Lo spirito di Attila e la forza di Simba

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Il 28 ottobre 1984 è una data che il popolo rossonero, almeno quello un po’ più stagionato, ha bene impressa nella mente. Dopo anni di purgatorio con brevi puntatine all’inferno, infatti, quel pomeriggio riuscimmo a battere gli odiati cugini in un derby che è passato alla storia soprattutto grazie all’istantanea di Mark Hateley che sovrasta l’ex milanista Collovati nel duello aereo e incorna il gol del definitivo 2-1.
Ero ancora un pargolo che aveva appena imparato a camminare ma ho un ricordo nitido di quel giorno: più precisamente ricordo mio padre davanti a Domenica sprint che vomita, prontamente cazziato da mia madre, insulti e pernacchie contro il malcapitato stopper nerazzurro, reo di aver commesso due anni prima ciò che all’epoca era considerato un vero e proprio peccato capitale, traslocando nella metà oscura di Milano dopo un tragico campionato che ci aveva spedito negli inferi della serie B. Col passare degli anni il suo comportamento diventerà normalità, e in molti casi saremo soprattutto noi a godere degli “scarti” nerazzurri e a rifilare loro delle sole clamorose; ma allora era un tradimento assolutamente inaccettabile, soprattutto per un casciavìt integralista come il mio vecchio.

Fu solo l’antipasto del godimento pluriennale di cui beneficeremo dopo, e tra i più bei ricordi nella stracittadina c’è sicuramente il derby di ritorno al primo anno di Sacchi, quando una squadra lanciata nella corsa scudetto stritolò senza pietà i rivali nerazzurri con un bugiardo 2-0. Raramente, infatti, si è vista una tale dimostrazione di superiorità in una partita di calcio, a maggior ragione in una partita così carica di emotività; neanche nei rovesci che abbiamo inflitto (6-0) e purtroppo anche subìto (4-0 era Leonardo). L’essenza di quel derby sta tutta nella verga mancina che il mio idolo Ruud Gullit scaraventò in porta, rischiando di staccare la testa a Zenga, al termine di un’azione in cui gli uomini del Trap non capirono letteralmente nulla, come del resto durante tutto il resto del match.

Il clima che ci accompagna alla sfida di domenica sera è appena differente, complice una classifica che ci vede anni luce lontani dall’Inter, che è lassù in lotta con i galeotti diversamente colorati, e una squadra, la nostra, che non ispira grande fiducia per affrontare quella che per noi poveri tifosi è sempre una guerra.
Tuttavia, essendo solo un tifoso ho il diritto di fantasticare: sogno una discesa sulla fascia destra di Conti (o al massimo Saelemakers, con Calabria non ce la faccio), al minuto 88 con il risultato in bilico, che supera in velocità il diretto marcatore e calibra un cross perfetto a centro area. Sogno Ante Rebic che stacca con perfetta scelta di tempo sovrastando Skriniar, come fece Attila nel lontano ’84, e incorna un potente colpo di testa superando un incolpevole Handanovic, con il San Siro rossonero che esplode di gioia e spernacchia tutto il resto dello stadio colmo di nati dopo e male nei successivi 2 minuti + recupero.
Sogno, ma qui mi spingo veramente oltre la fantascienza, un’Inter in balia del nostro pressing asfissiante che culmina in uno scambio veloce a ridosso dell’area tra Chalanoglu e Leao, con quest’ultimo che libera un sinistro fulminante sotto la traversa, come fece Simba nel lontano ’88 nella sua straripante potenza.

Sogno, perchè non mi rimane molto altro; perchè la realtà mi dice che non vinciamo un derby di campionato dal 2016 trascinati nientepopodimeno che da Niang; perchè la razionalità mi dice che abbiamo pareggiato con il Verona in casa e, diciamocelo, anche con una discreta dose di culo; perchè tutti gli indizi mi portano a presagire un’altra inevitabile disfatta, un’altra settimana di sberleffi, un’altra serata ricca di rabbia, impotenza e inferiorità lapalissiana.
Se potessi, isolerei in laboratorio il DNA di Attila e Simba, ed entrerei di nascosto a Milanello per iniettarlo agli “idoli” dei giorni nostri, per un regalo inaspettato che il popolo rossonero meriterebbe ampiamente. Purtroppo, invece, l’unica speranza è che la grinta e la voglia di vincere di Mister Ibra trascini in qualche modo tutti gli altri, anche e soprattutto nei giorni di avvicinamento alla partita. Già, perchè quando parti palesemente sfavorito, per rovesciare il pronostico puoi solo farti un culo così negli allenamenti, ed entrare in campo più concentrato e incazzato di chi sulla carta ti è superiore, in pieno stile casciavìt…….riusciranno i nostri eroi, per una sera, a diventare casciavìt?

Vedere Gullit e Donadoni fare polpette del Napoli a San Siro mi ha fatto innamorare del Milan, vedere Marco Van Basten segnare il gol più assurdo della storia mi ha fatto capire che il calcio può essere anche arte, vedere Buffon a gambe all'aria un attimo prima di trionfare in finale di Champions sui nemici di sempre ha dato un senso alla mia vita di tifoso rossonero