Questione di rischio

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La certezza è il rientro di Saelemaekers nell’undici titolare, vista anche l’indisponibilità di Castillejo, Messias e Florenzi per il ruolo di esterno destro offensivo. Sul lato opposto, Rebic (che si allena ancora a parte) non insidia Leao. Ibrahimovic, dopo essere rimasto in campo al Dall’Ara più di quanto fosse nelle previsioni, dovrebbe lasciare spazio a Giroud, con Romagnoli chiamato a far rifiatare Kjaer al centro della difesa. Il dubbio è a centrocampo: Kessie ha smaltito l’influenza e si candida ad affiancare Tonali, ma se le condizioni dell’ivoriano non convinceranno appieno lo staff tecnico rossonero nell’ultimo allenamento, giocherà Bennacer. Infine, il capitolo Covid: Hernandez è clinicamente recuperato e va verso la convocazione, salvo sorprese partirà dalla panchina. Quando a Brahim Diaz, i dieci giorni di isolamento obbligatorio sono scaduti: se il numero 10 dovesse risultare negativo al prossimo test, potrà unirsi al gruppo a breve.

Fonte Gazzetta dello Sport

Gervasius de Statuis (detto La Cariatide)

Ho sempre riconosciuto a Pioli i giusti meriti, se giochiamo così bene è tutto merito suo, se abbiamo un gruppo unito e vincente è merito suo e se siamo tornati competitivi,  al punto di essere primi in classifica…, gran parte del merito è appunto di Pioli. Non si possono e devono nascondere i giusti meriti, quelli di un allenatore che, dopo tanti incompetenti e catenacciari (Gattuso in primis…), sta finalmente facendo la differenza. Ho apprezzato tantissimo la sua capacità di cambiare in corsa, dal momento che esistono allenatori che non cambiano mai idea, altri che la cambiano, ma senza senso; Pioli sta facendo tesoro di tutte le esperienze passate e non è più prevedibile, va contro gli stereotipi che gli hanno affibbiato in questi anni. Far giocare Castigliokko contro il Verona è stato magistrale, come anche mettere Krunic che insieme a Leao hanno fatto la differenza.

Tuttavia a Bologna, e lo devo dire nonostante la vittoria e il raggiungimento della vetta della classifica, Pioli non mi è piaciuto per niente. Ci sta, non deve piacere a me, ma il dato oggettivo è che a Bologna, 11 contro 9, a momenti ci segnavano dopo aver recuperato 2 gol. Mi si dice che siamo contati, come se io non lo sapessi, ho scritto un articolo sui troppi infortuni proprio qualche settimana fa, ma siccome siamo contati e a porta vuota, quei pochi abili e capaci li metto in campo. Vengo subito al punto e cioè alle due note dolenti: in primis non si può togliere Tonali solo perché ha un giallo sul groppone: in primo luogo perché il ragazzo non è stupido, tutt’altro…, e poi perché se avessi come alternativa un Kessie o un Benaccer…avrebbe senso, ma se l’alternativa è quel cadavere ammuffito in avanzato stato di putrefazione di Baiokko, allora è un suicidio.

E’ una questione di rischio, come ho sintetizzato nel titolo: è meglio rischiare tenendo in campo un giocatore come Tonali ammonito o è meglio mettere in campo quella cariatide di Baiokko? Io dubbi non ne ho, mi tengo Tonali ammonito tutta la vita: per prima cosa dai un pessimo segnale alla squadra e poi vogliamo analizzare la prova (eufemismo) di questo cazzone inutile? L’azione che porta al gol su corner, nasce da un passaggio sbagliato di questa pippa invereconda; aveva 4 (sottolineo 4) compagni davanti e lui a chi la passa? Ad uno del Bologna! Mi volete dire che è colpa del cattivo stato di forma? Io a 56 anni suonati quel passaggio non lo sbaglio, nemmeno bendato! Io lo avrei tolto subito dal campo, con tanto di pedata, e avrei messo il portiere di riserva al suo posto: e non sto scherzando! A certa gente va dato un segnale forte.

Non contento di questa nefandezza, sul pareggio del Bologna trotterella rinculando all’indietro, ma è giustamente ed evidentemente stanco del passaggio sbagliato di cui sopra! Non me lo fate più vedere, io questo qui non lo voglio più vedere; per l’occasione ricaccio il nastro isolante che applicavo sul televisore per coprire Ruttari. Caro Pioli, questo qui il campo non deve più vederlo o dobbiamo suicidarci? E a proposito di suicidio, che senso ha tenere in campo un Ibra totalmente piantato al suolo? Questo fa quello che vuole, gioca se lo vuole lui, esce se lo decide lui e tutti i palloni devono passare da lui. So di essere in totale minoranza, ma era così anche quando, dopo la vittoria dell’ultima Champions, iniziai un’opera di critica feroce contro il Giannino e la sua gestione: ergo sono abituato. Per me Ibra può giocare gli ultimi 20/30 minuti e a Bologna lo stesso Pioli (alleluia!) ha detto alla squadra di non essere “ibracentrica”. Non l’ho detto io, l’ha detto l’allenatore del Milan.

Allora, a Bologna è andata bene, di lusso, ma impariamo dai nostri errori; io non vorrei che devozione, a tratti servilismo e sottomissione ai voleri di Ibra, ci portino nocumento. Lo dico oggi, ben sapendo di essere impopolare e isolato, fa nulla, ma lo dico dall’alto ( e scusate l’immodestia) della mia coerenza e della mia capacità critica che non sono venute meno con la scomparsa del Giannino, ma permangono immutate. Arriva il Toro, arriva Juric e arriva pure Pobega che rimpiango se penso a quello stramorto di cui sopra. Servirà l’ennesima prova maiuscola e sono certo, ed è questo il suo pregio più grande; che Pioli saprà far tesoro dei suoi errori. Forza Milan, daje!

Gianclint

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.