Lazio-Milan presentazione

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Ennesima sconfitta casalinga, quella con il Sassuolo, figlia di un match che ha evidenziato, specie dopo il pareggio di Raspadori, quanto il Milan sia in questo finale di stagione in difficoltà psicofisica. Le incazzature ci stanno, così come la paura di non riuscire a centrare il risultato finale di una qualificazione Champions che manca da ormai troppi anni, ma in questo preciso momento con la rabbia si risolve poco: serve reagire, e subito. La sensazione quasi incoraggiante è che delle avversarie per i tre posti per l’Europa che conta solo l’Atalanta sembra nettamente superiore ai rossoneri dal punto di vista della coesione di squadra e della tenuta di gambe e testa, mentre Napoli e Juve paiono ancora alquanto discontinue e/o stanche al pari della truppa di Pioli. Non possiamo tuttavia contare sulla possibilità che anche gli altri continuino a incappare in passi falsi, considerato soprattutto che di qui a poco ce la vedremo tanto coi bianconeri, quanto con i nerazzurri, in partite con il sapore degli spareggi finali.

Intanto oggi la missione dei ragazzi di Pioli sarà quella di parare il rientro nella corsa europea della Lazio di Simone Inzaghi, lontana sì 8 punti, ma con il match contro il Torino ancora da recuperare. In caso di vittoria contro Milan e granata, infatti, i biancocelesti sarebbero virtualmente a quota 66, a due sole lunghezze dai rossoneri. Insomma, si preannuncia una tonnara finale in cui, visto il trend attuale dei ragazzi, rischiamo di fare la parte delle vittime sacrificali, di quelli che potrebbero beffardamente pescare la pagliuzza corta dell’Europa League. Siamo di fronte al punto più delicato della recente storia sportiva del Milan: davanti a noi un bivio che, se non altro, ci vede padroni del nostro destino.

Dopo cinque vittorie consecutive il cammino vincente dei capitolini si è interrotto al San Paolo con la scoppola rimediata dalla truppa di Gattuso. Nonostante il risultato negativo gli avversari di stasera sembrano tuttavia in buona salute, combattivi e pericolosi come mai sono stati in questa stagione. Tra le mura amiche la Lazio ha raccolto nove vittorie consecutive ed è caccia di quella, la decima, che significherebbe record storico per la compagine capitolina. In un buon stato di forma soprattutto Milinkovic-Savic, tre gol e due assist nelle ultime cinque uscite. Inzaghi punterà sul solito 352 composto da Reina in porta, Marusic, Acerbi e Radu in difesa, Lazzari, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto e Lulic a centrocampo e la coppia offensiva Correa-Immobile.

Dal canto suo Pioli risponderà con un 4231 privo del “solo” Ibra davanti, sostituito da Mario Mandzukic. Qualche dubbio in difesa, dove Romagnoli-Tomori e Theo-Dalot si giocano due maglie. Tornerà Calabria sull’out di destra, mentre Donnarumma e Kjaer rimangono i punti fermi della retroguardia. Nessun ballottaggio invece nei cinque centrocampisti, i cui ruoli saranno di Kessiè, Bennacer, Saelemaekers, Calhanoglu e Rebic. La pressione è e continuerà a essere tanta, in campo per 90 minuti e nella testa dei ragazzi prima e, comunque vada, dopo il match dell’Olimpico. La tenuta fisica è fondamentale, ma di più quella psicologica. Veniamo da un anno di gare a ritmo forsennato, mollare ora sarebbe sportivamente drammatico. La giovane età della rosa non gioca a nostro favore, ma è da momenti come questo che passa la crescita individuale e collettiva della squadra. Rimanere uniti non è solo utile, ma l’unica scelta che abbiamo per poter continuare a inseguire gli obiettivi prefissati. Da stasera passa tanto del nostro immediato futuro: testa ai 90 minuti che ci aspettano, senza fare calcoli e soprattutto gettando il cuore oltre l’ostacolo. Forza Milan!!!

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.