Armageddon

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Sabato di full immersion in Radio Rossonera e nella festa del Night. Bellissima giornata, in cui ho inserito anche una piacevole escursione sui Navigli, sempre scortata dal mio Orrendo. L’Uefa ha avuto il buon gusto di non rovinarla con il suo verdetto. Ma oggi non si scappa. Sarà il giorno del giudizio. L’Armageddon. I saggi dicono che non bisogna mai preoccuparsi. Se su una situazione si può intervenire, basta farlo. Se la cosa non è possibile, perché non dipende da noi, che senso ha la preoccupazione? Poche storie. I saggi non hanno un cuore perdutamente rossonero. Altrimenti capirebbero l’angoscia, la rabbia e l’avvilimento che attanagliano ogni fibra del mio essere. Del resto, se fossi saggia, mica sarei milanista. La faticosa ricerca del bonifico perduto si è inceppata. Lo zio Yongho non fa pervenire il cash. Niente paura. Provvede Elliot. Nel frattempo si apre la pista americana. Thomas Ricketts manifesta interesse all’acquisto del Milan. Alzi la mano chi non ha pensato alla curiosa coincidenza con il trenino Thomas. Ma no. C’è un altro favorito. Trattasi di Rocco Commisso. E’ lui in pole. Anzi in pole pole pole, per ricordare un’espressione a noi cara, che è rimasta incisa nella nostra memoria. Bah! A pelle io preferirei il primo. Forse, però, al tavolo delle trattative siedono anche altri soggetti, sempre a stelle e strisce. Insomma, Kerouac ci fa un baffo. Noi sì che andiamo On the road. Che dire? Io sono frastornata, arrabbiata, avvilita e non credo più a nulla. Mai avrei pensato che il Milan potesse ridursi così. La situazione è grave, ma non è seria, come diceva Flajano. La farsa che si gioca sulla nostra pelle assume il contorno di un giallo. L’assassino stavolta non è il maggiordomo. Poirot mi suggerisce che il colpevole ha il tuo nome, Silvio. Anni e annorum di mala gestio hanno distrutto il club sia tecnicamente che economicamente. Un’impresa oltre i limiti dell’impossibile. Per fortuna che poi ci hai messo in mani affidabili. Affidabilissime! A Barcellona ci citano addirittura come esempio. Siamo un campanello d’allarme, perché altri evitino di fare la nostra misera fine. Ho detto tutto.

Se dovessi andare in prestito da un poeta, sceglierei Ungaretti. Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. Basta. Non possiamo farci vincere dall’angoscia e dalla malinconia. Chi ha vissuto di Milan ne ha passate tante. Siamo caduti rovinosamente parecchie volte. Ci siamo sempre rialzati. In un modo o nell’altro lo faremo anche stavolta. Noi possediamo un antidoto contro la depressione. Sappiamo usare l’arma dell’ironia. Non ci manca la capacità di ridere, di godere della reciproca compagnia. Il motto del nostro Sabato si può riassumere in poche parole. Spazziamo via la balaustrata di tristezza su cui appoggiare stasera la nostra malinconia. Ci siamo riusciti, eh! Ungaretti mi perdonerà ancora. E’ molto più difficile, invece, perdonare chi ha ridotto il Milan così.

Lo zio Yongho è un bruscolo nei nostri occhi. Sarà un granello messo scientificamente negli ingranaggi per scopi inconfessabili? Bah! Comunque sia, ora il tempo stringe. Bonifici e debiti non rifinanziati premono. La sabbia va rimossa. Peccato che la manovra ritardata costi una figuraccia cosmica. E forse anche molto di più. Sì, oggi è l’Armageddon. Però nel film l’asteroide viene distrutto e la Terra si salva. Certo, il tutto accade grazie all’eroico sacrificio di Harry Stamper. Nel nostro caso, invece, non c’è nessun Harry Stamper. Ma il Milan non può certo morire. Non solo per la sua storia gloriosa. Il patrimonio di tifosi di cui gode, oltre che un immenso oceano di amore, rappresenta una grossa potenzialità economica. Probabilmente dovremo ricorrere al TAS. Lo facessimo con una proprietà chiara e credibile, avremmo delle buone chances. Sarà così? Bah! E’ meglio che chiuda qui il pezzo. I Mondiali mi interessano poco. Peccato per la vittoria in extremis della Germania. Ha fatto gol Honda, eh! Ma chi se ne frega? Parlare di Mercato oggi non ha senso. Mira, Gattuso? Il grande problema, purtroppo, è la proprietà. Non la dirigenza o l’allenatore. Anche se, tra le altre cose, non ho ben capito neppure il ruolo di Fassone in tutta la faccenda. Le balle sul rifinanziamento del debito non mi sono piaciute. Hanno l’acre sapore della presa per i fondelli. Inutile proseguire a scrivere. Tutta l’attenzione è rivolta a Nyon. E al momento non conosco il verdetto. Tutti i commenti verteranno su quel che deciderà l’Uefa. Allora io incrocio le dita. Saluto tutti e in particolare coloro che Sabato hanno reso piacevole una serata davvero unica. Vi saluta anche il mio Orrendo, eh! Armageddon? Rivolgo un sentito grazie a chi ci ha messo in questa situazione. Comunque niente e nessuno può fermare i battiti del caro, vecchio cuore rossonero. Un abbraccio a chi continua a volare sulle ali di un sogno chiamato Milan, anche se gliele hanno vigliaccamente tarpate. Forza Milan!

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.