Il teorema di Gödel

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E ci lamentiamo pure di essere annoiati, buzzurri che non siamo altro! Ma se piovono notizie come fossero polpette! Sì, insomma, c’è il solito, stantio teatrino dell’aumento di capitale che alla fine faticosamente arriva e non risolve niente. Anzi, aumenta lo stillicidio. Lettere che si fanno desiderare e che noi aspettiamo come fossero le ultime di Jacopo Ortis. Qualche mio amico ha disposto addirittura presidi sulla via della seta, con tanto di piccioni viaggiatori, per avvertirmi se ci sono ideogrammi in movimento. Invece…. Mica vero che la nostra apatia è scossa dalla bomba di Yongho a Milano? Sarà vera? Bah! Se sì, cosa è venuto a fare? Shopping? Può essere, visto che a vestiti e credenze è messo tutt’altro che bene. Siamo circondati da una cortina di impenetrabile mistero. Volute di fumo ci avvolgono e azzerano la visibilità. E che dire delle indiscrezioni sul socio di minoranza? Sarà mica come mister Bee, eh! Io ho alzato le mani da tempo, perché non ci capisco niente. Ognuno di noi può fare ipotesi e affermazioni. Allo stato attuale delle cose di nessuna si può dire se sia vera o falsa. La cosa, comunque, ha un suo fondamento scientifico. Affonda le radici nel teorema di Gödel. Gödel, infatti, ha dimostrato che in ogni teoria matematica esistono proposizioni riguardo alle quali non si può stabilire se siano vere o false. Vuoi vedere che Yongho è parente di Gödel? Chiederò a Fassone lumi in proposito. Mi saprà rispondere? Boh! Il reale ruolo di Fax mi incuriosisce molto.

Cerco di uscire dall’angoscia che mi attanaglia, usando l’arma dell’ironia. Ma è dura. Durissima. Il futuro mi spaventa. La mannaia Uefa incombe, con le sue pesanti conseguenze sul Mercato. Mi piace salutarmi con gli amici, dicendo “ A domani”. Anche se non posso sapere come sarà domani, è bello poter contare su qualcuno pronto ad affrontarlo con me. Non credo che noi abbiamo un domani da condividere con Yongho. Che sia davvero rimasto con il cerino acceso? Mi sembra improbabile. Chi c’è dietro di lui? Com’è possibile che il Milan venga esposto a questo bagno di sangue, che provoca gravissimi danni d’immagine, economici e tecnici? Supponiamo che ci sia davvero qualcuno con un grande patrimonio alle spalle di Li. Ipotizziamo che sia impossibilitato ad esportare capitali dalla Cina. Perché non ha fornito, in qualche modo, garanzie, per ottenere il rifinanziamento del debito? Queste non sono operazioni che si possono compiere chiedendo e ottenendo l’anonimato? Sottoporre il club alla gogna dell’esclusione delle coppe significa renderlo meno appetibile, deprezzarlo. Non riesco a capire come un proprietario facoltoso possa operare in questo modo. Ci ha comprato Tafazzi?

Anche il New York Times si è occupato di noi. Vuol dire che siamo importanti. Nonostante tutto, il brand tiene ancora. Il verdetto sembra già scritto. Ci sono pressioni degli investigatori ai giudicanti perché ci venga inflitta una condanna con i fiocchi. Noi verremo usati come esempio di un rigore che non guarda in faccia nessuno. Hai voglia di dire che il fair play finanziario, a norma di regolamento, si deve applicare ai conti e non alla credibilità del proprietario. L’unico modo per evitare la squalifica europea è riuscire a dare qualche garanzia sulla proprietà. E questa non la può fornire Yongho. E neppure Elliot. Il verdetto sarà la cartina tornasole della situazione. E’ vero che gli Orrendi hanno fatto dei giochini sulle plusvalenze che capirebbe pure un bambino scemo. Eppure i magheggi sono passati tranquillamente sotto l’occhio benevolo dei parrucconi dell’Uefa. La cosa fa arrabbiare. Parecchio! Loro, però, hanno Suning. Noi Yongho. C’è una certa differenza. Ciò non toglie che dobbiamo tirar fuori gli attributi, facendo capire che, in caso di squalifica, ricorreremo con il coltello tra i denti al TAS di Losanna.

Nel frattempo il Mercato è fermo. Mira va a parlare con il Cagliari. Una spera sia per Barella. Niente da fare. L’oggetto della discussione è Loca. Si parla di uno scambio André-Falcao. Bah! Per noi, considerando età e integrità fisica, potrebbe avere senso solo se si trattasse di prestiti. Ma, in questo caso, sarebbe il Monaco a non averne convenienza. Mi viene in mente una frase di Einstein. “ Ogni minuto che passi arrabbiato, perdi 60 secondi di felicità.” Cappero, io mi sono persa anni di felicità. Il Milan è la più importante delle cose meno importanti? Mica vero. E’ qualcosa di più. E da secoli peggiora la qualità della mia vita, maledizione al secchio! Ho un bisogno estremo di aggrapparmi a una speranza. Ma a quale? Le voci su un rientro in Società di Paolo Maldini sono suggestive. Temo che se le porterà via il vento. Si ha un bel dire che chi desidera vedere l’arcobaleno deve imparare ad amare la pioggia. Come si fa ad amare il diluvio universale? E poi siamo messi talmente male che l’arcobaleno lo vedremmo in bianco e nero. Grrrr!!!!!!!

Il calcio mi provoca sofferenza e nausea. Allora io cerco di astenermi. Non ho guardato la Nazionale contro la Francia. Sapevo che avremmo perso. Loro sono più forti. Hanno ali velocissime e un centrocampo che noi ci sogniamo. Mi ha fatto piacere che abbia segnato Bonucci. Ieri sera ho guardicchiato Venezia- Perugia. Inzaghi contro Nesta. Io tifavo per Sandro. Pippo profuma troppo di bagagliai e di Giannino. Come non detto, ovviamente. Mi dicono che RR abbia segnato e giocato molto bene con la Svizzera contro la Spagna. Davvero? Ottimo, anche se stento a crederlo. Ancelotti da De Laurentis. Ad essere sincera, non sbavavo per Carletto. Si trattava di una questione di calcio minestrato, per il quale non vado matta. A me piace chi gioca in verticale. Mi sono fatta una domanda. Ancelotti ha ridimensionato le sue ambizioni o, viceversa, le ha dilatate il Napoli? Bah! Del resto non è una cosa che mi interessi. Ho ben altri pensieri per la testa, io! Gödel, di’ la verità. Tu sei rossonero nel profondo dell’anima. E questo ti ha aiutato nelle tue meravigliose speculazioni matematiche. Gli altri pensano banalmente solo a questioni di campo. Noi no. Come tanti piccoli Poirot spremiamo le nostre cellule grigie per cercare, peraltro inutilmente, di districarci tra problemi finanziari e misteri societari. Di questo passo diventeremo i tifosi più intelligenti del pianeta. Non è una consolazione da poco. Eppure il diritto alla speranza non si può negare a nessuno. Così capita che una povera donna, nel suo mare di amarezza e pessimismo, a volte fantastichi. Nel teatro della Grecia antica esisteva la figura del “ Deus ex machina”. Quando le situazioni sembravano irresolubili, ecco che il Dio calava dall’alto, da una specie di gru azionata da funi ed argani. Succede che la sera, prima di addormentarmi, pensi: “ Chissà che domani…. Magari un deus ex machina…” D’accordo, sono fantasticherie da bimbi. Ma l’ha detto Pascoli, mica bau bau micio micio, che dentro di noi rimane sempre presente un fanciullino. E proprio lui ci aiuta ad andare avanti. La paura del futuro è grande. La voglia di riscatto ancora di più. Ciao, Gödel. E’ passato da una vita il tempo in cui mi scontravo con i tuoi teoremi. Adesso ne ho di ben più difficili da affrontare. Forza Milan!

Chiara

P.S: il 23 giugno celebreremo con voi il 10° anniversario di Milan Night. Quanto tempo è già passato! Non rimangono tanti posti, se volete unirvi a noi cliccate qui.

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.