Un po’ perplesso

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“C’è una frattura ormai insanabile tra il modello calcistico operativo del Milan (copyright Eiliott) e il resto dell’allegra compagnia che si muove secondo altre consolidate tradizioni. A nulla sono servite le testimonianze tecniche e finanziarie realizzate in questi ultimi anni per “sdoganare” il metodo Maldini-Massara-Pioli con la benedizione di Ivan Gazidis, padre putativo dell’operazione che ha previsto l’inedita accoppiata conti risanati e successo tricolore. […] Ormai non è un mistero. La tecnica è sempre la stessa: se si centra l’obiettivo con la cifra stabilita in partenza bene, altrimenti si passa ad altro profilo (Botman docet). Da ricordare che nel gennaio 2022 […] i rilievi sull’attendismo del Milan che rinunciò all’acquisto di un sostituto di Kjaer, furono addirittura feroci e i pronostici spietati. Distinguiamo qui un punto: Stefano Pioli, anche se continua a portare pazienza per i rinforzi invocati, ne ha bisogno a brevissima scadenza. Il ritardo, qualunque sia la spiegazione, è evidente e potrebbe avere qualche conseguenza pratica. […] E che nessuno dei protagonisti di casa Milan invochi l’attenuante generica del ritardo accumulato. Perché quello è dipeso solo da loro e da nessun altro”

Parto dall’editoriale di Franco Ordine su Il Giornale, parole che potrei anche aver scritto io per quanto sono aderenti al mio pensiero. In particolare la conclusione: il rinnovo di Maldini/Massara è stato un balletto molto lungo e articolato, iniziato con schermaglie sui giornali e proseguito a colpi di indiscrezioni varie, concluso nella quasi ovvietà. Praticamente un negoziato Gazprom-Germania, ma è calcio, che è una facezia, ma ha comunque dei tempi stretti su certi argomenti al contrario della macropolitica. Ecco tirarla in lungo è stata una scelta e questa scelta ha generato ritardi.
Ritardi che non divengono evidenti dalle amichevoli contro squadre ungheresi, bensì erano già evidenti. Perché il modus operandi della dirigenza, che porta avanti (sebbene a molti piaccia sempre collocare Maldini in una sorta di ‘opposizione’) il programma della proprietà, lo conosciamo e sappiamo che per acquisire in prestito gratuito un primavera possono volerci tre settimane; figuriamoci comprare un trequartista raro e, a detta degli esperti, prezioso.
Il valore della squadra lo conosciamo, e anche se la perdita di Kessie non è per ora stata colmata, parliamo di un gruppo che ha in memoria 80 punti di base nonostante lacune e assenze. Il Milan ha vinto il titolo, e comunque ha già portato dei rinforzi importanti quali Adlì, Pobega e Origi. Mica ce lo scordiamo certo, però permettano i vari depositari della Fiamma dell’Ottimismo Cieco che così come abbiamo riconosciuto le possibilità di questa squadra in momenti in cui la vulgata ci dava ‘miracolati’, abbiamo anche visto tante squadre abortire il proprio percorso di crescita per scarsa ambizione della proprietà.
L’Europa chiederà sforzi maggiori, e in Italia nessuno è rimasto a guardare; i giocatori dovranno affrontare il primo campionato, per loro, da detentori, con un carico di aspettative più importante anche degli ultimi due mesi della scorsa stagione. Io mi sento di dire che una fiammata sul mercato va fatta, per stimolare il gruppo, per dare un messaggio alle concorrenti, per incrementare i valori tecnici. Il torneo sarà strano e spezzettato, bisognava dare a Pioli i rinforzi in anticipo; adesso che siamo andati già troppo in là: non chiudiamola nel ridicolo.

Dalla estenuante trattativa per lo sbarbato belga a i non rinnovi che ormai sono consuetudine, è un Milan strano, vincente ma quasi senza sicurezze; un po’ come in campo, a mente un po’ più fredda. Vedi Milan-Udinese e Milan-Genoa e pensi: ma come cavolo vuoi vincere un campionato giocando così? Eppure…
Il gruppo si sente davvero forte, giustamente, e le dichiarazioni dei Nostri lo sottolineano. Forse hanno ragione i super-ottimisti: non serve quasi niente.
Non la penso così, penso che le cose facili non paghino mai. Il Milan ha fatto cose difficili, quasi impossibili, per tornare a vincere e adesso sta facendo la più comoda: ha rinnovato “l’uomo immagine” e ora si sta grattando. La testa, in cerca di idee. E anche altro, perchè sette mesi per farsi dire “Deketelaere addio – cantavi” a Lugano beh boh e buh.
Perplimente.

Larry

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.