La stagione venatoria

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Modestamente ho della carne che sembra viva per quanto è fresca!”. Immagino un po’ così le riunioni tecniche a Milanello, come se ci fosse un Rinaldi Otello tre chili de trippa e due de budello pronto a disossare una coscia.
Qui ragazzi è roba da mondiali della macelleria e sappiate che la competizione esiste e noi italiani abbiamo anche vinto l’oro nella categoria “miglior tecnica del disosso”! Vedete tutto torna, anzi tutti i muscoli tornano, fanno frollature immense e poi ritornano sui campi: popolo di santi, poeti, navigatori e macellai!
Domenica ero allo stadio con mia figlia quando dopo pochi minuti Pobega cade al suolo e lei subito a chiedermi cosa fosse successo: immaginate il mio smarrimento. Non potevo certo risponderle che li spacchiamo tutti noi, non ci avrebbe creduto perché facendo atletica mi avrebbe ricordato che bisogna allenarsi bene, allora le ho detto che è ancora aperta la stagione venatoria e lo hanno abbattuto per il pranzo di Natale, era più verosimile. Non vi dico quando è crollato Okafor: lì non ha fatto in tempo a far vibrare le corde vocali che l’ho stoppata subito con “abbattuto per il cenone”. D’altronde San Siro è un bel campo grande con visuale libera e tra 70.000 spettatori ci sarà pur stato un discreto numero di cacciatori. Come spiegazione filava sicuramente di più di “guarda abbiamo in rosa 178 elementi e dopo nemmeno 4 mesi di stagione solo 7 non si sono rotti, ma secondo chi lavora al Milan è tutto sotto controllo”. Dai, mi avrebbe detto “sì ok papà mi hai fatto ridere ma adesso dimmi la verità” e io cosa cavolo le dicevo dopo. Quindi meglio la stagione venatoria, molto più credibile. Con tutta probabilità la prossima volta che mangerò polenta e salmì mia figlia mi chiederà se quelle fibre che si sfilacciano così facilmente con la semplice pressione della forchetta provengano da Milanello.

Torno serio per un istante e ripeto quanto vado ripetendo da troppo tempo: va licenziato immediatamente Pioli e tutto lo staff. Punto. Fine. Stop.
Non me ne può fregar di meno di aver vinto 3-0 se ogni volta si spacca qualcuno perché così rimarrà una vittoria di Pirro: un modo con cui qualcuno salva la cadrega a scapito della rosa e i risultati. La squadra non sarà di qualità eccelsa ma non può presentarsi con un centrocampista in difesa perché son finiti i difensori, non può ritrovarsi con due primavera in campo perché son tutti rotti, bennacer non può essere costretto a rigiocare subito perché loftus è in condizioni pietose e non si può vedere un attaccante appena subentrato segnare ed uscire infortunato poco dopo. Ma cos’è sta roba, ma dove si è mai vista una roba del genere!
In società esattamente cosa tengono sotto controllo, l’indirizzo dell’inail? No perché vorrei capire quale significato abbia per loro “tutela del patrimonio e degli assett del club”, così giusto per farmi due risate quando qualcuno ricorda loro che in un club sportivo i calciatori sono un patrimonio da tutelare nel miglior modo possibile perché in grado di raggiungere risultati sportivi che di converso portano un vantaggio economico non indifferente.
Invece no, noi abbiamo i mega dirigenti più competenti del mondo capaci di mettere tutto a posto facendo…niente. Bella strategia vero? Da anni abbiamo un numero di infortuni muscolari decisamene superiore agli avversari, ma in questa stagione abbiamo deciso di battere ogni record e il piano attuato per non buttare tutta la stagione con tutta probabilità è l’accensione di qualche cero in chiesa.
Facile e giusto dire di essere usciti dalla champions anche per via del rigore dato al PSG, più difficile per chi il Milan lo gestisce fare mea culpa su quanto dipendente dalle proprie capacità, tipo presentarsi a San Siro nella sfida decisiva col dortmund senza leao, con adli a centrocampo, con due soli centrali di cui uno si rompe per tempo indefinito ammazzando psicologicamente squadra e pubblico perché in panca non c’è un solo elemento di ruolo che possa sostituirlo avendo Kalulu, Kjaer, Pellegrino e Caldara infortunati. Ecco dove sta l’uscita dalla champions, ecco a cosa porta l’abulia della società. L’uscita dalla champions, i problemi in campionato ed il non gioco sono tutti da ricondursi al non voler scegliere o al sentirsi dei mega dirigenti sportivi senza aver mai diretto una  squadra sportiva. L’esperienza conta.
E’ normale essere costretti a tornare sul mercato perché hai troppi infortuni lunghi? Direi di no, allora la domanda è perché continuare a dar fiducia a quello staff che volenti o nolenti ha dalla sua questi numeri terrificanti. Non c’è logica, si va solo a sbattere contro un muro. Io vorrei provare a giocarmela l’europa league perché a mio parere al completo ce la potremmo anche fare, ma se ci andiamo come se fossimo un ospedale da campo cosa otterremmo oltre figuracce e pernacchie?

Parlando di europa league, sorteggio benevolo per i nostri che affronteranno gli altri rossoneri del Rennes. Abbiamo di certo evitato i sorteggi più problematici come lo Sporting, il Marsiglia di Gattuso e Aubameyang o i tedeschi del Friburgo, evitando altresì una trasferta pazzesca come quella contro i modesti azeri del Qarabag. Il Rennes al momento non vive un gran momento in campionato essendo appena sopra la zona retrocessione, ma i conti bisognerà farli fra circa due mesi e il primo problema sarà capire se avremo una rosa non decimata a disposizione. Riusciremo ad arrivare con l’infermeria svuotata? Non resta che unirci milanisti e scrivere a Babbo Natale, magari lui riesce ad esaudire questo nostro desiderio. Se non credete a Babbo Natale ricordatevi che dall’altra parte dovreste credere nello staff che lavora a Milanello…

Seal

Cari Nighters che siete sempre qui a leggerci con una costanza impareggiabile, colgo l’occasione per augurarvi di passare delle serene feste con le persone a voi più care.

Ricordo Baresi entrare in scivolata e poi l'ovazione del pubblico, da quel momento ho capito che fare il difensore era la cosa più bella del mondo. Ancora mi esalto quando vedo il mio idolo Alessandro Nesta incenerire Ferrara sulla linea di porta mentre credeva di essere a un passo dalla gloria. Se la parola arte fosse compresa appieno le scivolate del n.13 sarebbero ammirate in loop al MoMA di New York.