Tifare non è gratis

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Domandone del giorno, domandone da scuola dell’obbligo, scuola elementare, forse massimo massimo terza elementare: se vado in un negozio griffato, di marca, diciamo così un po’ più caro e ho 10000 lire in tasca, cosa faccio protesto perché il pantalone costa venti volte tanto o me ne sto a casa bello schiscio, bello al caldo, bello in cesta e mi dirigo a fare acquisti al mercato rionale del giovedì?
Twitter è una giungla pericolosa ragazzi, una corrida dove il sottoscritto, torero coraggioso, affronta migliaia di tori selavaggi, Twitter è un social network dove se ti domandano che ora è e tu gli rispondi con cortesia ed educazione loro ti rispondono che non è vero e non è così rovesciandoti addosso tutto il livore accumulato durante la settimana nello loro tristi e povere, poverissime vite da sottoposti.
Non giriamoci troppo intorno dai, nell’ultima settimana abbiamo assistito ad una levata di scudi, ad una rivoluzione bolscevica inaudita dove i tifosi, poverini, poveracci hanno pianto, strillato, urlato il loro dissenso verso i prezzi, a loro dire alti, per la Champions.
Ma come? Sono dieci anni che non andiamo in champions e che protestate perché non ci siamo andati negli anni passati e adesso cosa volete? Ma cosa volete esattamente? Volete prendere il tram, mordere un panino alla salamella con birra Moretti presa al discount e poi via con 5 euro mi vado a vedere Milan-Atletico Madrid? Ma dove siamo, ma dove vivete? Questi urlatori da strapazzo sono gli stessi poi che se la proprietà decide di non offrire 8 milioni a Frank Kessie o 12 milioni al nostro ex portiere ed attuale secondo portiere del Psg, eh ma allora come si fa a tornare grandi se lasci andare i giocatori forti? Eh ma allora che ambizioni abbiamo, eh ma allora dove vogliamo andare in Champions? Ragazzi guardiamoci negli occhi, se non avete 310 euro per un primo anello di che cosa parliamo, parliamo di Champions League o no? Se si vogliono spendere i famigerati 10 euro andate a vedere Gavirate-Calvairate per piacere.
Non volete la Superlega, benissimo, peggio per voi. Non volete lasciare San Siro, benissimo di nuovo peggio per voi. Non volete spendere 139 euro per un terzo anello verde? Benissimo allora ditemi voi dove il Milan potrà trovare i soldi per tornare competitivo in Europa, attrarre giocatori degli altri top club o rinnovare i contratti delle nostre stelle.
L’economia va fatta girare, tralasciando il fatto che il sottoscritto si sta dirigendo verso il Bulgari Hotel in Brera per gustarsi uno spritzino, lo spiderino, il vento in faccia, alla radio “Call Me” colonna sonora del film “American Gigolo”. Chi ha il grano vada a vedersi l’Ac Milan, chi non può? Beh affari loro.
Si smetta di pensare sempre al proprio di portafogli, si smetta di fare sempre le vittime, quelle che piangono miseria credendo di essere sempre spennati, ma Elliott non viene spennato? A questo non ci pensiamo, di questo non ce ne facciamo un problema?
E lo stadio? Con il massimo del rispetto per l’attuale classe politica milanese, mancherebbe altro, però li notiamo, li sentiamo, li percepiamo un attimo rigidi, frigidi e freddi sull’argomento, ma ce la ricordiamo Milano negli anni 80’ inizi 90’, quando il profumo di “garofano” inebriava le strade cittadine e la sera ci si incontrava all’Ippopotamo per gustarsi tre scotches. State sicuri che lo stadio sarebbe stato già costruito.
Adesso no, non va bene più nulla, i conti in tasca, il portafogli rigorosamente “a sinistra” avere i soldi è quasi una colpa.
La proprietà e la società ovvero Elliott e Aivan Gazidis hanno deciso di accontentarvi, di ascoltarvi e di capirvi, bontà loro, adesso sta a voi dimostrare il vostro amore per i nostri colori.
Cari ragazzi basta fare le vittime cerchiamo di capire anche i problemi economici di chi da anni vi ha ridato un Milan competitivo, se non potete permettervi lo stadio state a casa e ascoltatevi Francesco Repice alla radio, si fa quel che si può.
Mentre faccio ballare l’occhio sul tic del mio Rolex Daytona Paul Newman, vi ricordo una cosa: tifare è gratis, non sempre però…

Gauro Puma