La fiducia resta, ma con un po’ di sconforto

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Da ridere c’è poco. La maggioranza silenziosa dei tifosi la pensa come Mattia: si coccola e festeggia ancora lo scudetto, si fida di quello che Maldini e Massara hanno fatto in questi anni, non discutono Pioli, sono pronti a sostenere una squadra dove comunque sono arrivati Origi, Adli e Pobega ed è tornato con rabbia Ante Rebic. Insieme con Kjaer. Quello scudetto non è stata un’impresa, non è stata una favola o una sorpresa: è stato il logico risultato di un percorso preciso, supportato da risultati e numeri che iniziano nel 2019 con l’arrivo di Stefano Pioli e proseguono nei 2 anni successivi attraverso conferme continue e la consacrazione di campioni e uomini veri. La minoranza chiassosa invece non ride proprio per niente: la pensa seriamente come Mattia in quel suo messaggio ironico: una squadra che ha vinto lo scudetto e deve tornare competitiva in Champions deve spendere e spandere per rinforzarsi. E alla svelta anche. Non si tengono a mente, non si hanno presenti gli scenari e la tipologia del mercato del calcio ai giorni nostri. Si fa fatica a ricordare che il Milan ha strategia, filosofia e dettami molto chiari e non vuole sgarrare. C’è un budget (più popolare dei gossip estivi), c’è un tetto ingaggi, c’è una limitazione alle pretese dei procuratori. C’è, soprattutto, quella sana abitudine di pagare in contanti i cartellini dei giocatori. Nulla di etico, per carità, ma una imposizione statutaria di un Fondo che per definizione gestisce soldi di investitori, soldi altrui, e non può permettersi di dilazionare, di pagare con comode rate, di non dare anticipi come ha potuto fare la Juve con Chiesa, Locatelli, Vlahovic. Il Milan, pardon il Fondo Elliott e Cardinale, non producono debiti: producono ricavi. Ci sono di mezzo il mercato e uno stadio nuovo, dei conti e dei bilanci, che vanno di pari passo con le ambizioni di Paolo Maldini e – fino a prova contraria – dei tifosi. Allora domando: perché solo 22 giorni fa avete perso il sonno per la firma di Paolo sul rinnovo, e ora che ha nuovamente sposato la linea aziendale dubitate di lui? Non è forse vero che se Maldini ha rinnovato, significa che si adeguerà alla politica del suo club? Può anche darsi, come accade a ciascuno di noi, non essere sempre sintonizzati o allineati con i vertici della società in cui si lavora, ma i professionisti comunque li rispettano e di conseguenza si comportano. Altrimenti, la porta è quella…

Luca Serafini su Milan News

4 fiches

Caro Luca, io non so proprio a quale minoranza appartengo, se a quella silenziosa o a quella rumorosa; di certo concordo con te sulla fiducia in Maldini, Massara e Pioli, quella è indiscutibile. Tuttavia non appartengo alla massa di quelli che “va tutto bene madama la marchesa”, quelli li lascio alla protezione e alla supervisione di “quello” che scrive il sabato e che certamente si scaglierà contro quelli che hanno una parvenza di dubbio o incertezza. Non mi scadere anche tu in questo errore, ne avrei un gran dolore. Cerchiamo invece di guardare alla realtà: la realtà dice che Maldini e soci non sono diventati improvvisamente degli incapaci, ma da una parte non vogliono sottostare ai voleri degli appassionati di cozze, dall’altro, ahimè (e sottolineo ahimè) non hanno la disponibilità che vorrebbero per chiudere le trattative, dal momento che le proprietà attuali e a venire, non mi sembrano adatte a mercati aggressivi, mettiamola così.

I Singer, come dice giustamente Seal, non vogliono più tirar fuori altri soldi: i denari stanziati sono questi, con tutta l’autonomia di questo mondo, caro Paolo, compra chi cazzo ti pare. Ne vuoi comprare uno solo a 50 milioni o dieci a 5 milioni…, a noi (intendo i Singer) non ce ne frega un cazzo! E’ vero che siete tornati nell’Europa che conta da due anni, è vero che avete vinto il campionato, ma i soldi sono questi, fatteli bastare! La storiella era che senza stadio non si poteva vincere, storiella ripetuta fino alla nausea dal presidente Stadioni (speriamo che con Gerry questo sparisca…), poi però Pioli e i ragazzi hanno vinto, e allora? Infatti ai Singer non frega un cazzo di vincere oppure no, devono realizzare e basta.

A me tifoso del Milan deve interessare questo discorso? Li ho chiamati io i Singer o Gerry? No di certo, hanno fatto tutto loro; quindi a me di fare il tifoso ragioniere/commercialista che si masturba fino a farsi uscire gli occhi di fuori per il bilancio positivo non interessa minimamente; io vorrei vedere questo Milan battersi in Europa come si deve e se i giocatori li paghiamo in contanti, a rate, in leasing, in comodato o li rapiamo…non me ne frega assolutamente nulla.

In Europa da due anni e scudettati e ci sediamo al tavolo con quattro fiches? E Gerry? Questo è venuto per comprare poppanti dai nomi improponibili? Francamente rimango un po’ deluso; se questo club è talmente prestigioso che il City gli dedica la seconda maglia, se la sala delle coppe mette soggezione a chiunque, se la storia è quella che conosciamo, allora possiamo solo sperare che con quattro fichi (non fiches) Maldini e Soci facciano sempre miracoli? Speriamo in Maldini allora, anche perché lo scudetto passato non era a budget (parole di Stadioni) figuriamoci se lo è una partecipazione da protagonisti alla Champions. Dispiace, che vuoi farci? Io resto sempre un “criticone”, uno di quelli che il tuo “successivo” vorrebbe mettere nelle ceste al caldo. Non va tutto bene, checché ne pensi Madama la Marchesa.

Gianclint 

 

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.