Siamo alle solite

Si avvicina l’apertura del mercato invernale e da fuori sembra materializzarsi una “guerra per procura” tra società e allenatore, tra chi in mille modi invoca acquisti di un certo valore in attacco e in difesa e chi dall’altra parte ricorda che i conti economici del Milan per via della mancata partecipazione alla champions erano ben noti. Insomma sembra di essere tornati a quest’estate e chi ci va di mezzo è sempre il tifoso, noi consumers come direbbe gerry il fantasmatico, che spera di veder primeggiare la propria squadra perché l’essenza dello sport è vincere.
Imbarazzante veder gettare due competizioni se davvero l’obiettivo del mister fosse il quarto posto. Imbarazzante sentir dire che soldi non ce ne sono perché il bilancio piange. Ohibò, chi è che ha “scassato” l’equilibrio non capendo niente di calcio cannando così quasi ogni scelta? Il mago Zurlì? Topo Gigio? Scusate se mi autocito, ma se volete avere un quadro della situazione rileggetevi il paragrafo “considerazioni” del mio post del 14 novembre (link), niente di eccezionale o da genio della city londinese ma uno sguardo generale su cosa ci saremmo dovuti attendere.

Per come la vedo io o il mercato estivo inizia a rendere (nkunku, jashari, ricci, de winter, athekame, estupinan, odogu) e a quel punto potremo puntare in alto oppure dato che siamo l’unica squadra delle sei di testa che giocherà solo il campionato vedremo i caroselli della dirigenza per i soldi champions che pareranno loro il fondoschiena per la prossima stagione in modo da non vendere i migliori rimasti facendo cadere una volta per tutte la maschera. Evvai, brindiamo! Grazie alla politica visionaria dei nostri fenomeni si è riusciti a depauperare quanto di buono fatto in precedenza e vi assicuro che ci voleva una particolare abilità.

Guardiamo i due nomi principali accostati a questo mercato di riparazione: Fullkrug e Disasi detto disastri. Per il tedesco sembra quasi fatta, parliamo di un attaccante che compirà 33 anni tra meno di due mesi, con una cronaca infortuni negli ultimi due anni più simile a chi sta al fronte in donbass che su un campo da calcio. Nella sua stagione e mezza agli hammers si contano 1300 minuti giocati per la bellezza di 3 gol realizzati, ma senza voler essere cattivi si può andare anche all’anno di dortmund, non certo una squadra difensiva, dove realizzò la mastodontica cifra di 15 gol in 42 presenze. Non proprio un bomberone per essere un 9. Giustamente però i nostri hanno avuto un lampo di genio! Dobbiamo risolvere il problema di due che non segnano (uno rotto) e chi prendiamo? Uno massacrato dagli infortuni con zero gol in questa stagione e la bellezza di ben due reti in tutto il 2025. Ahahahahahahah, io ve lo giuro sono commosso difronte a cotanta capacità di tirarsi il rastrello sempre in faccia, credo che telespalla Bob sarebbe fiero di ciò.
Il nome per la difesa invece è quello di Axel (non il nostro) Disasi o disastri per chi lo ha visto giocare. Qui ci sono delle coincidenze curiose. Il giocatore è del Chelsea (ma guarda un po’), in orbita Milan da almeno un paio d’anni (ma guarda un po’) e l’ultimo club prima degli inglesi è stato il Monaco (ma guarda un po’) che lo ha venduto agli inglesi per “soli” 45 mln. Non c’è nulla di male eh, sono i nostri dirigenti a saper cogliere sempre dei fenomeni con percorsi un po’ particolari, cioè i loro algoritmi probabilmente coadiuvati da un AI addestrata sulla loro incredibile intelligenza è giunta al risultato che giocatori come Fullkrug, Disasi, Estupinan, ecc. siano il meglio per creare un gioco superiore capace di essere esportato nel mondo, da poter essere insegnato a canguri e vombati durante la missione di evangelizzazione calcistica in Australia. Siamo noi che non capiamo la loro grandezza, mica gente come Emery che dopo averlo preso in prestito oneroso nello scorso mercato invernale lo ha fatto partire titolare a metà febbraio per poi panchinarlo un mese e mezzo dopo.

Siamo alle solite. Importano i risultati? No, i soldi. La champions porta soldi? Allora bisogna qualificarsi così possono fare…niente, uguale a prima. Come si possa fare calcio con una società del genere rimane un mistero, ma per noi ormai il mistero non c’è, è tutto cristallino: si può provare a lottare fino alla fine per lo scudetto? Chi se ne frega! L’importante è arrivare nei primi quattro.
Per questo partono le lotte a colpi di carta stampata e non solo, perché chi comanda non fregandogliene nulla del calcio deve sempre avere la sua bella difesa da mostrare in caso di necessità perché in fondo quello che importa è la poltrona per la propria sopravvivenza, per il proprio ego e perché in fondo il mondo fuori da quella comfort zone non è così semplice ed è meglio che quella poltrona sia per lui e non rischiare che diventi per due.

Seal

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Ricordo Baresi entrare in scivolata e poi l'ovazione del pubblico, da quel momento ho capito che fare il difensore era la cosa più bella del mondo. Ancora mi esalto quando vedo il mio idolo Alessandro Nesta incenerire Ferrara sulla linea di porta mentre credeva di essere a un passo dalla gloria. Se la parola arte fosse compresa appieno le scivolate del n.13 sarebbero ammirate in loop al MoMA di New York.