Il fucile e la pistola

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A Bergamo abbiamo perso. Cosa c’è di strano? Nulla. L’uomo avrebbe morso il cane, se avessimo vinto noi, che, grazie alla certosina opera dei nostri meravigliosi capataz, siamo diventati una provinciale. L’Atalanta è un grande club, guidato da una Società solida, composta da gente appassionata e competente. Pur non potendo disporre di un budget elevato per ovvie ragioni di bacino d’utenza, agisce con intelligenza, costruisce progetti sportivi. E i risultati sono lì da vedere. Bravi! Insomma, alla Dea lavorano persone che hanno un cuore e un cervello. Siamo agli antipodi rispetto alla gentaglia che tiene in ostaggio il Milan. Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, quello con la pistola è morto. Noi che armi avevamo? Abbiamo una proprietà assente, disinteressata ai risultati sportivi. E una dirigenza di assoluta, rara incompetenza. Loro in panchina hanno Gasperini. Noi Fonseca. Loro per Bellanova hanno speso la stessa cifra che noi abbiamo dilapidato per Emerson Royal, andando a complicarci oltretutto il problema delle liste. E ho detto tutto, anche se si potrebbe scrivere un’enciclopedia, per esempio, sull’acume delle cessioni. Fossero almeno delle cessioni, insomma, si potrebbe anche discutere. Ma in realtà sono state dei regali. Siamo in mano a scappati da casa o a Babbi Natale? Manco a farlo apposta, Adli ha segnato a Como nel precedente turno di campionato. Pobega, Saele, Colombo l’hanno messa dentro rispettivamente a Torino, Roma e Verona. Manca solo Daniel stasera a Monza. Per non parlare di Cdk. Ma lui almeno non è stato regalato, anche se all’Atalanta abbiamo cortesemente dilazionato il pagamento. Questo, però, è probabilmente dovuto al fatto che non si voleva far risultare troppo in attivo il bilancio, il cui segno positivo è stato limitato anche da generose spese generali.

Eh, già, “ Per un pugno di dollari”. Quella frase ti portò male, Ramon. Non sempre vince l’uomo con il fucile. Ma a me sembra che noi non possediamo neppure la pistola. La partita? Nel primo tempo non abbiamo fatto neanche male, dai. Molto bello il gol costruito, guarda caso, con un veloce contropiede. E qualche buona ripartenza si è vista. Nella ripresa è calato il buio. Il giocatore che ha toccato più volte la palla con i piedi, a occhio, credo sia stato Mike. Abbiamo ruminato calcio, more solito. Gioco di una lentezza esasperante, fatto di tocchetti laterali e all’indietro. Guardando la partita, più che al fucile e alla pistola, pensavo allo stomaco delle mucche. Omaso, abomaso, reticolo, rumine. Chissà perché…. Le nostre “azioni”, se vogliamo chiamarle così, si sviluppavano quasi sempre su una fascia destra priva di Pulisic. Si vede che abbiamo più fiducia nelle qualità di Emerson Royal e di Musah che in quelle di Leao. D’altra parte, se non lo si innesca in velocità, ma quando è fermo e circondato da avversari, quel ciondolone di Rafa non combina nulla.

Ne voglio in campo 11 così!

Theo ha giocato molto male. Il ragazzo sta attraversando momenti difficili e io sono preoccupata. Se ha sbagliato, pagherà. Ed è giusto che paghi. Io, però, non me la sento di infierire prima che vengano accertati con chiarezza i fatti. Comunque Theo non è più lui da quando i maledetti hanno licenziato Maldini. Al di là dei rapporti personali, che pure sono importanti, quella è stata la certificazione del fatto che la Società non avesse ambizioni sportive e non volesse quindi tra i piedi chi, invece, lottava per costruire un Milan competitivo. Theo aveva firmato con Maldini, ignorando altre sirene, perché credeva nel progetto sportivo. Come Leao. Già, i due reprobi. Io voglio in campo solo giocatori che si impegnano e fanno un cooling break come si deve. Mica dei lazzaroni. Schieratemi 11 Emerson Royal, per favore. Non ho dubbi che la nostra fantastica Società presto mi accontenterà. E troverà pure tanti tifosi duri e puri che  staranno al suo fianco.

Per carità, il gol di Cdk poteva essere annullato. Di più. Sono sicura che, a parti invertite, lo avrebbero annullato. E all’Atalanta non sarebbe stato concesso, se di fronte avesse avuto un’altra squadra. Ma questa è la prova che abbiamo una Società che non conta nulla. Del resto è anche normale, visto che niente le interessa del calcio giocato. Se chi ci guida non rispetta il Milan, come possiamo pretendere che lo facciano gli altri? Fonseca è stato un fiume in piena contro gli arbitri nel post partita. A me, al contrario di molti, la cosa non ha dato fastidio. Mi sembra evidente che giochiamo nella Marotta League. E questo mi fa imbufalire, al di là della nostra avvilente mancanza di competitività, che non è certo colpa di Marotta. Quindi non mi dispiace se qualcuno tira fuori certi argomenti. A tal proposito, punto su Conte, lui sì interessato alla lotta scudetto. Però Paulo dimentica una dettaglio non certo insignificante. Le colpe sue e della Società sono enormi. Non siamo nella miserevole posizione in cui ci troviamo a causa degli arbitri. Più che un allenatore sembra uno scaricabarile. E non voglio alibi per chi gestisce così male un luogo dell’anima chiamato Milan, calpestandolo. La partita l’avevamo ripresa. Poi… stendiamo un pietoso velo. Forse, e sottolineo forse, anche la stanchezza ha contribuito al nostro imbarazzante secondo tempo. Mi è capitato di discutere animatamente con un amico milanista. Lui diceva che l’Atalanta, giocando Lunedì, aveva solo un giorno in più di riposo. Ma come? Noi avevamo giocato anche Sabato. Lei no! Come si fa a non capire certe cose? Sì, d’accordo, abbiamo fatto prestazioni vomitevoli anche in altre circostanze. Mi irrita, però, una Società che non cerca mai di tutelare la squadra. Essendo la Coppa Italia l’unico obiettivo su cui si può puntare e non avendo ricambi presentabili a centrocampo, abbiamo schierato Reijnders e Fofana. Se i nostri capataz avessero avuto un minimo di interesse e di amore per il Milan, non si sarebbero fatti imporre quel calendario. E, ovviamente, non ci saremmo presentati ai nastri di partenza con un centrocampo così striminzito e mal assortito. Perchè Fofana e Reijnders non siano usciti prima, visto il risultato acquisito in fretta, è cosa che sta nella mente del nostro allenatore. Come il fatto di aver messo Pulisic nel secondo tempo.

E adesso? Ci aspetta la Stella Rossa. Trentunesima nella classifica Champions, dopo 4 sconfitte consecutive ha travolto in casa lo Stoccarda. Come andrà? E chi lo sa? Nessuno può avere delle certezze. Dobbiamo temere tutti. Soprattutto  noi stessi. Ci presenteremo in campo con la pistola, che di fucili non vale nemmeno la pena di parlare? Mah! Di pistola ne abbiamo tanti tra proprietari, dirigenti e allenatore. Furlani, Ibra, Scaroni, Moncada, aspetto con ansia di sentire qualche vostra illuminata parola. Pendo dalle vostre labbra, perché siete i miei idoli. A volte parlate anche. Si tratta di grottesche vanterie e stupidaggini assortite che fanno venire la voglia di prendervi a schiaffi. Ma dopo le tante sconfitte siete sempre muti. Scappate come conigli. Altro che leoni. Eppure c’è gente che ancora vi difende. Eh, sì, tifosi di serie A, seguaci della nostra meravigliosa curva, siete contenti dell’andazzo? Evidentemente vi va bene il comportamento di questa parodia di Società, perché non la criticate mai. Mai! Amare il Milan significa stare vicini alla squadra, sì. Ma anche contestare chi lo calpesta. E’ inutile che poi ve la prendiate con gli arbitri, perché non risultate credibili. Va bene, dai, l’importante è che io non sia in possesso né di un fucile né di una pistola. Così non c’è il rischio che possa farne un uso improprio. Non so quando finirà la nostra agonia. Ignoro la data in cui ci libereremo da questi maledetti. So, però, il giorno in cui è iniziata, perché….. Je suis Paolo Maldini.

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.