Il dubbio

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Dai lo avete letto, anche se fate finta di niente.

MILAN: CENTOMILIONI PER IL MERCATO ESTIVO

Eccallà. Dopo che ci hanno fracassato con Donnarumma si no forse, ecco le solite vagonate di idiozie e banalità sul

BUDGET

Che però occhio eh, potrebbe anche non ammontare solo a centomilioni (che ricordiamolo sono quasi duecentomiliardi del vecchio conio). Perché ci sono situazioni pendenti che potrebbero far crescere questo budget fino a trasformarlo in un

TESORETTO

Ma io ce lo vedo Commisso nell’idromassaggio con un sigarone e la Gazza col titolone MILAN QUOTA 100 che riceve la telefonata del Gazzo:
“Hey Rocco, auar iù?”
“Aouar gioc a Lyon”
“No, auar in the sense di come stai; I used the dialetto du bronx”
“Good! And you Ivan?”
“Si bene. Senti, Paolo è qui con me, vogliamo sapere how much for Vlahovic”
Sguardo di Rocco sul giornalone.
“Guarda, sarebbi cento figs, cento fichi. Però vi faccio lo discount, facciam novanta come la paura, it’s a good deal così vi avanz pure un po’ di money”
ahahahah grasse risate e bonifici in partenza.

Ecco credo che le ricostruzioni sul budget del Milan, e l’eventuale impiego dello stesso, non siano più credibili dei racconti di rapimenti alieni.
La realtà è ben diversa: silenzio e operazioni mirate, anche nelle modalità.

Non sono così tragico sulla gestione Elliott, anche se aspetto la prova del nove che forse ci sarà quest’estate, quando (speriamo) se andremo in Champions la proprietà sarà chiamata a investire.
A livello gestionale c’è stata una curva di apprendimento. Sono stati commessi errori ma non più ripetuti.
I parametri gestionali imposti dalla proprietà non mi sembrano invalidanti, né fuori dal mondo; sono impegnativi. Mi paiono imposizioni che possono creare qualche problema ma anche aprire ad opportunità dando ad esempio al Milan un’immagine nuova che già oggi è in pieno sviluppo. E fa bene al club. Inoltre non paiono dogmi così rigidi, basterebbe citare Ibrahimovic ad esempio visto che oltre ad avere 39 anni è super costoso e super invadente quindi abbondantemente fuori dai presunti ‘paletti’; ma citiamo anche Kjaer, Mandzukic.
Insomma sarò anche pirla eh, ma io non vedo tutto sto orrore, questa mancanza di prospettive. Certo ho smesso di osservare i bilanci da tempo e anche di chiedermi quali siano gli scopi dell’edge found, scopi che oltre ad essere ben celati pure se non lo fossero non comprenderei; insomma: domine non sum dignus.
Per ora osservo una proprietà che partendo da un’idea vaga di come funzionano il mondo del calcio e il mondo Milan, ha ripulito e efficientato (anche attraverso rinunce e imposizioni) tutti i settori del club dandogli una bella lucidata e rimettendolo sulla rampa di lancio. Riportando pure Maldini che, al netto del mio irriducibile scetticismo, è un’Icona e possiede uno know how e una cultura sportiva unica; e questo senza rinunciare al controllo e ad altre figure con, presumibilmente, maggiore peso sulle logiche finanziarie. Piace? Non del tutto. Soddisfa? Non ancora. Ma erano passaggi obbligati.

Il Milan era in un circolo vizioso da anni. Negatività che generava altra negatività, e voragini, e risultati di scarso livello. Società e dirigenza, a prescindere da quanto otterremo quest’anno, che sarà però fondamentale per il futuro, hanno spezzato questo meccanismo. E’ presto per parlare di ‘circolo virtuoso’ ma l’ingresso in Champions potrebbe sancire l’inizio appunto di un nuovo ciclo positivo a tutti gli effetti. E per ‘positivo’ intendo anche solo come quest’anno: pregno di aspettative, successi grandi e piccoli, buone prestazioni individuali; per le vittorie si vedrà. Sono onesto: se cinque anni fa, mentre proprio in questi giorni Andrea Poli ci regalava uno dei più indimenticabili Giannino’s Moment (a Bergamo, in Atalanta-Milan 2-1) , mi avessero proposto un futuro così avrei firmato eccome. Bisogna guardarsi indietro, ma non solo relativamente ai successi. Quelli sono cessati molti anni fa.

Ci sono chiaramente anche da parte mia degli scetticismi. E se scrivo spesso di Maldini e Pioli, ad esempio, è perché della parte tecnica, della squadra, sento di potermi esprimere con più cognizione (comunque scarsa); in realtà le perplessità più forti sono su Gazidis e tutta la silenziosa amministrazione, e questo al netto di quanto scritto prima. Tuttavia anni e mesi fa, i miei dubbi erano più forti.
Maldini li sta lentamente sciogliendo, per quanto mi riguarda, con la maturazione professionale; che passa anche dagli errori, ma vale più delle intuizioni, che comunque ha dimostrato di avere.
Pioli (aaaghhh) sfida la mia poca simpatia sportiva ogni domenica oltre che con i risultati, con uno stile apprezzabile e anche con la coerenza. Inoltre volendo fortemente un Milan che chiuda a podio quest’anno, questa speranza va di pari passo (giustamente) con il successo e la conferma del parmense. Quindi ragazzi, facciamo che me lo tengo volentieri. Saran bestemmie anche l’anno prossimo, dubbi, giramenti di balle per qualche approccio alla “uellà, gelatino?” mentre gli altri ti sparano pallonate in faccia…ma stiamo pur sempre parlando di un Milan coraggioso che fa del pressing e dell’intensità la sue armi migliori. Quindi orientato al futuro.

La proprietà? Per me, e comprendo di essere tipo l’unico, qualche punto lo han preso per essersi rotti la minchia a un certo punto di chiacchere, chiacchere, chiacchere, spesso al trapassato remoto perché riferirsi a un modello di 30 anni prima nel calcio è come andare in giro oggi vestiti da Napoleone. Nel mentre spendendo vagonate di soldi. E di avere quindi pensato di fanculizzarci tutti con una follia di nome Rangnick. Milano e i milanisti, anche in dirigenza, dovevano scendere (mentalmente) dalla pianta.
Adesso però serve concretezza, ad iniziare dal riscatto senza se e senza ma di Fikayo Tomori. Giovane, forte, affamato, già titolare (e chi lo schioda?), accessibile, di sicuro valore futuro: il non riscatto sconfesserebbe in toto la linea! Manderebbe in fumo una vera e propria presa miracolosa, una di quelle mosse costitutive che possono restare negli anni, eseguita in osservanza di (e forse grazie a) tutti i possibili ‘paletti’.
Le esigenze poi della squadra le conosciamo, a partire da un attaccante forte in luogo (o in combinazione) di Ibra. Serviranno coraggio e investimenti, ma non necessariamente quelli pacchiani della Gazza. Le scelte fatte hanno pagato e pagheranno ancora di più. Tirarsi indietro sarebbe inspiegabile e delittuoso.

Ci sono però 10 partite ancora.
La squadra deve fare DI TUTTO per arrivare entro le prime quattro. Per chiudere un periodo drammaticamente arido, per certificare i miglioramenti che stiamo vedendo. E anche per toglierci definitivamente il dubbio sul famigerato fondo Elliott.

Larry

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.