Milan-Spezia presentazione

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Neanche il tempo di riprendersi dalle fortissime emozioni di Rio Ave-Milan ed è già ora di ritornare in campo, sperando che le nostre coronarie vengano messe meno alla prova rispetto al match di giovedì. La partita del turno preliminare di Europa League ha evidenziato alcune lacune che la rosa del Milan ancora patisce e per cui ci sono pochissime ore di tempo per correggere. In primis c’è il tema del difensore centrale, con Gabbia costretto agli straordinari a causa dell’assenza di Romagnoli; le trattative per Tomiyasu e Milenkovic sembrano essersi ormai arenate di fronte alle richieste esagerate di Bologna e Fiorentina, motivo per cui il Milan dovrà accontentarsi di una seconda (o forse anche terza) scelta. C’è poi il discorso punta, con Ibra ancora out causa Covid-19 e Rebic convalescente dopo l’acciacco subito contro il Crotone. Colombo è ancora molto acerbo, Leao non ha certo brillato nel match europeo e l’esperimento Maldini punta è da ritenersi bocciato. Correre ai ripari anche in questa porzione di campo potrebbe avere senso, ma è forse quello meno urgente. Infine, il quarto mediano cercato a lungo (Bakayoko) tornerà sì in Italia, ma a Napoli. I suoi muscoli avrebbero fatto parecchio comodo a Pioli: anche qui bisognerà pensare fuori dagli schemi per completare la rosa rossonera entro lunedì.

Intanto bisogna arrangiarsi con quel che si ha, e non è comunque poco. Soprattutto, serve trasformare l’adrenalina ancora in circolo dopo la serie di rigori più folle che abbiamo mai vissuto in propellente per la gara di questo pomeriggio. Lo Spezia, che a giudicare il roster dovrebbe essere condannato come il Crotone a un pronto ritorno nella serie cadetta, ha stupito un po’ tutti con la vittoria del Friuli, arrivata nonostante l’inferiorità numerica per una buona porzione dell’incontro. I liguri allenati da Vincenzo Italiano dovrebbero scendere in campo con il 433. Questa la probabile formazione: Rafael; Ferrer, Chabot, Erlic, Marchizza; Bartolomei, Ricci, Maggiore; Verde (Agudelo), Galabinov, Gyasi (Farias). Dubbi in avanti sugli esterni, meno in mezzo: Galabinov è di fatto l’unico giocatore della squadra del Levante ligure ad essere andato a segno finora in stagione, e insieme a Farias la punta più temibile della truppa di Italiano. Il resto dell’11 titolare è composto da carneadi, escludendo forse Rafael, Maggiore e Ricci, ma comunque da calciatori non di straordinario spessore tecnico-tattico. Non per questo il Milan avrà sicuramente vita facile, conoscendo la cattiva abitudine dei nostri di complicarsi la vita anche nelle occasioni in cui sembra difficile riuscire a farlo.

Nel Milan la formazione dovrebbe essere leggermente diversa rispetto a quella scesa in campo in terra lusitana. Ancora confermata la coppia difensiva formata da Kjaer e Gabbia (non che si potesse fare altrimenti), e fiducia tra gli 11 titolari a Tonali e Diaz, dai quali ci si aspetta ancora una decisa crescita. Ottimo insistere su Saelemaekers, ragazzo solido mentalmente, magari non uno spacca partite, ma un elemento di sicuro affidamento che con il lavoro e in silenzio si sta guadagnando sempre più fiducia da parte di mister Pioli. Calhanoglu, l’uomo più in forma e freddo di questo inizio di stagione, è ancora chiamato a illuminare le trame offensive rossonere, che dovrebbero vedere come terminale offensivo Colombo, probabilmente preferito tanto a Maldini, quanto a Leao. G. Donnarumma; Calabria, Kjaer, Gabbia, Theo Hernandez; Kessie, Tonali; Saelemaekers, Calhanoglu, Brahim Diaz (Castillejo); Colombo.

Con la terza vittoria consecutiva il Milan si garantirebbe due settimane più che serene in attesa del Derby, fissato per il primo fine settimana post nazionali. Cerchiamo di non farci sfuggire questa occasione esattamente come stavamo per sciupare la possibilità di qualificarci all’Europa League. Con una maggiore concentrazione si potrà continuare a costruire quel qualcosa di positivo che stiamo cercando di rendere realtà. In attesa degli ultimi tasselli che solo il mercato ci può portare.

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.