Frammenti post sosta

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Manca poco al momento determinante della stagione, quello in cui capiremo tutto (o quasi). Durante la sosta non ho seguito il calcio giocato, e conservo analisi e considerazioni per altri momenti. Dopo qualche anno ho capito infatti che cercare di leggere in anticipo alcune situazioni è possibile ma in una conversazione fluida in cui io, altri della redazione e voi ci scambiamo opinioni; sparare lì numeri con proiezioni vari in taluni momenti anticipa troppo il percorso reale e pone in primis me nell’ottica di attendermi certe cose. Che poi ‘avvengono’ nel senso che poi si possono interpretare un po’ tutti gli episodi a favore di quella chiave di lettura. Quest’anno attendo invece pazientemente la sosta invernale o la fine del girone di andata, quando il Milan avrà abbastanza kilometri alle spalle perché alcune analisi si occupino di più di definire quello che è successo piuttosto che il percorso futuro, che voglio gustarmi senza pregiudizi.

Quindi che facciamo? Cazzeggiamo sui temi chiave delle due settimane trascorse.

Napoli – Gli Azzurri sono, specie fra le loro mura, dal loro rientro in A la nostra bestia nera. Dalla stagione 2007/08 abbiamo vinto 6 partite su 27, di cui solo 2 dopo il 2011. Abbiamo infatti sconfitto i partenopei solo nell’inverno del 2014 e nel gennaio del 2019 (peraltro in Coppa), nella serata del grande abbaglio in cui Piatek ci sembrò Batigol. Il loro pittoresco Presidente, pur riuscendo a vincere solo qualche Coppa Italia e Supercoppa, si è circondato di gente capace ed il Napoli è indubbiamente la seconda squadra italiana del Decennio Maledetto; quindi di fatto la prima, per la mia personale visione delle cose. Con la squadra innominabile condivide fra l’altro il primato per numero di gol fatti, 690 contro 687.
Andare a Napoli, per me, è andare a casa di un top club che da anni fa risultati e solo per ‘episodi’ non è riuscito a vincere allori più importanti; e questo è il loro anno perché hanno uno squadrone. Il tridente offensivo e relativi ricambi è forte e con un buon mix, manca giusto Ibra che appunto cercarono; il centrocampo è tradizionale e completo: non molto appeal ma tanta tecnica e fisico a disposizione, mancherebbe uno che la butta dentro più spesso, e forse mancherà quel Bakayoko che a noi avrebbe fatto comodo ed è (di nuovo) il più forte mediano della serie A. La difesa è la migliore del torneo avendo subito effettivamente solo 4 reti (3 sono state comminate a tavolino), con una coppia centrale fisica ed esperta che sembra aver trovato la quadra e due esterni intelligenti di gran sostanza.
Sui nostri confido abbiano meditato su cosa fare per proseguire un cammino di crescita che può prescindere da alcuni risultati (si può anche perdere) ma non dalla maturità delle prestazioni; non si possono vivere 90 minuti + recupero di duelli individuali per 10/15 partite consecutive. Ci sono altre strade ed equilibri da trovare.
Gli Azzurri vanno ancora testati nei big match, e saremo il loro primo scontro di vertice. Speriamo che rivelino qualche forte debolezza (comunque, ad oggi, sono ancora un cantiere) e che Gattuso si emozioni combinando qualche errore di valutazione. NON lo rimpiango (a scanso di equivoci) ma per me è molto bravo ed è anche cresciuto, fuori da un ambiente che lo ha stritolato psicologicamente per almeno 6 mesi senza mai corrispondere con la stima l’enorme impegno che profuse per evitare che un Milan (oggi lo possiamo dire) ridicolo, senza nesso, senza leader e senza padroni, naufragasse fra le risate dei nemici.
Oggi è un rivale ma io lo rispetterò sempre.

Bonera – “Ma si Bonera l’han portato perché è amico di Maldini, avrà chiesto un favore…” eh si ok, ma com’è come non è…eccolo in panchina!
Son 6 anni che scrivo su Milannight e ho scritto davvero tanto, ma sono abbastanza sicuro che il mio ‘esordio’ da utente fu un commento che conteneva le parole “Bonera” e “M**** Vera”. E non necessariamente altre parole. L’impulso a scrivere post poi mi venne dopo un articolo di Criscitiello su Seedorf, proprio nel periodo in cui il Condor tramava con la cricca dei Montolivo-Bonera ecc. per preparare il terreno al siluramento per (in)giusta causa di Clarence il quale, va detto come piccola nota a margine, non è che si sia rivelato esattamente Rhynus Michels. A me insomma rivedere questo tizio a Milanello da fastidio, vederlo in panchina mi disgusta e leggere articoli su di lui mi da i conati. Che poi cazzo vuoi scrivere su Bonera?? “Era in campo nell’ultimo successo al San Paolo!”…ma sti grandi cazzi, c’erano anche Pippastaminkias, Antonini. Tal Montelongo in panchina. Che fra l’altro, pur non ricordando chi fosse, era sicuramente più forte di Bonera.
Tanti di voi saranno andati a cercare video su Bonera così tanto per cercare di ricordarsi il perché di tanto amore. Boh, magari dopo anni di difensoracci si può anche riabilitare il vecchio Bonnie, colui che Galliani andò a prendere il treno a Parma perché c’era traffico, una specie di prequel della vicenda Destro. E niente direi che il riassunto video è meritevole: c’è uno stop&sombrero con cui si libera da Palacio in un derby che sarebbe anche elegante ma è talmente legnoso che sinceramente sembra Robocop che fa un sombrero. E poi comunque credo che 20 minuti dopo Palacio ci segnò di tacco. E poi c’è un video di 2 minuti di cui 1 minuto e 30 sono uscite dal campo. Giustamente è il BEST OF.
Se invece cercate Bonera su google, pur essendo un calciatore che ha in palmares Champions, Scudetto ecc., come primo risultato vi apparirà un rivenditore di auto. Il secondo risultato è invece l’indirizzo di un proctologo (No dai questa l’ho inventata).
200 presenze col Milan (e 0 gol, un giocatore di movimento; trovatemene un altro vi prego), e adesso pure in panchina. C’è il passato delle bacheche piene che non ti lascia mai, ma anche questo con cui fare i conti…fortunatamente, poca roba.
Comunque signor Pioli, signor Minimè di Pioli: rimettetevi presto!

Calhanoglu L’insistenza con cui il ‘mondo Milan’ (anche se sarebbe più opportuno chiamarlo mondo ex-Giannino) riporta che le richieste dell’agente del Calha sono esagerate e che dietro manovrano grandi club è segno purtroppo che qualcosa di vero c’è. Son cose che possono capitare, il giocatore è sempre stato abbastanza incostante, mai amatissimo dal pubblico, mai pervenuto nei big match. Ci sta che la società non abbia mai pensato di affrettare le pratiche di rinnovo. Problemi di ruolo o di testa? Probabilmente di sistema anzitutto, però occhio che per esaltare le doti del Calha occorre una squadra che fa certe cose a una certa velocità; più ci si scosta dal ‘sistema ideale’ (che non è il modulo) del turco più questi rincula nel ruolo di giocatore di media qualità. Può però avere degli exploit di livello mondiale, ma chi è in grado di controllarli?
Non so che dire se non che, per quanto non lo abbia mai detestato, può firmare con noi alle condizioni offerte da Maldini oppure andare a rapinare qualcun altro; dubito gli vedremo alzare Palloni d’Oro fino a farsi venire il gomito del tennista, nel rosicamento generale rossonero. Quanto al ‘perderlo a zero’ può capitare, anche qui non farei drammi e eviterei trappole tipo scambiarlo con Bernardeschi che in uscita da Gobbaland (dove fa cagare a un livello quasi comico) potrebbe comunque trovare la realtà estremamente complessa (vedi precedenti).

Locatelli – A proposito di rosicamenti. I giornali non perdono occasione: LocatellirimpiantoMilan LocatellicheerroreMilan praticamente sono i due nuovi nomi che il giocatore potrà scegliere di indossare sulla maglietta. Fastidioso, ma ciò non toglie che il Loca sia un ottimo centrocampista, probabilmente il più completo e internazionale fra quelli italiani insieme a Barella e (speriamo) Tonali. L’anno scorso più o meno in questo periodo mi ero permesso di scriverlo e la cosa non era piaciuta, forse oggi darà ancora più fastidio o magari no avendo noi oggi dei centrocampisti che rendono bene. Però è così. Locatelli è cresciuto in un Milan orribile, al fianco di Montolivo cui iniziò a somigliare, ma se ricordate le prime uscite ricorderete un giocatore molto diverso. Nel momento di massima crisi di rendimento si trovò in un Milan obbligato a fare punti (inverno 2017). Venne ceduto per far cassa da Leonardo, DS sui generis inadatto a costruire. E’ colpa di qualcuno? No, fondamentalmente. Meno che mai del calciatore, che prova anche del risentimento come lo prova anche Cutrone il quale si sta perdendo (qualcuno lo salvi, visto che nel pretazzo Prandelli non credo), risentimento che possiamo anche capire: hanno fatto esplodere San Siro a 18 anni per sentirsi chiamati nuovo Pirlo e nuovo Inzaghi e finiti alla voce plusvalenza. Non capisco l’astio nei loro confronti, volendo mi fa più girare il cazzo chi, non valendo una minchia, è rimasto al Milan a ciucciare la tettona per 10 anni (vedi il paracarro che siederà in panchina domenica).
Ora Manuel andrà alla juve (mi pare abbastanza tracciato il percorso) che fulminò a San Siro in una serata memorabile degli Anni Bui, e cazzi suoi (cit.) visto che lì non sembra più il luogo magico dove sbocciano solo fenomeni e lo spogliatoio è bello incasinato. Per sua stessa ammissione il Loca si ‘bruciò’ al Milan perdendosi negli elogi e nei paragoni che tanto piaccioni ai bacucchi della sala stampa rossonera; a Vinovo è uguale solo che ci pensa la stampa nazionale: auguri.
A proposito, si parla molto di Locatelli ma c’è anche chi ha dato via Coman per qualche banana. Non male, no?

Larry

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.