Cammelli

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Momento di fiacca. Giocatori in vacanza. Rifinanziamento del debito in stand by. L’Epifania tutte le Higbridge si porta via. Eppure non c’è nessuna nuova notizia sul nostro prossimo fallimento a ravvivare la monotonia di due settimane senza calcio. Incredibile! Espertoni, gufi e prefiche sono momentaneamente appesantiti dai bagordi delle feste. Si riprenderanno presto. Il Mercato non ci porterà nessuna cosa formale, anche se io continuo a nutrire la flebile speranziella di una buona mezz’ala sinistra. Però mi sa che…. Non pagare moneta, non vedere cammello. Lotito docet. Insomma, calma piatta. Mi tengono viva la curiosa faccenda capitata a Varney, i sempre simpatici cinguettii del sindaco Sala, le singolari storie di cammelli e le vivaci discussioni su Suso. Corlianò antonio è un nick suggestivo. Varney, mi perdonerai, ma, quando leggo le tue giuste e variopinte proteste per quel che un’arida tecnologia ti ha combinato, rido a crepapelle. Mi sto facendo una risata anche ora, mentre scrivo. Sei troppo forte! Se avessi le capacità informatiche per darti una mano, mi metterei subito in azione. Il se, però, introduce purtroppo un periodo ipotetico dell’irrealtà. Quel che è successo a te sarebbe potuto capitare anche a me.

Il sindaco interista mi è antipatico tanto quanto mi è simpatico corlianò antonio. Insomma, mi sta più che discretamente sulle scatole. Non vede l’ora che ce ne andiamo da un S. Siro già allietato dalla vicinanza della piazza Angelo Moratti e dei giardini Helenio Herrera. Proprio per questo, oltre che per una pulsione romantica, io vorrei restare. In ogni caso pretenderei che mettesse nero su bianco il prezzo minimo richiesto dal Comune per lo stadio. Ed esigerei precisi chiarimenti su destinazione ed eventuali costi dell’area dell’ippodromo. In certe cose bisogna andare con i piedi di piombo. Altro che due o tre mesi di tempo per decidere. Comunque vada, gradirei tanto coprirmi le spalle per evitare che, una volta liberatisi di noi, gli Orrendi avessero dei graziosi omaggi.

Ok. Mi sono spiegata su Varney e sindaco. Ma cosa c’entrano i cammelli? Be’, un uomo, morendo, lasciò in eredità ai tre figli i suoi 11 cammelli. Dispose che ne spettasse la metà al primogenito, 1/4 al secondo e 1/6 al terzo. Già, ma la metà di 11 è 5 e mezzo. Sorsero furibonde discussioni fra i fratelli. Un cammelliere passò di lì e si interessò della faccenda. Per dirimere la questione, donò ai contendenti il suo unico cammello. Così al primo figlio toccarono 6 cammelli, al secondo 3 e al terzo 2. Erano tutti contenti, vedendo rispettata la volontà del padre. Ma la somma di 3, 6 e 2 fa 11. Ciascuno aveva avuto la propria parte esatta. Avanzava, però, un cammello. Ragion per cui il saggio cammelliere se ne andò con quello che aveva regalato. Facile baloccarsi con 11 cammelli. Più difficile districarsi con 11 giocatori da schierare correttamente in campo. Be’, Rino, intanto spero che tu riesca a farli correre i nostri cammelli.

Le vittorie nel derby e col Bologna e il pareggio di Firenze hanno portato un po’ di serenità. Nessuno si illude, per carità. Non siamo stati certo brillanti e il tour de force che ci aspetta con la ripresa del campionato induce ad andare molto cauti. Ho tanta paura della trasferta di Cagliari. Mi recherei alla Sardegna Arena in cammello, che di gobbe ne ha due e di Var neanche uno. Poi si va in duplex, stile Verona, con la temibilissima Lazio. A seguire le trasferte di Udine e Ferrara e doppio Ludo, che si interpone tra le partite con Samp e Roma. Insomma, un programmino niente male, da far tremare le vene ai polsi. Il turnover sarà necessario, Rino. Negli uomini e negli schemi. Giocherà André Silva? Qui arriviamo al punto focale che crea più divergenze tra noi che tra i figli del cammelliere. Il fatto che si abbiano opinioni diverse non è un problema. Tutt’altro. Lo diventa, però, se qualcuno crede di avere in tasca la verità rivelata e tratta con arroganza quelli che la pensano in modo diverso. Io credo che Andrè Silva sia un buon giocatore. Come tanti altri che abbiamo comprato. Per questo non contesto il Mercato ma la gestione tecnica della squadra. Vorrei, perciò, un maggior impiego del ragazzo. Dal poco che ho visto, possiede doti tecniche indiscutibili. Difetta in essenzialità e determinazione agonistica. Gradirei che si lavorasse su di lui, per mettere in risalto i pregi e correggere i difetti, facendolo sentire parte importante del progetto. Non si può cavare sangue dalle rape. Si deve, invece, ottenere mosto dall’uva. Bisogna spremere gli acini, però! André è un patrimonio della Società e va tutelato. Non gioca perché è scarso? Voglio vederlo con i miei occhi. Voglio giudicare sulla base di più partite. Se Montella e Gattuso non l’hanno fatto giocare, dicono…. Non mi fido degli allenatori? No! Loro, per esempio, preferiscono Montolivo a un Biglia fuori condizione. Io no. In ogni caso, non dandogli mai fiducia, si finisce per perderlo . Questo non deve accadere.

Risorsa imprescindibile o equivoco tattico?

André è impiegato col contagocce, perché si schiera sempre una sola punta. E si mantiene tale assetto, per non sacrificare Suso. Ecco il nocciolo della questione che ci divide. Credo che possiamo essere tutti d’accordo su una cosa. Anche per i suoi estimatori Suso non è un campione. Anche per i suoi detrattori non è un brocco. Detto ciò, le opinioni si diversificano. E’ l’unico che, grazie alla sua tecnica, riesce a saltare l’uomo. La sua classe non si discute. E’ sempre presente nelle azioni pericolose che facciamo. Con il suo sinistro a giro fa gol e assist. Se non ci fosse lui, non combineremmo niente lì davanti. Questo si dice da una parte. E c’è un fondo di verità, intendiamoci. Come si ribatte dall’altra? Sa dribblare, sì, ma non va ma via veloce. A forza di finte e controfinte, permette agli avversari di rientrare e non crea superiorità numerica. Non la passa mai di prima. Perde sempre tempi di gioco. E’ monotematico e quindi prevedibile. Rientra verso il centro e poi va col solito sinistro a giro. Non premia mai la sovrapposizione laterale del terzino o l’inserimento veloce dei compagni in area. In tutto questo c’è del vero. Il problema è uno. Vale la pena insistere su di lui come titolare inamovibile, perché mancano alternative migliori, oppure no? Io propendo per la seconda opzione. Secondo me, o Jesus capisce che deve giocare più per la squadra che per se stesso o se ne sta fuori. E’ un equivoco tattico che va risolto. Calha, se la condizione atletica lo assiste, si mette a disposizione dei compagni. Lancia di prima. Ha colpi e invenzioni che mette al servizio degli altri. Se rispolverasse quel tiro al fulmicotone che è nelle sue corde, poi... Io punterei su di lui. E giocherei con le due punte. Bisogna stare attenti agli equilibri difensivi, che con i due attaccanti rischierebbero di saltare? Be’, non mi pare che Suso e Bonaventura diano una grossa mano in fase difensiva. Mettendo Locatelli o la mezz’ala sinistra che io spero prendano, potremmo ovviare a problemi di copertura.

Rino, tu non mi accontenterai. Io ti faccio comunque tanti auguri di buon compleanno, perché ti voglio bene. Adesso, come diceva Kala, mancano 364 giorni al prossimo. Ne mancano pochissimi, invece, alla ripresa del campionato e di tutti gli altri impegni che incombono. Vuoi un regalo, Rino? Ok, ti do un cammello. Tu, però, per il mio compleanno, che cade in Maggio, regalami la Coppa Uefa. Prometto che non mi riprenderò il mio cammello. Mica sono saggia e in grado di fare trucchetti matematici, io. Tu, invece, fanne qualcuno, per raggiungere un sogno impossibile dal profumo di Champions. Non dirlo a nessuno, ma hai un alleato in gambissima. Si tratta di Babbo Natale, a cui ho scritto una bella letterina. Spero che anche Babbo Natale sia uno che ci sappia fare con i cammelli al grido di “ Forza Milan!”

Chiara

P. S. Vecchio Jodis, va bene così la dimensione dei caratteri? ?

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.