
Ieri sera ho avuto l’ennesima prova che io non riesco più a guardare il Milan. Troppa tensione che mettono a dura prova le mie coronarie. Non so come facevo una volta, non mi spiego come ho fatto a seguire Milan-Juventus di Manchester. Sara l’età, invecchiando la tensione aumenta, ad oggi non sarei in grado.
Certo il Milan ci mette del suo per mettere a dura prova il mio cuore rossonero, perché per venti minuti iniziali i rossoneri non sono esistiti, messi sotto dal ritmo indiavolato della banda di Gasperini, anche se non si sono quasi mai resi pericolosi.
Poi un lampo, una genialità del mister. A mio avviso è passato a quattro dietro e anche a centrocampo ha riequilibrato la squadra con Leao più libero. Da lì in poi il Milan ha subito meno e ha preso in mano il pallino del gioco fino ad arrivare al gol che decide la partita. Arrivato grazie a Leao che mette il turbo e serve Pavlovic per il gol che alla fine decide la partita.
Può piacere o meno, ma quando Leao è messo nelle condizioni di fare quello che sa fare diventa un giocatore immarcabile.
A me piace? Non molto perché lo trovo monocorde e giocando così non diventerà mai un giocatore di responsabilità. Dal mio punto di vista un limite.
Ma dobbiamo metterci il cuore in pace. Leao è e sarà sempre così. Quindi prima lo si accetta e prima lo si mette nelle condizioni di giocare come sa, prima ne guadagnamo. In primis il Milan.
Dal gol che ha spazzato l’equilibrio il Milan si divora subito il raddoppio con Fofana, che servirà per equilibrare la squadra ma giocare a calcio è altra cosa.
Ad inizio ripresa il Milan manca il raddoppio almeno sette volte, con Fofana, Nkunku, Ricci e lo stesso Leao mancano il 2-0. Quel gol che avrebbe reso tutti più tranquilli, me compreso.
Ma come mi hanno insegnato fin da piccolo, quando quando sbagliano troppi gol rischi di subire. La Grande legge del calcio. Che ieri sera non ha fatto i conti con Mike. Perché para in maniera incredibile il calcio di rigore di Dybala. E San Siro esulta come aver segnato un gol.
Con tanta voglia, resistenza e nervi i ragazzi portano a casa una vittoria in tipico stile Allegri. Una vittoria importante che aumenta l’autostima del gruppo. Soprattutto se giochi contro la Roma che in trasferta aveva fatto bene e sei senza Pulisic, Rabiot, Gimenez.
Ma il gruppo c’era e soprattutto con una mentalità pazzesca. Una cosa insperata lo scorso anno.
Il Milan è una squadra incompleta, la rosa ha dei buchi evidenti, aver avuto un centravanti serio ieri sera, però lotta e non si arrende. È sufficiente?
Chiaramente no, però possiamo dire che ci siamo anche Noi e non molleremo e questo è il segnale forte che da San Siro abbiamo mandato agli altri.
E godiamoci il momento, ne abbiamo bisogno tutti.
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