’ i nostri terrorizzati morti in piedi. Il Bologna sa come siamo ridotti e viene a casa nostra per vincere. E’ sadico. Se ci vede in tanti a tifare da matti per la nostra squadra, ci prende per masochisti e quindi evita di farci male. Brrrrr!!!!!!! Forza Milan!

Chiara

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Categoria: Voglio essere Chiara

Sull'autore ()

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.