Che vinca il migliore ?

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Una volta, tanti anni fa, quando ero ancora un bambino o un ragazzotto, il calcio era una cosa semplice. Si scendeva in campo 11 contro 11 e, dopo i 90’ canonici, i più bravi, a volte anche solo i più fortunati, vincevano; punto. Negli allievi regionali, nel giardino della scuola, ai giardinetti sotto casa, in prima categoria e… anche in serie A. Per la verità qualche differenza di trattamento c’era anche allora ma era, come posso dire, quasi spontanea. Che gli arbitri, ad esempio, ma anche la federazione, le istituzioni sportive ai vari livelli, avessero un occhio di riguardo per i più potenti, era quasi naturale, più un istinto che una scelta consenziente. Ovvio che, anche in un mondo così “ingenuo”, permettetemi l’espressione che potrebbe oggi sembrare buonista, la squadra della famiglia più potente in Italia fosse in qualche modo favorita, era quasi normale. Che un arbitro nel dubbio fischiasse a favore era quasi scontato. Sapete com’è, non si poteva mai sapere un domani. Un figlio a cui cercare un posto ad una scrivania a Torino, un parente sfortunato a cui trovare un lavoro al nord, una scorciatoia per ottenere una visita da un luminare in qualche ospedale… cose banali, così. Sembrava meglio non inimicarsi la famiglia più influente su tutto il territorio nazionale. Qualche favorino arrivava, persino non richiesto, ma sembrava, forse era in realtà, cosa di poco conto… bazzecole o quasi, su cui conveniva a tutti fare orecchie da mercante anche perché non c’era (quasi) nulla di concreto a cui appigliarsi. E sul mercato, con qualche sporadica eccezione, la possibilità di poter investire sempre qualche lira più degli altri ed il gioco era fatto. Senza “spargimenti di sangue”. In quel mondo anche i calciatori, pur essendo sempre dei privilegiati, rimanevano semplici esseri umani. Persone che finita l’epopea calcistica erano si benestanti, ma non abbastanza da passare il resto della vita alle Bahamas a spasso su yacht miliardari contornati di modelle compiacenti, aragoste e champagne. Gente come Lodetti, per esempio, un nazionale non il terzino sinistro della Pergolettese, che finita la carriera è diventato un agente assicurativo come mille altri. Oppure ci si riciclava nello stesso mondo come allenatori, preparatori, consulenti e via così, ma il calcio giocato non era la soluzione finale ai problemi della vita (con pochissime eccezioni naturalmente…) ma solo un buon punto di partenza.

Poi i tempi sono mano a mano cambiati. I “soliti noti” non erano più i soli potenti sulla piazza. Altri soggetti si sono mano a mano palesati. I vari Berlusconi e Moratti, tanto per fare degli esempi ed allora per poter mantenere il vantaggio extracalcistico era necessario aumentare il livello d’influenza. Non bastava più l’arbitro che nel dubbio fischiava a favore o la chiusura di un occhio al momento giusto e cosette di così poco conto. Di fronte a magnati che potevano spendere altrettanto, che potevano concorrere sul mercato italiano e straniero, che avevano le Televisioni da cui farsi sentire se certi favori fossero stati troppo smaccati era necessario andare oltre. E così sono arrivate le ere Moggi, poi Marotta, e via così, dove si passò dal favore non richiesto prestato per pura compiacenza, all’intrallazzo sotto banco, con tanto di ricatti e ricattini sussurrati e messaggi in codice lanciati spudoratamente durante le interviste trasmesse urbi et orbi dalle TV per chi doveva intendere e così via , fino ad arrivare alla gestione moderna dove, per poter concorrere e mantenere il vantaggio, in un mondo, almeno in teoria regolato da regolamenti e relativi controlli più stringenti, si è dovuto andare palesemente contro la legge. Perché il falso in bilancio, specie per una società quotata e per quanto mi risulta, è un reato penale, non una banale infrazione stradale.

In questo mondo sempre più competitivo a livello globale, dove la concorrenza per accaparrarsi i giocatori migliori arriva non più solo dalle avversarie nazionali ma dove devi confrontarti con le Inglesi che servono un mercato più ricco per pubblico, sponsor, diritti TV e quant’altro, dove sono arrivati i petroldollari a far lievitare il livello tecnico e relative potenzialità di spesa di diverse squadre in tutta Europa, dove anche in altri paesi come la Spagna, per le più “blasonate” almeno,  si chiude un occhio se non tutti e due quando serve, pur di mantenere (almeno provare) la competitività non si è esitato ad usare qualsiasi mezzo, lecito o illecito che fosse.

Intendiamoci, e forse non Vi piacerà sentirvelo dire, ma che non siano stati solo loro è in un certo senso vero. Anche in quel di casa nostra per non parlare dell’altra sponda (che grida allo scandalo ma che dovrebbe pensare alle sue prima ancora che a quelle degli altri…), credo sia obiettivo ammettere che qualcosa di poco chiaro c’è stato. Che il passaggio cinese non fosse del tutto limpido credo si possa ammettere e che anche oggi sul mercato, si cerchino le formule più fantasiose per diluire pagamenti e far tornare i bilanci sono realtà. Resta che un conto è un borseggio su un tram un altro l’omicidio doloso e se si è mossa la magistratura ordinaria, con tanto di indagini, intercettazioni, sequestro di documentazione contabile, avvisi di garanzia e quant’altro dovrebbe far riflettere. Quello che invece stupisce è il comportamento della federazione dove, per voce del presidente in persona, si è cercato subito di minimizzare la portata dello scandalo, al grido quasi offeso di “aspettiamo, vediamo, ma anche gli altri avrebbero fatto..” etc. etc. nel tentativo di arrivare al più classico dei “tutti colpevoli, nessun colpevole…”.

Ora, to cut a long story short, dopo che la lezione di calciopoli non è evidentemente servita a nulla, quanto sta accadendo potrebbe, e dovrebbe, essere l’occasione propizia per dimostrare che prima o poi, se fogni, i nodi vengono al pettine e paghi; e duramente anche. Una lezione per tutti (non solo, ammettiamolo, per i sabaudi) un punto di partenza per riportare questo mondo a livelli più, come posso dire, umani e, per quanto possibile, puliti? Dove semplicemente si vada in campo in 11 contro 11 (più le riserve) e che semplicemente vinca il migliore?… Cercare di riassumere in un post un argomento che meriterebbe un’enciclopedia non era cosa facile, siate comprensivi, ma che questa volta, la possibilità di fare qualcosa di buono ci sarebbe, credo che si possa almeno sperare… Vedremo cosa succederà…

FVCR

Axel

 

Puoi cambiare tutto nella vita. La fidanzata, la moglie, l'amante, la casa, il lavoro, la macchina, la moto e qualsiasi altra cosa che ti viene in mente. Solo una cosa non potrai mai cambiare. La passione per questi due colori. "il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari". Grazie mamma che mi hai fatto milanista, il resto sono dettagli.