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Torna la Nazionale a tagliare le gambe di calciatori e tifosi. Una decina di giorni buoni senza Serie A aiuteranno Gattuso a prendere sempre più confidenza con il gruppo, al netto dei nazionali, o spezzerà la mini inerzia guadagnata con il gol al 95° di Cutrone contro la Roma? Lo scopriremo al rientro, intanto possiamo ancora ragionare sul Milan di Ringhio, che a molti fa storcere il naso, ma alla maggioranza piace. La verve può essere sicuramente quella giusta, e Rino ha trasmesso molto del suo carattere al gruppo. Personalmente, come ribadito la settimana scorsa, ancora non sono del tutto convinto con il suo progetto.

In molti hanno “accusato” il sottoscritto di aver definito erroneamente come catenaccio lo stile di gioco del Milan attuale, parlando piuttosto della propensione al palleggio che il mister ha instillato nei giocatori (forse, da un certo punto di vista, ancora retaggio della gestione Montella). Il possesso palla non è tuttavia a mio avviso un indicatore utile per giudicare più o meno difensivista uno stile di gioco. Ad esempio, il possesso palla può essere conservativo o aggressivo a seconda di quanto una squadra riesce poi a produrre e a seconda del baricentro stesso degli 11 in campo. Il Milan a oggi ha messo poche volte Higuain, la nostra punta di diamante, in condizione di pungere. Un’altra ragione potrebbe essere la tendenza di Suso e Bonaventura di accentrare spesso il gioco su sé stessi: buonissimi uomini assist, entrambi troppe volte preferiscono la soluzione individuale piuttosto che quella di squadra. Insomma, a oggi gli ingranaggi offensivi del Milan sembrano ancora arrugginiti. Non basta evidentemente avere una grande punta per fare tanti gol: il nostro gioco deve supportarlo meglio, pena il rimanere ancorati ai soliti vecchi problemi del recentissimo passato.

Dopo questa breve discussione, qualche news.

Gazzetta – Milan, ha ragione Gattuso: se gira Biglia, tutta la squadra funziona meglio

Non è una sorpresa: il metronomo rossonero, se gioca bene, aiuta il resto della squadra a esprimere le proprie potenzialità. Non sarà un fuoriclasse, ma lo scorso anno ha reso nettamente al di sotto delle proprie potenzialità, vuoi per infortuni, vuoi per un ambientamento molto complicato. A oggi è il nostro unico centrocampista in grado davvero di dettare i ritmi, e per tale ragione è di fatto irrinunciabile.

Gazzetta: “Halilovic, ci sei? Il croato va a ripetizione. I record di precocità per Rino non contano”

A oggi l’ex fenomeno croato è un vero e proprio oggetto misterioso. La stagione è cominciata da poco, per carità, ma il suo acquisto si conferma molto simile a quelli che tirava fuori dal cilindro Galliani. Come si sarà accorto dalle esperienze precedenti, nessuno ha il tempo di attenderlo: se vorrà essere parte del progetto, dovrà mostrare ciò che è in grado di dare al gruppo. In alternativa, il Milan sarà solo un’altra delle sue esperienze poco entusiasmanti, per usare un eufemismo.

Milan, Suso è ottimista: “Credo che questo sia l’anno perfetto per fare bene”

Volenti o nolenti, Suso è uno dei giocatori in grado di fare il bello e il cattivo tempo. È un leader tecnico del Milan (basti vedere la quantità di azioni che passano dai suoi piedi), ma non un leader in senso più generale. Dobbiamo sperare che da questo punto di vista cresca e compia scelte più improntate al bene della squadra che al suo mettersi in mostra. Ad esempio, non mi è personalmente piaciuto il suo atteggiamento tenuto quando un anno fa Montella decise di provarlo in posizione più centrale. La zona tattica scelta per lui dall’ex tecnico rossonero non sarà certamente stata quella più adatta alle sue caratteristiche, ma la disponibilità dello spagnolo è sempre stata inferiore a quella attesa da un professionista. Insomma, questo può essere davvero l’anno perfetto per fare bene? Possibile, ma servirà un Suso più maturo.

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.