Pragmatismo

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Otto punti dietro al Napoli, due più della juve e tre più dell’Inter. Anche al lordo delle assenze, e del gironcino di Champions passato con stile, 5 gare fa non avrei assolutamente firmato per questa posizione.
Resto convinto che il Milan non sia un “Leicester”, ma una squadra dall’elevato potenziale che sta performando, anche se di poco, sotto le aspettative. Non si può fare la tara sul Napoli, troppo perfetto per essere vero, ma sulle due rivali classiche si; ed essere a portata di tiro, con lo scontro diretto vinto, da questa versione dei bianconeroazzurri francamente ridimensiona, con buona pace dell’opinione comune, il cammino sin qui fatto.
L’insieme è sempre quello delle cose buone. Essere secondi, va bene. Aver tenuto in tutti gli scontri diretti, va bene. Ma francamente un ambiente rilassato ed appiattito sul “Pioli is on fire” mi infastidisce più di un pareggio a Cremona.

Perché la juventus, che ha fatto pena fino forse all’ultima sfida, è a soli due punti dal nostro elogiatissimo Milan? Perché ha preso 7 gol finora, e 0 nelle ultime 5 giornate.
Io ritengo che la juve sia scandalosa per qualità e rendimento, in relazione soprattutto a quanto ha investito, e certo non mi piace Allegri. Ma nell’estremismo (a tratti ridicolo) del tignoso livornese c’è anche del buono. E non buono perché lo fa lui, ma buono in generale: quando sei in difficoltà, prima cosa non prenderle. Quando devi cagare punti da periodi difficili, primo non prenderle. Quando devi raddrizzare la barca, primo non prenderle.
Il Milan, opinione mia sia chiaro, al di fuori degli scontri diretti è risultato in difficoltà sin dalla prima gara dell’anno. La difficoltà deriva dall’impossibilità di questa squadra di matchare le ambizioni tattiche e tecniche dell’allenatore. Pioli a me pare si stia estremizzando: nel suo immaginario credo voglia una squadra che devasta 1-vs-1 tutto il campo per 90 minuti e segna 14 gol, subendone magari 2 o 3.
Traduzione nella pratica: pronti-via prima azione dell’anno, gol subito, e subito a inseguire.
Come recentemente letto, è vero che siamo l’unica squadra ad aver conseguito sempre la posta una volta passati in vantaggio, ma è anche vero che su 13 gare siamo stati rimontati a gara in corso ben 7 volte. E si, tutte e 7 le volte l’abbiamo poi messa a posto; ma a che prezzo? Pare che della straordinaria cavalcata finale dello scorso anno ci siamo portati dietro la convinzione di potercela sempre fare, e non è poco anzi! Ma non credo che questo paghi sul lungo periodo. Difatti la consapevolezza di ‘farcela’ oltre ad essere pericolosa e sempre in attesa di smentite, è facilmente contrastata dal fatto che, numeri alla mano, anche gli avversari contano sempre di farcela a rimontarti un gol.
Credo invece, come purtroppo dimostra l’orrenda juventus di Allegri, paghi di più tirare giù la saracinesca. Specie quando devi gestire un doppio impegno senza la possibilità, nemmeno per l’allenatore, di preparare a dovere le gare.
E in ciò non ho capito Pioli, che fin dal primo minuto della prima gara ha voluto riavvolgere il nastro al 2021, ad un’idea ed esecuzione di calcio caotica e frenetica specie nella fase difensiva di possesso, piuttosto che evolvere il sistema e votarlo ad un maggiore controllo del match. Se riesci a passare in vantaggio 9 volte su 13, e di queste solo in 2 occasioni “la chiudi” andando sopra di 2 reti e in altre 7 invece ti fai riprendere, l’arma vincente è chiaramente divenire capaci di non farsi riprendere. Il Milan invece non adatta la propria gestione difensiva al punteggio, insistendo nell’1-vs-1 a tuttocampo che oltre a sfibrare i giocatori ha già dimostrato salvo rari casi ad ogni latitudine, in ogni contesto, di non essere la scelta adatta per vincere a fine anno.
Anche noi lo abbiamo dimostrato nelle ultime 10 gare dello scorso anno, quando abbiamo abbandonato la foga per la compattezza difensiva.

L’astrattismo di Piet De Katelaere, che vede linee e intrecci…che capisce solo lui

La difesa comunque non ha incassato molti più gol delle occasioni effettivamente concesse, segno proprio secondo me di una necessità di stringere viti nei momenti giusti. Non concordo infatti con chi critica esageratamente Tomori piuttosto che Kalulu: giocare su 30 metri di campo in isolamento, sempre esposti al contropiede, porta inevitabilmente a imperfezioni.
A preoccupare di più, secondo me, per le ambizioni pioliane di partite con palloni che volano da una parte e dall’altra senza sosta e punteggi tennistici a nostro favore (cit. Klopp) è l’attacco. Il Milan ha prodotto 29 gol da 29 xG, e già qui direi che il castello facilmente crolla. Mi spiego: la Roma per esempio, che ha prodotto 18 gol da 30 xG, può sperare di aggiustare il rendimento della fase offensiva e soprattutto la capacità di conversione. Noi, e parlo di macronumeri non di singoli episodi, non è che per quanto abbiamo visto finora abbiamo grandi speranze di vedere un Milan che gonfia la rete molte più volte. A maggior ragione bisogna puntare sull’efficienza dietro.
Certo a mancare davanti è stato l’apporto dei singoli, in questo i numeri possono migliorare. Parlo sicuramente dei due belga, Origi e De Katelaere. Divock ha le stimmate del ‘risolutivo’ ma non è che sia un piacere vederlo giocare; sicuramente può fare gol pesanti, a noi però temo serva maggiore affidabilità e partecipazione alla manovra. Per quanto invece concerne Charles, speriamo di non aver toppato del tutto il colpo grosso, perché è anche difficile riprendersi. Finora è stato un percorso a scendere, fino all’inquietante, una parabola esemplare sui rischi dell’arrivare non pronti in una squadra si votata alla crescita del giovane ma comunque strutturata e ambiziosa. La mia fiducia nel ragazzo è ormai zero: 1 tiro in porta e 14 dribbling in 13 gare sono uno score eccessivamente povero; la capacità di ‘vedere gioco’ è declinata inesorabilmente con l’aumento della pressione e dei ritmi, ritmi che non paiono adatti al passo del belga. C’è una certa triste assonanza di rendimento con quello di Andrè Silva, giocatore anche lui tecnico e capace, ma troppo moscio se ricordate. Non è retorica: il Milan te lo guadagni anche col cuore, con la sofferenza e con l’aggressività dentro e fuori (tè stesso e il campo); e questo ragazzo non ne ha.

Ci sono tutte le possibilità di tenersi in scia del Napoli e lontano dalle rivali, ma vanno ritrovati pragmatismo e umiltà specie nelle scelte tattiche e nella preparazione delle partite. Le prime 13 gare hanno dimostrato che perdere punti non è possibile, gestire non è possibile: se si vuole la seconda stella, bisogna fare sul serio sempre. Tutti ci crediamo. La dirigenza valuti bene la situazione soprattutto di De Katelaere, se ci fosse la possibilità di prendere un Drago come Luis Alberto io lo farei, ma anche degli altri nuovi arrivati che Pioli ha valutato tutti, chi più chi meno, inadatti a prendersi un ruolo diverso dai comprimari. Anche qui, se ci fosse la possibilità di prendere Aouar, io lo farei.
Adesso buon riposo.

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22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.