Umiltà e attributi. Siamo il Milan

“Il Tuo ruggito è il Nostro ruggito”
Lo ammetto, rivivo le sensazioni di giugno e luglio scorso. L’aria stantia, che si era venuta a creare intorno a questo nuovo Milan negli ultimi mesi, mi stava facendo lentamente scivolare nella più totale apatia, stile Giannino. L’esonero di Montella è stato inaspettato ma solo nella tempistica. Che fosse ormai completamente in balia degli eventi era evidente. Però ora, di fronte ad una nuova presentazione con annessa conferenza stampa, mi sento speranzoso, mi sento fiducioso. Confido che finalmente si possano vedere in campo sprazzi del Milan che tutti noi abbiamo ancora negli occhi e nel cuore. Non più delle foto ingiallite e ritoccate con “Condorshop” del Giannino.
Leggendo queste righe mi prenderete per matto, ma io credo che l’arrivo di Gattuso sia una ventata di aria fresca necessaria per questa squadra. Non stiamo parlando di Carlo Ancelotti. Sia ben chiaro. Ringhio ha e avrà dei limiti, la sua storia di allentore ci racconta poco, ma quel poco è fatto di tanto lavoro operaio e poca qualità nel gioco. Ma già vedere correre questo Milan sarebbe rinfrancante. Però con lui parliamo di un qualcosa di più importante di un allenatore. Qualcosa che ci mancava in questo specifico momento storico, un allenatore Casciavit. Un allenatore che le vittorie le ha conquistate correndo e sudando prima per il Milan, poi per i campioni divini che aveva al fianco ed infine per se stesso. Finalmente, credo, si potrà portare in questo spogliatoio un pò di Storia che dovrà essere studiata, recepita e messa in pratica ogni santo giorno. L’ha detto anche lui in conferenza stampa, gruppo e senso d’appartenenza. Già con queste due parole, io mi butterei in trincea con lui. Attenzione, non si tratta di un Seedorf Bis o di un Inzaghi 2.0. Non facciamo questo errore. Quello era un ambiente marcio, mal frequentato e zeppo di paracarri spacciati per calciatori che venivano a bivaccare senza saper distinguere un pallone da un panettone. Io credo che in questa squadra ci siano dei valori, non posso pensare che tutti i nazionali che sono nella rosa siano scarsi. Non posso pensare che gente della personalità di Bonucci e Biglia siano diventati di colpo dei conigli bagnati. Ci sono buoni giocatori ma devono essere messi sotto torchio e devono rendersi conto che la maglia del Milan è un peso insostenibile solo se non sei in grado di capire che puoi fare parte della Storia di questo club o puoi essere considerato come “…due de passaggio” (cit.).
Se qualcuno a Milanello, dopo l’esonero di Enzino, pensa di averla fatta franca, si sbaglia di grosso. La legge del calcio ha sempre detto che è più facile esonerare l’allenatore che cambiare i giocatori ma questo non esclude che il campo dà sempre le risposte che i tifosi vogliono vedere. Adesso non c’è più il capro espiatorio che andava in conferenza stampa in evidente stato confusionale ridendo a crepapelle. Adesso c’è il campo e, soprattutto, c’è da rimboccarsi le maniche e dimostrare a tutti di essere in grado di indossare questi colori. A me degli appelli su Instagram e sui vari social network frega zero riporto zero. I tifosi del Milan vogliono vedere i fatti, non le parole. Vogliono vedere pantaloncini sporchi e maglie sudate. Adesso verrà fuori chi è da Milan e chi è da Giannino. Chi è uomo o chi è semplicemente uno che dà pedate al pallone. Adesso le scuse sono finite. Mi attendo fin da subito una risposta, prima durante gli allenamenti e poi durante le partite. Non durante una diretta su Snapchat o Facebook. Mi attendo fin da subito di vedere facce diverse, sguardi diversi. Visto che i nostri giocatori sono sempre connessi, diano un’occhiata su Youtube per capire chi è stato il loro nuovo allenatore. Visto che molti di loro sono tatuati, che diano un’occhiata all’avambraccio destro del loro allenatore, lì c’è un segno evidente di cosa ha conquistato con il sudore e la passione quotidiana che ha messo sul campo.
Vorrei spendere un breve pensiero anche per Mirabelli e Fassone. Hanno sbagliato a riconfermare Montella e a rinnovargli il contratto a giugno. Ma se devo essere sincero, non riesco a provare risentimento o rabbia nei loro confronti. So che hanno fatto la scelta migliore possibile in quel momento e non hanno mai spacciato Montella come il “nuovo Ferguson”. Hanno dato degli obbiettivi che per il Milan non sono mai troppo ambiziosi. Ripeto, per il Milan nessun obbiettivo è troppo ambizioso. Non sono stati raggiunti, nè lo sarebbero stati in futuro. Pertanto, per il bene del Milan hanno deciso di cambiare. Tardi? Sì, ma l’hanno fatto. Per chi pensa che l’abbiano fatto per “pararsi” con la proprietà, credo sia normale. Anche loro hanno l’occasione della vita, perchè perderla per intestardirsi su un allenatore che non era in grado di portare risultati?
Sono contento per Gennarino. Per lui nutro un affetto ed un rispetto unico. Non è nato calciatore. Lo è diventato. Solo per questo dovrebbe essere preso d’esempio da tutto lo spogliaotoio. Ha fatto tanta gavetta e adesso mi aspetto di vedere in panchina quello che ho visto in campo. Zero sconti, sempre duro e a testa bassa, per il bene del Milan. Sono contento perchè non si farà coinvolgere nei meccanismi che si creeranno intorno a lui e alla società. Ci saranno tanti Giuda pronti a venderlo per meno di trenta denari. Che Ringhio faccia il Ringhio, segua la sua strada, che è sempre stata quella che lo ha contraddistinto in mezzo a grandi campioni. Io sicuramente, se dovesse seguire il suo istinto, lo rispetterò e di certo, se sbaglierà (e sbaglierà perchè capita a tutti), lo criticherò. Ma almeno adesso ho una speranza. Spero che questa stagione possa almeno farmi vedere una squadra più pugnace, mi faccia rivedere il Milan. Mi faccia tornare indietro al 3 agosto 2017, quando il mio cuore rossonero ha ricominciato a battere.
Voglio dedicare un ultimo pensiero a Gennaro Gattuso. Alessandro Magno era solito dire ai suoi uomini:
“Io non ho paura di un esercito di leoni, se sono condotti da una pecora. Io temo un esercito di pecore, se sono condotte da un leone”
FORZA MILAN
Johnson
Categoria: Mondo Milan
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“…In questo momento l’arbitro dà il segnale di chiusura dell’incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando…” la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.





