Chievo-Milan presentazione

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Il Derby può aspettare. Lo sappiamo tutti, emotivamente e anche a livello di classifica, la stracittadina della prossima settimana dirà molto, quasi tutto della nostra stagione. Per questo arrivarci ancora davanti all’Inter sarebbe non importante, di più. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il Chievo Verona, ultimissimo in Serie A con il peggior attacco e la peggior difesa, ma non per questo da sottovalutare. Le trasferte di Verona, d’altronde, per il Milan non sono mai state agevoli. Figurarsi per un Milan stanco e sfibrato come quello che è andato in scena lo scorso sabato pomeriggio a San Siro, contro il Sassuolo di De Zerbi.

Nell’ultimo turno di campionato di buono per il Milan ci sono stati (quasi) solo i tre punti, ottenuti con fatica, sudore e tanta, tanta sofferenza, nonostante la superiorità numerica per una buona mezz’ora di match. “Il Milan ha ottenuto il massimo risultato con il minimo sforzo”, ha gracchiato Radio1 sabato scorso, appena dopo il fischio finale del direttore di gara. Mi permetto di dissentire: il risultato sì, è stato il massimo, ma anche la fatica di una squadra sulle gambe, totalmente in balia di un avversario più fresco, lucido, con le idee chiare. Il Milan di sabato scorso è stato preoccupante, per quanto il calo sia fisiologico. La sofferenza si è avvertita in particolar modo sulla mediana, dove Paquetà e Bakayoko hanno perso i rispettivi duelli con Sensi e Locatelli. Capita, non è un dramma, soprattutto considerato l’impegno infrasettimanale contro la Lazio appena lasciato alle spalle. È anche vero però che si tratta di un segnale da non prendere troppo sotto gamba, dal momento che andiamo verso il periodo più delicato dell’anno, quello in cui si tirano le somme di un’intera stagione e in cui un singolo passo falso può essere fatale. Per questo serve poter contare su tutte le nostre forze, soprattutto oggi, specie in vista del Derby della prossima settimana.

Come detto, almeno Bakayoko dovrà necessariamente riposare. Troppo legnoso quello visto contro il Sassuolo, imbrigliato dalla maggiore rapidità dei piccoli centrocampisti avversari. Biglia dovrà cercare di salire in cattedra a Verona, sperando che il suo fisico riesca a resistere più di una ventina di minuti scarsi. Anche Paquetà meriterebbe di rifiatare, se non altro perché si è inserito con tanta velocità e naturalezza nel nostro sistema di gioco e in un nuovo campionato che necessiterebbe di un minimo di tranquillità per “processare” le nuove informazioni ricavate. Kessiè, tra i centrocampisti, mi è sembrato quello meno in difficoltà, per quanto anche lui abbia faticato nel finale. In difesa nessuna grossa difficoltà, per quanto sarebbe comunque auspicabile gestire un altro paio di uomini, magari Rodriguez (forzatamente, vista la squalifica) e Romagnoli. In avanti, infine, Calhanoglu, anche complice l’infortunio di Bonaventura, non si ferma da troppo tempo. Auspicabile un turno di stop anche per lui. Va da sé che tra infortunati e inaffidabili in panchina, non tutte queste esigenze possono essere garantite. Si potrebbe tuttavia provare a proporre una soluzione di questo tipo: Donnarumma; Conti, Abate, Musacchio, Calabria; Biglia, Kessiè; Borini, Castillejo, Laxalt; Cutrone. Un cambio di modulo forse azzardato, ma che darebbe la possibilità di far riposare quanti più elementi possibili. In alternativa, con il 433 si potrebbe schierare una formazione molto simile, con Laxalt spostato alla mezzala mancina e il tridente Borini, Cutrone, Castillejo.

Davanti avremo un Chievo depresso, ma non già arresosi al destino cui sembra condannato già da tempo. La squadra clivense si affiderà con ogni probabilità alla fase difensiva, come da tradizione. Il Milan dovrà essere bravo a mantenere la calma, giocare senza troppa fretta e cercare di trovare il varco giusto al momento giusto. Non è necessario sbloccare subito il match, è necessario portare a casa i tre punti. Senza spendere troppo e senza lasciare sul terreno di gioco infortunati o squalificati. Al Derby ci penseremo poi da stasera alle 23. La buona notizia è che l’Inter ci potrà pensare solo da giovedì notte.

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.