Pagelle Milan Inter 0-3

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Prima di inizio partita ho l’abitudine di dare sempre un’occhiata alle quote dei bookies, loro coi pronostici ci campano ed è raro che sbaglino, la più generosa nei nostri confronti pagava la vittoria del Milan a 3.80 e quella dell’Inter a 1,90, già da questo semplice dato si intuiva l’inerzia con la quale le squadre si sono presentate al calcio d’inizio.

Come se non bastasse, dopo appena 5 minuti è arrivata la prima vaccata del “capitano”, portato a spasso sulla fascia a mo’ di zainetto da Big Rom, Kjaer sembra metterci una pezza ma poi dimentica Lautaro solo in mezzo all’area, 1-0 e partita subito su un piano inclinato che più inclinato non si può.

La prima mezz’ora è devastante, 11 nerazzurri dietro la linea della palla allineati e coperti e pronti a ripartire in velocissimi contropiedi, esattamente il tipo di partita preparata alla vigilia da Conte alla quale Pioli cerca di rispondere con un pressing alto inattuabile per lo stato di forma deficitario di troppi dei nostri giocatori, il raddoppio sembra nell’aria ma non arriva.

Ad inizio ripresa accade quello che non ti aspetti, la squadra parte con veemenza all’assalto della porta nerazzurra e soltanto un super Handanovic ci nega il pareggio superandosi per tre volte nel giro di due minuti, prima sui colpi di testa di Ibra (due volte) poi su un’incursione a centro area di Tonali.

E’ chiaro a tutti che se avessimo pareggiato la partita avrebbe preso un’altra piega, è altrettanto chiaro però che è impensabile pensare di sfangarla giocando tre minuti su novanta contro un avversario complessivamente più forte.

Infatti bastano un paio di contropiedi ben assestati della premiata ditta Lukaku-Lautaro per tagliare a fette la nostra dissestata retroguardia di questo periodo, facendo calare il sipario su questo derby tanto atteso e sulle nostre speranze di scudetto.

E adesso che si fa?

Purtroppo la fase di down è arrivata nel momento cruciale della stagione, quello degli impegni ravvicinati ogni tre giorni che non ti lasciano nemmeno il tempo di ragionare.  Bisogna serrare le fila e fare quadrato perché il rischio di mandare in vacca l’ennesima stagione è dietro l’angolo, e viste le premesse sarebbe doppiamente imperdonabile.

Pioli ha il sacrosanto dovere di panchinare qualche presunta colonna e trovare uno spartito alternativo, quello che ha dato tante soddisfazioni al momento non è praticabile per la forma fisica precaria di molti interpreti, sembra una frase trita e ritrita ma ora come mai è davvero il momento di pensare partita per partita, a cominciare da quella di giovedì.

Donnarumma: 5,5   Mette un paio di pezze su Perisic nel primo tempo e su Lukaku nella ripresa, sul terzo gol nerazzurro non è esente da colpe perché prende gol sul primo palo

Calabria: 5   Meno male che ha fatto di tutto per esserci… sul primo gol di Lautaro tarda a coprire sul cross leggibile di Lukaku, in generale si fa portare a spasso a tutta fascia facendo fare un figurone a Perisic

Kjaer: 4   La bruttissima copia del baluardo insuperabile che avevamo conosciuto nell’ultimo anno, Lautaro gli fa vedere i sorci verdi e lo mette a sedere un numero imprecisato di volte

Romagnoli: 3   Letteralmente devastato da Lukaku, che lo sovrasta fisicamente e tecnicamente dall’inizio alla fine, ha responsabilità pesanti su tutti e tre i gol nerazzurri ma segnatamente sul terzo, quando “marca” Lukaku a tre metri di distanza lasciandogli la conclusione facile sul piede forte, confido sulla saggezza di Maldini per le scelte future

Theo Hernandez: 5   Ha il merito di provarci fino alla fine ma resta il fatto che dal suo lato si aprono sempre pericolose voragini, soprattutto contro le squadre di un certo livello, anche oggi primo e secondo gol nascono da ripartenze sanguinose sulla sua fascia; prendiamo atto che può essere un laterale sinistro devastante in un 3-5-2, per potercelo permettere come laterale di una difesa a quattro necessita di un centrale di sinistra velocissimo (non esattamente alla Romagnoli, per intenderci)

Tonali: 5,5   Dovessi dire meno peggio che in altre circostanze, nulla di trascendentale intendiamoci, ma quanto meno tira fuori un po’ di personalità e gioca con meno timidezza del solito, impegnando anche Handanovic nell’unico tiro pulito verso la porta interista

Meite: 5   E’ entrato?

Kessie: 5,5   E’ costantemente messo in mezzo dalla superiorità numerica della mediana nerazzurra, cerca di agire da frangiflutti ma la forma fisica è visibilmente diversa rispetto a quello di un mese fa

Saelemaekers: 4,5   Lontano parente del giocatore rivelazione dell’anno scorso, davanti non incide minimamente e dietro non fornisce adeguata copertura

Leao: 5   Entra a partita ormai compromessa e non fa niente per raddrizzarla

Calhanoglu: 5   La variante turca del Covid evidentemente ha colpito duro, sembra aver smarrito idee e personalità ma è con tutta evidenza un problema atletico, la risalita di tutta la squadra non può che passare dal recupero della sua miglior condizione, appena si è spenta la sua luce sono calate le tenebre

Rebic: 5,5   Si batte con coraggio contro avversari forti fisicamente ma non ne ricava granché, l’impegno profuso va di pari passo con la confusione espressa

Ibrahimovic: 5,5   Troppo solo e troppo statico in mezzo alla retroguardia nerazzurra, anche se è vero che le uniche conclusioni pericolose contro la porta avversaria portano la sua firma

Castillejo: 5  Un quarto d’ora di nulla

 

Pioli: 4  Esce pesantemente ridimensionato dal confronto col collega nerazzurro, è vero che il gol iniziale mette la partita sui binari più consoni agli schemi di Conte ma il buon Stefano tarda a trovare il bandolo della matassa e non riesce a predisporre alcun piano alternativo, la gestione di questa fase cruciale della stagione ci dirà la verità sul suo spessore in ottica futura

 

 

Max

 

Il mio primo nitido ricordo del Milan risale all'8 aprile 1973, compleanno della buonanima di mio papà: sono sulle sue spalle a Marassi, e' il Milan allenato dal Paron e da Cesare Maldini, vinciamo 4-1 e lui mi indica la 10 di Gianni Rivera... Da allora tutta una vita accanto ai nostri colori, vivendo con la stessa passione gioie e delusioni, cadute e rinascite, disfatte e grandi trionfi, fino alla foto a fianco...ecco, il mio Milan è finito lì, dopo è iniziata l'era del Giannino....ma adesso, forse, si ricomincia.